Scritta da: Rossella Porro
in Poesie (Poesie personali)
Scrivo...
Scrivo nel buio
di una sera qualunque
in un posto qualunque
su di un foglio qualunque
di ciò che non vedo in chiunque
se non in te.
Composta giovedì 30 dicembre 2010
Scrivo nel buio
di una sera qualunque
in un posto qualunque
su di un foglio qualunque
di ciò che non vedo in chiunque
se non in te.
Sono venuto a cercarti.
non c'eri,
eppure sentivo la tua presenza
ho cercato nelle tue stanze,
e non ti ho trovata.
non capivo, perché io ti sentivo.
li ho visti abbracciati.
piangevano la tua assenza
ho capito.
dovevo cercarti solo dentro di me.
Un grande prato verde
con tanta pace intorno
L'ho sognato
Dio
è questo
il pascolo celeste
dove le anime
vagano serene
Ho percepito
quiete e
luce
il Tuo Spirito
Possa io
starti vicino
alla fine
del mio cammino
per godere
della Tua
Gloria.
È arrivato dicembre,
la prima neve che cade
il primo freddo polare.
È arrivato dicembre,
insieme a Babbo Natale
insieme ai pupazzi di neve.
È arrivato dicembre,
la famiglia fa festa
tra un pranzo e una cena
si scartano doni
che arrivano al cuore.
È arrivato dicembre,
con un immenso amore.
Assaporo
il
risveglio
pensando al tuo modo
d'amare
ed
il
giorno
è
di colpo
stupendo colore.
Respirando
i
pensieri
che
ho
appena pensato
mi
ritrovo con
te
come
catapultato.
Assaporo
il
risveglio
che mi porta da te
in
una nuova giornata
e
ringrazio
la
notte
perché
ti
ho
sognata.
Accarezzo le immagini dei viandanti
che si perdono per strade silenziose.
Ombre che si accalcano
sulla scena della vita,
che giocano con le loro anime
e ruzzolano negli stagni
dove l'acqua ristagna
e sa di putrido e stallatico.
Il gioco si ripete all'infinito:
corpi che non sanno di nulla,
cervelli che hanno rinunciato al domani.
Eppure i loro occhi
guardano in silenzio,
e vedono forse orizzonti
che a molte normalità ormai sfuggono.
Le loro angosce non ci appartengono,
il febbricitare della loro fronte non ci interessa,
la loro umanità appartiene
ad un mondo a noi sconosciuto.
Inutilmente accarezzano la mano
del compagno ammalato:
una scodella di latte bollente
trabocca su un fuoco improvvisato
e solleva un fumo denso e asfissiante
che oscura le nostre coscienze
che hanno dimenticato
solidarietà e amore.
Lieve sfoglio quel libro:
le parole si affollano
come un mare di gente
tra i banchi di un Supermarché.
Cerco il bene ed il male:
una girandola di scatole e di barattoli,
saponi e detersivi
che non riescono a lavare
la coscienza del mondo.
Sto pensando a te,
a come ti ho trattata
al nostro rapporto perfetto
e anche, purtroppo
a come ho rovinato tutto.
Ti fidavi ciecamente di me
ed ho tradito la tua fiducia.
Mi manchi,
Mi mancherai per sempre ma
capisco che devo andare avanti
ma continuerò sempre a pensarti.
Grazie per tutto,
Grazie ancora una volta.
Accadono
attimi
da raccogliere
e nascondere
per sempre
alla linea del tempo.
Ho voglia di sentire
dalla tua bocca
la favola che già conosco
Devi raccontarmi
di che colore avevi gli occhi
quando io non c'ero
a rispecchiarmi
E se mi rispondessi
ch'era lo stesso di oggi
ti sorriderei
come ad un vile imbroglio
E devi ricordarti
in quale nascondiglio del passato
mi divinizzavi
sotto la tua voce
mentr'ero liquefatta
e in quale pensiero
strappato da giorni persi
mi immaginavi tua
e mi inchiodavi al petto
con colpi secchi della fantasia
prima che sublimassi
Dimmi che le tue mani
non erano mai a sufficienza piene
della mia assenza
e mi carezzavano
senza sentirmi accanto
così come si sfiora
un lontano accento
che vola in cielo
E le tue labbra
non avranno sorretto
mai
il sapore pieno
che nasce sulle mie
E adesso fermati...
ma dimmi
che ancora un mondo
sta nascendo
mentre ti ascolto
e chiudo gli occhi
a tratti.