Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

Macerie di cacao

Coglimi come una frustata sulle labbra,
a tradimento e ruggendo d'ingordigia.
Imboccami di cioccolato acerbo, amaro,
ma poi assolvimi con arancia candita e cannella.
Sul cuscino gianduia e fondente spezzati
in un ribelle mosaico di cubi scomposti,
anarchia guerrafondaia del proibito.
Intingi le dita nella polvere dolce e brunita
per dipingermi le labbra di mogano,
in questa caccia insonne la preda ambita
è una brace elettrica di voluttà.
L'alba forza le imposte ed inciampa
nei nostri peccaminosi ruderi di delizia:
riccioli di cacao e profumo di rossetto.
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    Scritta da: lilitu
    in Poesie (Poesie personali)

    Avari sguardi

    Povere
    le mie commissioni,
    quelle che domando
    negli sguardi veloci
    che offro generosa,
    caldamente avvolgendoti
    in un'odissea avvincente
    di desideri incolti
    senza meta.
    Sono accenni,
    accenni di una vita,
    e di momenti,
    che ho trafugato qua e la
    nel ricordo del futuro
    quello che lampeggia
    nelle visioni
    che lacerano l'ora
    solitario.
    L'eremita ed il saggio,
    quello che sa comporsi,
    e s'adopra,
    all'ombra del guado,
    dietro un'occhiata fuggente.
    È il vento del nord
    che taglia la carne
    del volto asciutto,
    dopo il pianto del cielo,
    e quello del cuore infranto.
    Passi,
    ammicchi con gesti avari,
    troppo avari,
    per me che abbondante,
    ti getto sguardi d'amore,
    così,
    t'ammiro.
    Amo ammirarti.
    Nella tua amara follia,
    quella che tiene per se
    la bellezza nascosta,
    sei amaro in bocca,
    che guizza alle labbra,
    bagnate,
    ardenti.
    È una comunione d'intenti
    che tacciono
    e si lasciano intravedere
    in qualche nota d'azzurro,
    i tuoi occhi,
    ninfee celesti,
    tondi opali che riflettono il cielo,
    cielo che pudica contemplo.
    Vergine e santa,
    così stupendamente lasciva,
    la voglia,
    si veste di distanze
    ineluttabili.
    E m'avvicina il secondo
    quando passi
    ed andando,
    proseguono e vacillano
    quegli occhi,
    abbarbicati sui miei,
    ed ondeggiano,
    sulle parti del corpo,
    che forse,
    vorresti.
    Ed io,
    te le darei cullandomi,
    in quel profumo di marsiglia,
    nelle magliette al sole
    che s'asciugano pigre
    nelle notti d'inverno,
    ed ancora asciutte,
    nel loro biancore,
    lasciano una scia che riconosco,
    e di cui m'inebrio.
    Le tue note
    sono stridenti sinfonie,
    ululati fra i ghiacci,
    che s'inaspriscono fino alla vetta,
    gelida,
    e quiete sonorità d'agosto,
    al suono del ruscello fresco,
    che scende la collina,
    ed arriva alla mia bocca.
    Ed è acqua quel che bevo.
    Quando quel bicchiere,
    calice dolce ed amaro
    viene raccolto dalle membra
    umide,
    è te che bevo.
    Te l'avaro donatore,
    te che con rispetto,
    t'allontani.
    E così t'ammiro,
    come si mira la montagna,
    ed il ruscello.
    Ti guardo e ti desidero.
    Ti desidero e ti vivo.
    Vivendoti divieni me.
    Me che nuova,
    stesa al Sole,
    omaggia la Luna.
    Composta lunedì 30 novembre 2009
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      Scritta da: lolly76
      in Poesie (Poesie personali)

      Fogli

      Tremo...
      senza capire
      che posso tornare,
      tu sai
      ma continuo a soffrire
      tu sai
      e non lo posso sapere.
      Vorrei,
      e le mie pagine stanche
      sono fogli di cristallo...
      che si piegano,
      come un segno nella mente
      e tu sai,
      che tanto io non le cancello.
      Vedrai...
      ma non cerco più.
      Perché non vedo più niente,
      perché non spero neanche,
      perché temo ogni istante...
      perché vorrei che ci fossi anche tu.

      Le parole ormai tremano
      Ogni lettera è un respiro
      Le virgole hanno sempre un senso strano
      Il tempo ormai è un futuro apparente.

      Era una notte senza luna e senza voce...
      Ora è un foglio senza pace.
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        Scritta da: Maria Daniela
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        Ridi pagliaccio

        Ridi pagliaccio, finché puoi
        Ridi pagliaccio,
        finché il tuo riso farà ridere anche me,
        finché si specchierà
        nel riso
        di un bimbo felice.
        Ridi pagliaccio,
        finché dai tuoi occhi
        non scenderanno lacrime di delusione,
        di amarezza;
        lacrime
        che cadendo a terra si frantumeranno
        come vetri di cristallo.
        Ridi,
        finché le tue lacrime
        non sono ancora scese,
        perché quando lentamente
        scenderanno sul tuo volto
        allora, ti mancherà il tuo riso,
        il tuo viso;
        ti mancherà il sorriso
        dei bimbi felici;
        la tua maschera
        di pagliaccio ridente.
        Ridi pagliaccio,
        finché la gente ride con te;
        ridi pagliaccio,
        finché il dolore
        non ti attanaglierà il cuore
        e il vento
        trasporterà con sé il tuo riso.
        Quando esso si placherà
        e le tue risa
        non potrà più trasportare
        ai confini del mondo,
        cercherai invano
        con gli occhi umidi
        di amaro pianto,
        di umano pianto,
        le tue risa
        e le risa di chi hai fatto ridere.
        Ridi pagliaccio,
        finché non toglierai
        dal tuo volto la maschera,
        e lo specchio
        rifletterà il tuo vero volto;
        allora,
        non avrai più nulla da ridere,
        più nulla per poter far ridere.
        Sarai solo un anonimo buffone,
        tra tanti buffoni anonimi;
        con il riso represso,
        con la maschera cancellata
        da batuffoli
        di cotone colorato
        che ormai non userai più
        con la mente annebbiata
        che rincorre
        fantasmi del passato,
        fantasmi ridenti
        che non appariranno più.
        Ridi pagliaccio,
        finché ti è consentito farlo.
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          in Poesie (Poesie personali)

          Pioggia celtica

          Il sole si scioglie
          sul selciato del monastero
          in umidi rivoli di luce.

          Laggiù la mia essenza.

          Nient'altro che un fuoco fatuo
          avvinto dal disarmante suono
          di nenia ancestrale.

          Evento di sacralità inviolabile.

          Insite nel tuono le rune divine,
          e la terra espira nebbie
          appartenute a leggende irlandesi.

          Anche le rose sembrano anticate.
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            Scritta da: FRANCO PATONICO
            in Poesie (Poesie personali)

            Ritornano i canti

            Un fruscio leggero
            fra gli abeti illuminati;
            un rincorrersi di suoni
            tra i vicoli innevati.
            C'è un'armonia di note
            nelle canzoni antiche,
            che svegliano i ricordi
            della mia età fanciulla.
            Ritornano i canti
            in folate di stornelli,
            come tanti pentagrammi
            che scendon dalle stelle.
            È un vento melodioso
            che sfiora le montagne
            e le pareti inghirlandate
            del mio piccolo presepe.
            Il volo degli Auguri
            non reca alcun presagio,
            ma insegue in cielo i sogni,
            della notte di Natale.
            Composta venerdì 27 novembre 2009
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              in Poesie (Poesie personali)

              Un amore

              Un amore
              Che azzera la vita
              Che non esiste più tempo
              Attimi istanti
              Un batter d'occhio
              Rimango
              boa solitaria nel mare incerto
              Bandiera colpita dal vento
              Ricciolo scomposto e volubile
              e chi sono non so
              e dove sono nemmeno
              Un amore
              Che invade ogni spazio
              (Ma allora c'erano gli spazi?)
              Ed io che mi credevo sigillata
              Attese finite Stop ai treni
              e solo un monopattino per l'anima
              Disimparata all'amore
              Occhi sprangati
              Braccia legate
              Affetti murati
              Cuore asciutto
              Un amore che fa appassionare
              Euforia e tristezza
              Vicino e lontano
              Caos beato
              Passione silenziosa
              Un amore
              Come una stella
              Una nuova stella.
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                in Poesie (Poesie personali)

                Cielo e mare

                Lo fisso
                Fisso il cielo dei miei sogni
                cerco il mare in esso
                mare d'aria mare d'acqua
                Voglio rovesciare il mare nel cielo.
                Voglio capovolgere il mondo
                e in un volo chimerico
                paracadute solitario
                sfidare i raggi solari
                planare leggera
                sulla tua spiaggia
                scampolo di bambola
                corpo disossato
                involucro d'anima
                intrico solenne di sentimenti
                nuotare nell'azzurro non so cosa
                galleggiare senza sostanza
                senza essere
                Lo fisso
                fisso il mare dei miei pensieri
                mare nel cielo cielo nel mare
                connubio amoroso
                duetto armonico
                fusione celeste
                e in un canto raccolto
                impercettibile sospiro
                sfuggire il silenzio
                raggiungere il cuore.
                Nella quiete giungere al cuore...
                del cielo e del mare.
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                  in Poesie (Poesie personali)

                  Risveglio

                  Risveglio
                  non distoglie il sogno,
                  non si diparte
                  con l'incoscienza del sonno,
                  dove la prima certezza
                  sa di baci posati al buio.
                  S'insinua dalle narici
                  che affondano nel calore amato
                  e raccolgono l'attonito sapore
                  dell'alito diletto
                  perché scorra,
                  tra polmoni saturi
                  di umane tenerezze
                  e le mani Scoprono magie
                  a sfiorare l'anima.
                  E pensieri creano intrecci
                  a serrarsi per sempre,
                  nel sublime sensuale
                  complemento fusione
                  emblema infinito
                  di nuovi sensi
                  che accolgono
                  Amore scavato
                  Amore inciso
                  nelle sembianze
                  Pieghe d'abbracci ardenti
                  Solchi di baci appassionati
                  Crepe di calore irradiato
                  Specchi uno dell'altra
                  in attesa del ritorno.
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