Poesie personali


Scritta da: Fabio Bosco
in Poesie (Poesie personali)

Attimo

Una biro che scorre su carta
emozione impressa e ormai morta
un labile fremito di un'anima instabile
a scuotere un corpo freddo ed immobile.
Una lacrima ne illustra l'umore
sensazione di irridente dolore
per quel senso di gioia perduto
in un attimo vissuto e svanito.
Una sorta di eterno inganno
ciò che vivo da sempre all'interno,
una gioia che attraversa il mio corpo
e che il vento soffiando allontana,
disperdendone il ricordo
tra nere nubi di pioggia.
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    Scritta da: Fabio Bosco
    in Poesie (Poesie personali)

    Ancora ascoltami

    Adesso ascoltami
    prova un po a scioglierti
    prova a farmi entrare
    dove i tuoi intimi pensieri
    li senti naufragare
    dove vivi l'emozione nel modo più intenso
    dove spesso le parole
    non spiegherebbero il senso
    Ancora ascoltami
    prova un po a scioglierti
    prova a lasciarmi riscaldare
    quel gelo che hai dentro
    e adesso credimi
    lasciami provare a mischiare i due dolori
    sciogliamoli sognando
    e tastiamone il sapore
    illudendosi sia amore.
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      Scritta da: fioredibambù
      in Poesie (Poesie personali)

      Il mio caro libro

      Sfoglio il mio caro libro
      e ascolto ogni suo respiro
      nel peso dell'aria
      fragore di pagina
      lento bisbiglio
      o ruvido periglio.
      Vivide immagini
      enunciano i cammini
      in tortuosità le sfoglio
      paura di rovinar, non voglio.
      Macchie giallastre
      contornano le lastre
      da tempo abbandonate
      ormai dimenticate.
      Una lenta calligrafia
      sforzo estremo di poesia
      accompagna il cuore alla malinconia.
      Composta mercoledì 25 novembre 2009
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        Scritta da: David Kumada
        in Poesie (Poesie personali)

        Ulisse si volta

        Verso il Futuro! Sì!
        E così all'entusiastico grido rispondevamo con occhi brillanti
        di lagrime e d'euforia
        per cambiare solo quel che
        non andava mutato.

        Galleggiavamo in alto mare
        Sui nostri salvagenti di plastica colorata
        Salutando i padri e gli spiriti rimasti a riva
        a soppesare
        le loro e le nostre colpe.

        Quando capivamo
        come il destino
        fosse scritto nell'acqua e nel vento
        correvamo come bambini dispettosi
        a cancellarlo
        in nome di un sospirato
        libero arbitrio
        al neon.

        Cuore, tu lo sapevi?
        Ho domandato un giorno
        aprendo un cassetto
        sepolto
        sepolto
        e a lungo dimenticato.
        Quello rispose con semplice fiato,
        Ho provato a chiamarti
        e a ogni istante ti parlo
        ma tu eri già
        scivolato
        troppo lontano.
        Composta martedì 8 settembre 2009
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          Scritta da: ania
          in Poesie (Poesie personali)

          La tragedia del grido

          Lo spettacolo è appena finito
          il sipario è calato;
          ma ecco che le marionette
          sbucando ai lati del teatro
          animate e vive
          si muovono senza fili
          agli occhi stupiti dei presenti:
          stanno recitando una tragedia
          la tragedia del grido
          urlando "Vita" all'unisono.
          Poi, stufe del loro mestiere,
          spariscono nel buio del boccascena.
          E il pubblico, meravigliato, non osa fiatare.
          Ma tra la folla
          una bambina si alza
          volta lo sguardo intorno
          stende le mani
          e applaude.
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            Scritta da: ania
            in Poesie (Poesie personali)

            Fiesta

            Folgore di tutto punto
            danzano le Ore intorno
            favola antica, una ninfa plebea
            accosta l'anima all'orecchio del diavolo.
            Vorrei immaginare una colomba errante
            ma un topo di fogna invade i pensieri.
            Luoghi lontani, asce decadute
            brilla la statua del re Salomone.
            Ma nessun pesce sporge dall'acquario
            nessuna tartaruga osa camminare
            oltre il territorio proibito.
            Un balzo ed eccoci qua
            a rimirar l'ombra dei caduti ignoti.
            Acqua bollente sprizza da una lancia
            infilza il sacro cuore dei tuoi amori patiti.
            Un eroe stiamo aspettando
            uno stupido ed inaspettato eroe.
            "Io, io" gridano le voci
            giammai rivedrei i loro squallidi volti
            invasi dall'egoismo.
            Fuori da questa volta
            ecco il regno proibito
            invita al canto un leggiadro amorino.
            Ooooo
            vento vocale che tutto riempie
            apre le sue note per lo Spettacolo finale.
            No spettatori, niente applausi,
            richiede il primo attore lo scordato spirito!
            Rami divincolati nella selva selvaggia
            funi rampicanti strozzano la vita.
            Uno spiraglio di luce anima la serata
            che spenge la sua fiamma, ahimè,
            sul riso di chi non ne vuole sapere.
            Giornate divine e passeggiate in festa
            il menù del mattino
            fa gola al cieco improvvisante.
            Bandita la tavola
            è dato avvio allo svago
            ma lui
            all'angolo della Terra,
            rannicchiato nei ricordi,
            solo con i suoi lamenti
            solo con il suo cuore.
            Composta lunedì 20 maggio 2002
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              Scritta da: Enrico Castelli
              in Poesie (Poesie personali)
              Vorrei stringerti la vita con la mano
              e dare respiro al tuo respiro
              Fermare questo brutto sogno
              soltanto chiudendo gli occhi.
              Vorrei donarti questo mio vecchio cuore
              che trabocca di consigli e voglia di imparare
              Legarlo al tuo per dargli una spinta
              ne basterà una. Te lo prometto.
              Parla di pioggia, questa città
              anche solo attraverso il vetro.
              Di sole parli tu, nella tua finta culla
              a combattere già. A capire ciò che è nella vita, la vita.
              Ad irradiare quel poco che hai visto
              con i tuoi grandi occhi chiari.
              Senza nemmeno averli aperti
              un'unica volta per me.
              Vorrei poter dare un nome al tuo nome
              che non sia scontato come ogni altro.
              Che possa dire a tutti
              quello che sei stata. In queste poche ore.
              Vorrei stringerti la vita con la mano.
              Perché non conosco altro modo
              per stringere una bambina
              Per dirti che non vado via.
              Per dirti che
              tu
              sei
              mia.
              Composta martedì 1 dicembre 2009
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