Sclero notturno
Il mio grido si libra fortissimo nell'aria.
Invano.
Tutto attorno è silenzio.
Orrendo e gelido silenzio.
Poi dal nulla una luce.
Un colpo di vento mi sferza il volto.
Mi fa sorridere.
Sono ancora vivo.
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Il mio grido si libra fortissimo nell'aria.
Invano.
Tutto attorno è silenzio.
Orrendo e gelido silenzio.
Poi dal nulla una luce.
Un colpo di vento mi sferza il volto.
Mi fa sorridere.
Sono ancora vivo.
Che sia il prossimo a decretar,
chi era o meno da incensar,
chi "scrive" non stia ad esaltar,
quel che solo il senno di poi potrà innalzar.
Quando la notorietà
alla penna giungerà,
chi "scrive" la Vita onorerà,
il prima sarà solo velleità.
Autori lo son tutti,
ma nel fregiarsi antitempo di costrutti,
non vuol dire averne raccolto i frutti.
Dottore è chi in tal senso ha studiato
e che legittimamente si sarà laureato,
ma per il "Poeta" la Laurea ad Honorem
è Post Mortem,
non si schiudono in anticipo queste porte.
Perché alla fine tu ci credi ciecamente
e anche io da parte mia lo voglio vivere
Questo amore tormentato e tanto bello
Che mi sconvolge l'anima sorpresa e assai stupita
Di avere accanto un angelo ribelle
Che non teme nemmeno Dio in persona.
Potessi nascerei solo per morire bene
salterei fino ad essere io il cielo.
Piangerei per annaffiare i fiori,
ma non crescerebbero più.
Mi sono risparmiata un altro dolore
l'ho pagato poco.
Metterei una bottiglia in ogni uomo
per contenere di più,
ma nessuno potrebbe mai riempirsi di me.
Quante volte
tre parole
possono essere
un fiorir di sensazioni
che nutrono di vibrazioni
e danno senso dello sguardo
di chi ami.
Quanto è profondo
avvertire essenziale quel sentimento,
intenso, che s'allunga
tra le vene e scorre
a far sobbalzare il cuore.
Ti voglio bene...
del piccolo al risveglio
e nel richiamo lungo la sua notte misteriosa,
della madre stanca
di battaglie quotidiane
che ti guarda
la tristezza ma che
ti consola forte di futuro.
Di un padre forse a volte burbero
che poi ti porta alle stelle.
Ti voglio bene...
di una nonna che
non riconosce il suo tempo
per sorridere di sogni
ma che vede sempre verdi nei tuoi.
Dell'amante nell'abbraccio
per rincorrerti di tenerezza
prima della passione.
Ti voglio bene
di un amico che ha
simpatia e calore nelle tasche
in abbondanza,
dell'amica, sorella di confidenze
mai trattenute di risate, alla fine.
Ti voglio bene
anche nell'umido muso
di un cane e di un gatto
che ti sfiora un attimo
come a dirti... coraggio.
Ti voglio bene...
Semplici e uniche parole
per decifrare la vita di speciali momenti
consapevole che esisti amata
in chi amerai sempre.
Gli ultimi riverberi proiettati sul soffitto
di un camino acceso ormai esanime e sconfitto.
Una parte del letto, ancora non usata,
dove vorresti ci fosse la persona ambita, la persona amata.
Il silenzio vive da re nella mia stanza
e solo un fievole crepitio come unica compagnia avanza.
Nella mia testa si affolla ogni minimo pensiero
e ormai da tempo seguono sempre l'ormai risolcato unico sentiero.
L'ultimo riverbero ormai è estinto
e vedo il freddo come disegnato in un dipinto.
Lo sento entrare nella pelle e nelle ossa,
lo so che per bloccarlo mi dovrei dare una scossa,
ma forse il mio desiderio è di morire
e non pensar più alla mia vita ne cercare su di essa una riscossa.
Sento la morte entrare e il mio vuoto riempire,
sarà orrenda gelida e imperfetta,
ma è l'unica che poi non mi farà mai più soffrire e mi darà retta.
Innocenti luminose stelle
amiche degli amanti e dei poeti
Notte sincera licenziosa,
abbraccia con me il mio amore.
Nel silenzioso tuo talamo,
solo i grilli e le lucciole
danzano nuove musiche,
nuove canzoni.
Innocenti luminose stelle
amiche degli amanti e dei poeti.
Brillate ancora per una notte:
questa notte, per poi immergervi
nella luce incerta del mattino...
Così a lungo ho aspettato te:
da restare ferito di solitudine,
da dimenticare la tua immagine.
Così a lungo ho aspettato...
e sei quì.
Ho gli occhi:
ti vedo,
ma per non morire,
l'anima ferita
l'avevo buttata...
Inutile il tempo va,
impotente...
l'osservo passare.
Passa polveroso:
grani grigi,
su grigia linea,
spariscono,
cadono da fragili mani
aperte,
mani che non colgono più.
Perversi percorsi,
in false felicità,
vivendo di morire!