Poesie personali


Scritta da: fioredibambù
in Poesie (Poesie personali)

Il mio caro libro

Sfoglio il mio caro libro
e ascolto ogni suo respiro
nel peso dell'aria
fragore di pagina
lento bisbiglio
o ruvido periglio.
Vivide immagini
enunciano i cammini
in tortuosità le sfoglio
paura di rovinar, non voglio.
Macchie giallastre
contornano le lastre
da tempo abbandonate
ormai dimenticate.
Una lenta calligrafia
sforzo estremo di poesia
accompagna il cuore alla malinconia.
Composta mercoledì 25 novembre 2009
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    Scritta da: David Kumada
    in Poesie (Poesie personali)

    Ulisse si volta

    Verso il Futuro! Sì!
    E così all'entusiastico grido rispondevamo con occhi brillanti
    di lagrime e d'euforia
    per cambiare solo quel che
    non andava mutato.

    Galleggiavamo in alto mare
    Sui nostri salvagenti di plastica colorata
    Salutando i padri e gli spiriti rimasti a riva
    a soppesare
    le loro e le nostre colpe.

    Quando capivamo
    come il destino
    fosse scritto nell'acqua e nel vento
    correvamo come bambini dispettosi
    a cancellarlo
    in nome di un sospirato
    libero arbitrio
    al neon.

    Cuore, tu lo sapevi?
    Ho domandato un giorno
    aprendo un cassetto
    sepolto
    sepolto
    e a lungo dimenticato.
    Quello rispose con semplice fiato,
    Ho provato a chiamarti
    e a ogni istante ti parlo
    ma tu eri già
    scivolato
    troppo lontano.
    Composta martedì 8 settembre 2009
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      Scritta da: ania
      in Poesie (Poesie personali)

      La tragedia del grido

      Lo spettacolo è appena finito
      il sipario è calato;
      ma ecco che le marionette
      sbucando ai lati del teatro
      animate e vive
      si muovono senza fili
      agli occhi stupiti dei presenti:
      stanno recitando una tragedia
      la tragedia del grido
      urlando "Vita" all'unisono.
      Poi, stufe del loro mestiere,
      spariscono nel buio del boccascena.
      E il pubblico, meravigliato, non osa fiatare.
      Ma tra la folla
      una bambina si alza
      volta lo sguardo intorno
      stende le mani
      e applaude.
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        Scritta da: ania
        in Poesie (Poesie personali)

        Fiesta

        Folgore di tutto punto
        danzano le Ore intorno
        favola antica, una ninfa plebea
        accosta l'anima all'orecchio del diavolo.
        Vorrei immaginare una colomba errante
        ma un topo di fogna invade i pensieri.
        Luoghi lontani, asce decadute
        brilla la statua del re Salomone.
        Ma nessun pesce sporge dall'acquario
        nessuna tartaruga osa camminare
        oltre il territorio proibito.
        Un balzo ed eccoci qua
        a rimirar l'ombra dei caduti ignoti.
        Acqua bollente sprizza da una lancia
        infilza il sacro cuore dei tuoi amori patiti.
        Un eroe stiamo aspettando
        uno stupido ed inaspettato eroe.
        "Io, io" gridano le voci
        giammai rivedrei i loro squallidi volti
        invasi dall'egoismo.
        Fuori da questa volta
        ecco il regno proibito
        invita al canto un leggiadro amorino.
        Ooooo
        vento vocale che tutto riempie
        apre le sue note per lo Spettacolo finale.
        No spettatori, niente applausi,
        richiede il primo attore lo scordato spirito!
        Rami divincolati nella selva selvaggia
        funi rampicanti strozzano la vita.
        Uno spiraglio di luce anima la serata
        che spenge la sua fiamma, ahimè,
        sul riso di chi non ne vuole sapere.
        Giornate divine e passeggiate in festa
        il menù del mattino
        fa gola al cieco improvvisante.
        Bandita la tavola
        è dato avvio allo svago
        ma lui
        all'angolo della Terra,
        rannicchiato nei ricordi,
        solo con i suoi lamenti
        solo con il suo cuore.
        Composta lunedì 20 maggio 2002
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          Scritta da: Enrico Castelli
          in Poesie (Poesie personali)
          Vorrei stringerti la vita con la mano
          e dare respiro al tuo respiro
          Fermare questo brutto sogno
          soltanto chiudendo gli occhi.
          Vorrei donarti questo mio vecchio cuore
          che trabocca di consigli e voglia di imparare
          Legarlo al tuo per dargli una spinta
          ne basterà una. Te lo prometto.
          Parla di pioggia, questa città
          anche solo attraverso il vetro.
          Di sole parli tu, nella tua finta culla
          a combattere già. A capire ciò che è nella vita, la vita.
          Ad irradiare quel poco che hai visto
          con i tuoi grandi occhi chiari.
          Senza nemmeno averli aperti
          un'unica volta per me.
          Vorrei poter dare un nome al tuo nome
          che non sia scontato come ogni altro.
          Che possa dire a tutti
          quello che sei stata. In queste poche ore.
          Vorrei stringerti la vita con la mano.
          Perché non conosco altro modo
          per stringere una bambina
          Per dirti che non vado via.
          Per dirti che
          tu
          sei
          mia.
          Composta martedì 1 dicembre 2009
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            Scritta da: Enrico Castelli
            in Poesie (Poesie personali)

            Amore e Psiche

            Solco le nuvole, in braccio l'arco.
            In attesa, in attesa.
            Dove sei tu che con il tuo aspetto
            insidi la bellezza stessa?
            Di un soffio, tu. Le ali si piegano.
            La mia vista si annebbia ma
            Non sono le nuvole.
            E proprio io che porto il nome dell'amore
            come potrei non riconoscerlo.
            Né ci penso un solo attimo.
            Una freccia.
            Il mio stesso arco contro il mio stesso petto.
            Così tanto dolce è il sapore di questo suicidio,
            Psiche
            Tu che seduci la passione stessa della passione.
            Tu che ora arranchi verso la voce irraggiungibile
            di un Dio.
            Dell'amore.
            La mia voce.
            Non esiste la terra per chi non è mai atterrato.
            Ma è così soffice il tocco del mondo.
            E tu che mi osservi. Che mi accogli,
            Psiche.
            La preda che travolge il cacciatore,
            Tu, la rosa che incanta il viaggiatore.
            Ama l'amore, ti prego.
            Ama il mio nome.
            Non ci saranno lacrime
            da trascinare a fatica lungo le guance.
            E non ci saranno motivi per farle scendere.
            Fidati delle mie ali come ora ti fidi dei miei occhi.
            E vola via con me.
            Amore dell'amore. Passione della passione.
            Più bella della bellezza.
            Più dolce del mio nome.
            Composta domenica 18 gennaio 2009
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              Scritta da: Enrico Castelli
              in Poesie (Poesie personali)

              Penelope

              Portami con te.
              "Non capisci."
              Se un giorno mio figlio chiederà di suo padre, gli sorriderò.
              Parlerò dei suoi zigomi stretti.
              Delle sue mani.
              È scuro il cielo, davanti a questa marcia.
              Nuove nuvole spingono il sole sotto la collina.
              La testa dorata nell'erba. Dipinge i fiori di rosso.
              Lentamente come in un sogno.
              Mi lasci qui, all'alba della notte.
              A guardarti.
              Eroe.
              Prendimi le mani.
              Dolcemente come al risveglio.
              E non piangerò perché sono una donna forte.
              Emozioni acqua. E la mia pelle scudo del mio cuore.
              Solo tu sai infrangermi. Darmi la sete che vorrei.
              Solo tu.
              Maledetta la tua schiena.
              Maledetto colui che ha detto che
              l'amore è immortale.
              L'incanto delle tue promesse si rompe.
              E vorrei solo invertire il tempo per sfiorarlo ancora.
              Qui, sopra questo bianco gradino che è la tua casa.
              Ti vedo danzare nello splendore delle tue armi.
              Ma io ti conosco negli occhi.
              Non tornerai.
              Se un giorno mio figlio chiederà di suo padre, gli sorriderò.
              Gli dirò che sono stata la tua più grande avventura.
              Persa come una guerra che non dovevi combattere.
              E parlerò del dono che mi hai fatto, voltandoti soltanto. Ora.
              Guardandomi qui seduta.
              Io. Con una tela in mano.
              E respirando soltanto.
              Respirando soltanto.
              Respirando soltanto.
              Composta martedì 13 ottobre 2009
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                Scritta da: Tiziana Monari
                in Poesie (Poesie personali)

                Le viole di Stazzema

                È piegato al libeccio
                sul sagrato
                il ciondolo con la croce
                in un voluttuoso abbraccio con il cielo
                una madre sta come seduta
                l'odore salmastro nei capelli
                un capezzolo affiorante nel vestito
                un padre è immobile sotto la torre campanaria
                il cappello obliquo dimenticato sulla cuspide
                tre paia d'occhi muti franano allo stupore della morte
                l'iride dipinta alle beccate dei rapaci
                nell'ombra del crepuscolo autunnale

                impreca in un bizzarro grido
                le fauci spalancate
                oggi Stazzema
                i rebbi dei sogni capovolti
                consegnata a demoni di mare
                persa in una spiga di tempesta
                le ciglia inclinate al postumo
                la bocca sanguinante
                baratta la notte al vago
                a un volo di viole e calabroni.

                Vorrebbe la calma stanca della sera
                la noia di bonaccia
                e invece è scalza
                a cauterizzare angosce
                rassegnata a una magra sorte di paese
                a un orrore troppo grande
                alla fragilità della vita umana

                respira
                polvere di brina
                l'anima stremata sui muri di ponente
                abbandonata stanca
                a una cesura candida di luna.

                Luna nera.
                Composta sabato 28 novembre 2009
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                  Scritta da: Billo111
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Stupiscimi

                  Ogni notte penso a te,
                  e ti ritrovo lì,
                  in ogni mio respiro più profondo
                  e scusami se a volte
                  ti imprigiono nei miei sogni,
                  ma sai che c'è?
                  Ho voglia di sognare insieme a te.
                  Adesso stupiscimi,
                  incantami...
                  con mille parole
                  che il tuo cuore
                  non ha detto mai.
                  Vieni insieme a me,
                  aldilà dell'orizzonte,
                  dove non esistono confini
                  tra sogno e realtà.
                  Mille ricordi ti legano al passato,
                  emozioni che solo
                  il vento può raccontare,
                  se hai paura puoi voltarti,
                  tornare indietro,
                  chiudere gli occhi
                  per dimenticare,
                  ma solo rischiando
                  si impara a volare
                  e serve solo un pizzico di follia
                  per ricominciare.
                  Adesso stupiscimi,
                  tra sogno e realtà
                  Incantami.
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