Poesie personali


Scritta da: Marta Emme
in Poesie (Poesie personali)

Acquarius

Or, signori paffutelli* (politici), mi
sono rotta i corbelli, anzi da un
pezzo; perché fare moralismo è
diventato un vezzo, come anche
trattar l'Italia con disprezzo*
(dall'estero, senza mostrar alcuna
considerazione). Poi c'è chi, nei
partiti, a sostener la patria non è
avvezzo, fa l'umanitario, sì, ma lo è
solo a tempo perso* (di facciata).
Non ha solidità, in politica, ciò che
non ha prezzo* (costo) e il prezzo
non lo pagan lor signori* (politici),
ma sempre chi si rompe da mane
a sera i maroni* (cittadini), quelli
che, semmai, tolgono col voto tutte
le ambizioni* (di governo). E poi, in
questa circostanza a Macron, quello
della Francia, a suo dire, gli è venuto
mal di pancia, e col vomito pure*
( "vomitevole il comportamento
dell'Italia", taluno dice), mentre
invece è chiaro che nasconde mire
oscure: che i loro porti * (francesi)
son gioielli e non meritano di certo
quelli* (migranti); non sia mai tra i
piedi averli! Moralisti da strapazzo,
buoni solo a giocare a rubamazzo.
Ai piscialletto si mettono i pannoloni
e poi via a dormire con tanti bei
bacioni, perché chi ha deboli gli
sfìnteri non può contar, se non a
interim* (di chi li ha forti). Unitevi,
italiani e non fate il bene dei rufiani,
perché ognuno nella sua patria* (dei
migranti e non) ha diritto a viver per
raggiunger, lì, la vecchiaia* (bisogna
aiutarli nei paesi poveri e depredati,
ove vivono). Or, io son ben piccina,
come può esser una moscerina che
svolazza furbettina sopra la cesta *
(di frutta) posta sulla madina* (madia),
ma in realtà son per tutti assai
meschina. Ma si sa che... la tempra
si nutre anche di fetenza e della
tempra or non si può più fare senza.
Composta mercoledì 13 giugno 2018
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    Scritta da: Laila Ken
    in Poesie (Poesie personali)

    L'arcobaleno della mia vita

    Il mio sguardo affettuoso
    abbraccia la tua presenza,
    nelle mie pupille pervinca
    si riflette l'immagine di un arcobaleno
    che si staglia
    dinanzi a un cielo argentino
    sopra un mare trasparente
    che non conosce orizzonti.

    La realtà di un sogno luminoso
    divenuto uomo troppo in fretta.
    Un tenue sorriso
    mi sfiora le labbra
    alla memoria di quanta strada
    hai già percorso.
    Il calore di mille emozioni
    mi pervadono
    nell'espressione del tuo domani.

    Nel mio cuore la speranza che tu trovi
    la possibilità di mondi
    capaci di irradiare la tua anima
    con le luci dei colori dell'arcobaleno.

    La muta implorazione
    che l'aurora del tuo futuro
    illumini la tua mente e il tuo cuore
    rischiarandoli da ogni paura,
    che la vita
    ti sia lieve nelle difficoltà e generosa
    nella gentilezza, nella dolcezza,
    nella bellezza del tuo esistere.
    Composta martedì 10 luglio 2018
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      Scritta da: Laila Ken
      in Poesie (Poesie personali)

      La notte prima degli esami

      La notte prima degli esami
      è una notte come tutte quante
      ma un po' più speciale,
      puoi passarla da sola
      o sulla spiaggia con trenta amici intorno
      e in ogni caso non sarai mai solo,
      ti terrà compagnia l'ansia.
      La notte prima degli esami
      la senti addosso come quando con una coperta ti copri dal freddo
      perché è l'ultima sera
      l'ultima ora
      l'ultima notte
      che sei giovane fin dentro alle vene
      perché è l'ultimo squarcio di luce
      è l'ultima volta
      che puoi respirare
      prima di diventare grande.
      La notte prima degli esami
      hai lo stomaco in subbuglio
      e ogni tanto pensi - sto morendo - ma non è vero,
      anzi,
      stai vivendo un sacco
      stai vivendo forte
      e c'è moltissima vita dentro a quella notte
      moltissima che difficilmente ne vedrai di nuovo così tanta tutta insieme
      e respiri e ridi
      e sei così piena di paura, e di speranze, e di voglie, e di giorni passati con la testa piegata sulla scrivania
      e pensi che faccia schifo il fatto
      di lasciare che qualcuno ti metta un voto
      e c'hai ragione
      ma tanto quel che sei non vale come quel che gli altri pensano tu sia
      vale tanto e tanto di più
      vale di più e lo devi sapere.
      La notte prima degli esami hai una paura dannata
      ed è bella così, ed è bella per questo
      questa notte fantastica
      perché una cosa così piccola in verità
      ti sembra così enorme
      ma è giusto così
      vuol dire questo, crescere,
      dare ad ogni cosa il peso che ha.
      Comunque c'è da godersela
      la notte prima degli esami
      perché è l'ultima notte
      l'ultima volta
      che sai che non è ancora ora di crescere
      che non sei ancora grande
      e puoi essere giovane
      spaventata
      debole
      ribelle
      puoi essere felice e poetica
      puoi scriverti sulle mani delle formule
      che non ti ricorderai mai
      e ridere a crepapelle
      fino a che non è mattina
      e puoi non essere pronta
      puoi non essere ancora matura
      puoi chiudere il futuro in un scatola
      dimenticartene

      Buona fortuna, che non so se dice
      o se invece porta sfiga
      ma tanto quel che conta davvero è essere felici
      stanotte
      quindi, vedete di riuscirci.
      Composta giovedì 21 giugno 2018
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        in Poesie (Poesie personali)

        I peccati

        Cigola l'aria
        dall'umido e freddo vento,
        ha smesso di piovere,
        suona una campana,
        inizia la messa,
        e i fedeli si sollevano dei loro peccati
        e li lasciano cadere davanti all'altare,
        e il mondo fuori
        non è più lo stesso
        senza quei peccati.
        E piove di nuovo
        tamburellando sulla croce.
        La chiesa è chiusa,
        sprangata,
        e il mondo fuori loda il peccato.
        E piove di nuovo
        piovono bestemmie,
        e crollano campanili,
        e il mondo non è lo stesso
        senza le campane,
        che suonano
        per un battesimo,
        per gli sposi,
        a morto,
        alle preghiere,
        ma tacciono per me,
        perdono io Vi chiedo.
        Composta domenica 12 agosto 2018
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          in Poesie (Poesie personali)

          I bambini giocano alla guerra

          Il loro parlato non graffia l'aria,
          scivola dalla bocca e accarezza l'anima,
          come il dolce canto degli uccelli,
          che il vento si sparge sul silenzio.
          Ma si rompe quest incanto
          dal rumore delle bombe,
          e gli occhi di bambini
          chiedono aiuto al mondo indifferente.
          Anche i grandi erano bambini,
          e giocavano alla guerra,
          spalancare gli occhi d'emozioni,
          per salvare il mondo dai cattivi.
          Il nostro parlato, che scivola dalla bocca,
          pien di brighe,
          e batte troppo dalle doppie,
          gg - rr - zz..., che graffiano l'anima,
          quando parlano di pace.
          Anche noi giocavamo alla guerra,
          e credevamo alle favole,
          che il lupo cattivo ha mangiato la nonna,
          che vince sempre il buono,
          e punito il cattivo
          che ci abbiamo creduto... e ancora ci crediamo!
          Composta sabato 14 luglio 2018
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            in Poesie (Poesie personali)

            La danza delle farfalle

            Primi raggi di sole nascente
            si gettano sulla groppa del prato annoiato,
            e si aprono i fiori di mille colori profumati,
            diventando un palcoscenico
            per la danza delle farfalle,
            offrendo al vento pollini dorati,
            da spargere sul verde campo,
            bagnato con le lacrime dell'alba.
            Danzano sulla musica del vento,
            attonite dall'intenso profumo
            di boccioli freschi,
            e della rosata felicità
            meravigliosamente primavera.
            Ah, la loro vita è breve, fuggente,
            come quei fugaci momenti di felicità
            che presto si spengono,
            come le farfalle,
            quando sono ancora giovani e belle,
            che smettono di danzare
            mentre pian piano,
            il cielo si oscura
            brillano le stelle.
            Composta sabato 7 luglio 2018
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              in Poesie (Poesie personali)

              La campana

              Din, don, dan,
              suona una campana
              prima che il sole apparisse all'orizzonte,
              che comincia a camminare lento,
              brillante, giallo e caldo,
              pare senza aver fretta
              scendere silenziosamente
              nella notte.
              E così inizia il giorno,
              che cammina lento
              verso l'incertezza del domani,
              e obbedire al suo destino.
              Composta martedì 19 giugno 2018
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                Scritta da: Roberto Di Nardo
                in Poesie (Poesie personali)

                Quando un pittore ti mostra il colore

                Quando un pittore ti mostra il colore,
                ci puoi vedere ogni forma di cuore,
                come cinquanta gorgheggi di piume,
                o quell'istante che è segno d'amore.

                Due corvi neri a tenerti le spalle,
                nella memoria a contarti le stelle,
                ad indicarti che strade deserte,
                son dove puoi sempre correr più forte.

                Terre promesse, raccolti fioriti,
                finestre al sole per giorni infiniti,
                sogni che sono mistero al vangelo,
                macchie di sangue più pure del cielo.

                E se felice era un tempo lo sguardo,
                da catturare il più intenso ricordo,
                non ti fermare a gettare il tuo pianto,
                ogni momento trasforma anche il mondo.

                Ridi buffone o pagliaccio a canzone,
                che sai che il grigio è più bello al colore,
                e che tra steppe di vento e tempesta,
                basta una spiga di pane che resta.

                Desiderare due ali di fuoco,
                farle volare fin dove sei cieco,
                fino a vedere nel buio più niente,
                ogni colore a morir dolcemente.

                Quando un pittore ti mostra il colore,
                non dargli il tempo di farteli amare,
                libera il lupo che in petto dimora,
                qualsiasi sogno o emozione, divora.
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                  Scritta da: Roberto Di Nardo
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Uno è l'assioma

                  E non resta che il tempo,
                  a perdersi tra strappi di rami,
                  secchi, spostati da respiri,
                  desideri che a nascere aspiri.

                  Uno è l'assioma,
                  due la prova che tutto da solo non vale.

                  L'occhio è rosso di sangue vissuto.
                  Sulla guancia il cemento è caduto.
                  Asciugato è il dolore
                  che versare le sue lacrime non smette.

                  Lo sguardo rimane,
                  Il resto scompare.
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