Scritta da: SAVERIO FERRARA
in Poesie (Poesie personali)
Inverno
Ricordi...
Inverno del cuore.
Composta domenica 25 novembre 2018
Ricordi...
Inverno del cuore.
Un attimo di me
lo dono solo a te
che mi fai sentire vivo,
in mezzo a tanta gente,
dove cammino
dove respiro
dove osservo e sento
ma quasi invisibile
come assente .
Registro attimi di vita
li rivedrò domani
quando sarò in me cosciente
gli occhi, sai, sono come nastri,
comandati dalla mente,
registrano il presente
Io vivo nel mio regno
quattro mura dove non ho finestre
vi ho appeso solo quadri
immagini di tempo assente .
Ma non per me, che li ho presenti
che sono tutto il mio ieri
che sono ancora l'oggi
che saranno anche il domani
finché qualcuno mi dirà:
"vieni, ragazzo del 68
hai scritto la tua storia
oramai è inutile che rimani" .
Siamo tutti pronti a combattere
contro chi ci vuole abbattere,
in noi regna la più bella speranza,
che non sarà mai, mai abbastanza,
perché noi mai ci arrenderemo,
con le nostre glorie rinasceremo.
L'Italia è leggermente in crisi,
colmiamola di immensi sorrisi,
l'Italia non è la peggior nazione,
se l'è cavata in ogni situazione.
Tra noi non dobbiamo fare la guerra,
perché l'Italia è la nostra madre terra.
Qui esistono le persone indulgenti
pronte a farci sentire assai contenti.
Siamo di sangue europeo e americano,
ma nulla nei fossi sarà gettato invano.
Un degrado può capitare dopotutto
perché l'egoismo regna dappertutto.
Tra le vie coperte di nero asfalto,
molti, forse troppi guerrieri in salto
hanno abbandonato la propria vita,
sapendo che in guerra sarebbe finita.
Viva, viva l'Italia del 1861, evviva!
Viva, viva l'Italia nostra, sempre viva.
Contro tutto e tutti sfideremo la morte,
il destino, la sfortuna e la nostra sorte.
Viva l'Italia con tutte le sue vittorie,
imprese, conquiste, gioie e glorie.
Donna
proprio lì
annientata
resta un buco
al centro del cuore.
Felicità finger non puoi.
Liberi gli occhi
svelano segreti più profondi.
Una vita che nasce...
La forza
che ci aiuta
a lottare...
Bagliori di luce mi guidano
e mi lasciano ammirare
un mondo sconosciuto.
Alba che non più mi illumina...
Buio.
Varco quella soglia e ritrovo la luce...
Quando lui andò via decise di non piangere
Non lo fece per debolezza né per rabbia
Né per orgoglio, viscoso bitume dell'anima
Diceva a se stessa che quella ferita non faceva male
Che a sanguinare era solo la sua immagine riflessa dallo specchio
Sì impose la negazione di ogni cedimento
E la consapevolezza di sé la fece struggente di una bellezza nuova
Nello sguardo tornato limpido
Vide il riflesso del suo futuro
Che riempì di gioia ogni spazio lasciato vuoto.
Ciò che la vita sembrava dirmi crescendo, non era molto diverso da quello che in fondo il mio cuore forse sapeva già.
Ogni passo, ogni singolo momento di sofferenza o felicità, tutto facevano parte del tutto e di me. Quel tutto che spesso non possiamo cogliere, perché abbiamo smesso di sentire. Smesso di ascoltare il silenzio. Dimenticando chi siamo, perché siamo, e in che direzione dovremmo andare.
Non esiste un solo modo, non esiste una sola via.
Non sarò Dio di nessuno, né di me stesso.
La nave non è mia, non sono il capitano, non il marinaio.
Io non sono nessuno e sono tutto.
Sono come il vento leggero in una giornata calda.
Chi sente ciò che sono non cerca il mio nome.
Non mi farò messaggero, tutti lo siamo.
Quando tutti ascolterete la musica, io sarò la pausa fra una nota e l'altra.
Non serve l'orecchio, non serve l'occhio.
Parte del tutto, ma non tutto.
Sono qui.