Poesie personali


Scritta da: Ada Roggio
in Poesie (Poesie personali)

Buon Natale

Buon Natale di vero cuore
Buon Natale con amore
A chi è solo, o in compagnia.
A chi è ricco di felicità
A chi una casa non c'è l'ha
A chi ha perso il lavoro
A chi ha perso la dimora
A chi è ricco dentro
A chi è povero d'amore
A chi è in cerca della dignità rubata, ferita, sgualcita
A chi cerca una carezza
A chi non ha tenerezza
A chi non ha sorrisi
A chi sogna il passato
A chi un sogno non l'ha
A chi guarda l'orizzonte
A chi si confonde
A chi è sempre solo
A chi la vita si ribella
Oh stella fermati un pochino, illumina il cuore a chi la vita ha dato dolore
Porta sacchi d'amore
Colma ogni cuore
Buon Natale con amore.
Composta venerdì 24 dicembre 2010
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    Scritta da: Nello Maruca
    in Poesie (Poesie personali)

    L'insatanassato

    Di Preziosissime pietre adorni, due gioielli
    di platino con arte di divin mano forgiati,
    che mai ad umano concesso fu far sì belli
    ad altro, di men preziosità, furo affiancati.
    Alfin che in scrigno, come in corpo anima,
    li custodisse al par di reliquie di beati
    essi, cui alto valore dato non è far stima,
    ad orafo in cura furono affidati.

    Fu l'orafo, ahimè, turbato dal Maligno
    che con fare suasivo quanto loquace dire
    a distruggere i preziosi del pregiato scrigno
    lo spinge e la ricchezza nel fango fa finire.
    Come voce umana sotto palazzi sgretolati
    miste a pianto e suppliche infinite
    due voci s'alzano a lamenti tormentati,
    per l'azione ricevuta, inorridite.

    Sono le voci di due rondinini ch'assistono
    dolenti al frantumarsi del lor caldo nido
    di Dio, la sua pietà, piangendo implorano:
    Non trasportarci, no! in altro estraneo lido.
    All'esile filo della speranza appesi
    col cuore in gola, con la voce spenta, sconfitti,
    feriti, stressati, offesi e vilipesi
    pietà, oh Dio, pietà! Perché ci vuoi trafitti?

    In un angolo remoto sono due stanche latte
    che il satanasso a calci e appulsi precipita
    in un fosso i cuori infranti, le costole rotte;
    mortificata ognuna, sì, ma non stizzita
    a sera lo guardo triste volgono al Ciel beato
    col pianto in cuore, col perdono in mente
    pregano alfin che l'orafo nel baratro calato
    al nido piagnucolante torni, serenamente.
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      Scritta da: Nello Maruca
      in Poesie (Poesie personali)

      L'alacrità

      La mediocrità più non alligna
      ché dipartita s'è la nuvolaglia
      dacché Aliseo di sua impronta degna
      in uno con costanza la sparpaglia.

      Qual sol ch'improvviso levasi a levante
      sgretola lesto quella cupa coltre
      e manifesta sempre più saliente
      la visuale che va in alto e oltre.

      L'equanimità così tant'invocata
      ch'eternamente si credea perduta
      Essere d'intelletto ha riscovata
      e di sua mano ognun l'ha riavuta.

      In tal vivente sveglio, nobile e lesto
      che di dolcezza colma ogni suo gesto
      parmi vedere la rondinella mastra
      che costruisce il nido da maestra.

      Questi s'affanna, vola, becca, impasta
      e d'architetto la casa costruisce.
      Indi giace: Altra non ha conquista
      giacché suo oprar'esperto lì finisce.

      L'altro, il volitivo, nel fare sfonda
      e pria ch'abbia conchiuso nuova n'inventa,
      sagacemente in mente d'altri affonda
      solerte il pensier suo ch'altrui diventa.
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        Scritta da: Nello Maruca
        in Poesie (Poesie personali)

        La yena

        Una turpe figura, carca di lordura,
        da capo a piedi naviga nel fango.
        pelosa e brutta, verme di trattura
        Appartiene dei striscianti al tristo rango.

        Di corpo tozzo, dall'aspetto rozzo,
        da petto prospiciente a mò di vacca
        che par'essere tutt'uno al mento gozzo
        ch'accompagna lo stomaco in risacca.

        Pare un porcone, tanto ch'è cafone;
        solo sembianza ha d'umana gente,
        diventa yena accanto alle persone,
        per essa il male è il bene più fervente.

        Indegnamente siede in posto altrui,
        in loco non adatto a villania;
        qualcuno va piangendo: Ah! Dov'io fui:
        Quel posto l'ha ridotto ad osteria.

        Se, poi, parlar potessero i canneti,
        se dir potesse il loco detto Tonnara,
        se disquisir potessero gli abeti
        direbbero: Dei vermi è ancor men cara.

        Or ch'à raggiunto il sospirato trono
        l'hà reso lordo e pieno di vergogna
        perché le yene ch'anno l'oro in dono
        Gradiscono più d'esso le carogna.

        Poiché incapace in movimento
        vive la yena in circoscritto ambiente,
        raspa nel fango con il muso e il mento
        giacché di forza d'intelletto assente.

        La dignità per essa è cosa astrusa,
        per due lenticchie ha dato il corpo untuoso,
        donato l'ha come si dona cosa:
        Vergogna è di famiglia e dello sposo.
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          Scritta da: Nello Maruca
          in Poesie (Poesie personali)

          La Torre

          Solenne, alta s'ergea al centro Torre
          che d'onore ricopria queste sue terre;
          era rifugio di sciancati e stracchi,
          vanto d'ognuno era, giovani e vecchi.

          Tutti copriva col paterno manto.
          Mai turbativa fu, mai fu tormento,
          non discrimine mai, mai differenza;
          d'ogni seme traeva buona essenza.

          Forte s'udì, per l'aria, grande sussulto:
          Cadde tra nebbia il gran Gigante avvolto;
          Tremò la terra, le case furon scosse
          Piegò la testa, ahimè! E più non resse.

          Tra tanti ti scegliesti il miglior frutto,
          alla famiglia tu levasti tutto,
          per la sua gente fu immane sorte;
          perché non ti fermasti o crudel Morte?

          Fu il Ciel che mi richiese anima eletta,
          perciò falciai la troneggiante Vetta;
          Ma se or lo guardo volgi al firmamento
          sorrideti una Stella risplendente.
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            Scritta da: Salvatore Coppola
            in Poesie (Poesie personali)

            Odio la notte

            Io odio la notte padrona
            del buio che copre il mio cuore
            regina assoluta dei sogni
            vampira dell'anime tristi.
            Nasconde la luce degli occhi
            dipinge di nero i pensieri
            invade le strade deserte
            calpesta la voglia di amare.
            Io odio la notte padrona
            confusa fra luci di stelle
            ne umilia il colore argentato
            sovrana faziosa del tempo passato.
            Paura e sgomento mi assale
            le ore trascorrono lente
            un vortice d'aria gelata
            ricopre il mio corpo sfinito.
            Or giunge l'onore del giorno
            che scaccia la notte padrona
            il calore dei raggi nel cuore
            risveglia la voglia di amare.
            Composta mercoledì 22 dicembre 2010
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              Scritta da: Elcoche
              in Poesie (Poesie personali)

              Nettare Vitale

              Come un giovane vampiro
              mi nutro di te in un sospiro,
              rivoli di linfa vitale
              che scendono dalle labbra al cuore.

              Dolcemente arriva l'oblio
              mi accoglie e mi rinfranca,
              finalmente l'ebbrezza
              dell'eterna anima stanca.

              All'alba mi abbandoni
              torno pallida e tremante,
              in attesa solo della sera
              e del mio rosso amante.
              Composta giovedì 23 dicembre 2010
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                Scritta da: Armando
                in Poesie (Poesie personali)
                Pace vo' ricercando e non si trova
                è strano l'uomo, sempre chiude gli occhi
                spesso guerra ci da e l'odio cova
                pensa alle cose frivole, ai balocchi.
                 
                Nella miseria lascia tutto il mondo
                spreca risorse non vede mai il vicino
                s'arrotola nell'edonismo immondo
                l'umanità sotterra da assassino.
                 
                Eppure basterebbe solo un gesto
                aprire il cuor sulle miserie umane
                capir chi soffre; basterebbe questo
                per salvarci da una fine immane.
                Composta giovedì 23 dicembre 2010
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