Poesie personali


Scritta da: Giuseppe Freda
in Poesie (Poesie personali)

Radio tre (canzone jazz)

Francese e nobile
palato tremulo
la lingua scivola
ma non incespica
confonde il misero
che ascolta timido
discorso aulico
parola effimera
concetto etereo
pensiero gracile
seme di arachide
venduto ad atomi
per farne olio
di nebbia inutile
che presto evapora
come uno spirito.

Deterge esausto
labiale frivola.
Saliva rancida
risucchia rapido.
È stanco, immagini.
Deve ormai cedere.
Ma un arzigogolo
incomprensibile
verbale colica
riprende intrepido.

Rimani attonito.
Lo sguardo vitreo.
Sudore a rivoli.
Ma lui continua:
dietro l'anonima
cortina eterea
comprende d'essere
irraggiungibile
dal tuo penultimo
scatto di collera.

Poi come al povero
si fa elemosina
ti annunzia il prossimo
brano di musica.
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    Scritta da: angelmachine
    in Poesie (Poesie personali)
    Senza preavviso, ho visto i tuoi occhi rischiararsi nei miei.
    Ho visto le scintille, i fuochi e quell'ardore tipico di chi si invaghisce pazzamente.
    A sprazzi ho osservato la tua anima e in pochi istanti me ne sono innamorato.
    L'apogeo del mio cuore ha risvegliato realtà che avevo tenuto ben nascoste e ha fracassato la mia debole mente: bagliori dorati mi invitano a sottomettermi, luci troppo intense mi costringono a camminare a tentoni.
    Quello che farò non so, ma ho deciso di non affidarmi più alla vista: ingannatrice per eccellenza, identità dalle molteplici falsità che induce a vedere il bello nella mostruosità più totale. Quello che vedrò, osserverò non mi ingannerà mai più.
    Ho deciso che mi affiderò all'udito: i suoi battiti saranno la via maestra.
    Ho deciso che mi affiderò al tatto: gli impulsi della sua anima saranno la mia forza.
    Ho deciso che mi affiderò al gusto: la forza delle sue labbra sarà il mio cibo quotidiano.
    Composta domenica 3 ottobre 2010
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      in Poesie (Poesie personali)

      Sacromonte

      Piccolo borgo antico sopra Varese
      quattro casette arroccate sulla cima della collina di Velate
      dai tetti sporgenti e costruiti con sassi e pietre iridate

      Luogo di pellegrinaggio di papi, vescovi e cardinali
      conservatorio di luoghi, siti e affreschi molto originali
      mura intrise di grandiose solennità

      Dichiarato dall'Unesco patrimonio dell'umanità
      si respira un'aria fine, di riscatto dal peccato
      emanata da secoli di ricerca e cristianità

      Vi hanno soggiornato grandi pensatori, pastori di
      molte chiese, contemplatori e padri religiosi infine
      ognuno di loro lasciava qualcosa sulla cima con
      messaggi di stima

      Eremo e santuario da sant'Ambrogio a Caterina
      da Pallanza, da Federico Borromeo a Giuseppe Bernascone
      sino a Bartolomeo del Gaudio, suo costruttore

      Il complesso rientra ormai nel novero dei grandi
      centri della fede e della religiosità. I suoi pellegrinaggi
      ormai famosi in tutto il mondo, sono guidati da grandi saggi

      Che illustrano i misteri del Rosario lungo le 14 cappelle
      che incorniciano il percorso sino a S. Maria del monte, chiesa,
      santuario e 15^ cappella, anch'essa di mirabile impresa

      Chiunque giunge in questo sacro luogo non può non
      pensare quanto sia forte sia stata la fede di coloro che nel passato
      hanno alacremente lavorato affinché venisse consacrato.
      Composta giovedì 19 maggio 2011
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        Scritta da: Gerlando Cacciatore
        in Poesie (Poesie personali)

        L'irritante

        Se la moto, non si fosse
        schiantata a terra.
        Se avesse continuato
        la sua corsa,
        tu uomo
        non saresti, un demente irritante.
        Sottrarti al tuo destino
        non puoi.
        La moto a terra,
        la vita salva.
        Ma è come se fossi morto,
        dal momento, che il destino
        ti ha sconvolto.
        Tu uomo,
        mi chiederai:
        Quale sarà il mio destino,
        d'ora in avanti?
        Io ti risponderò:
        Quello di irritare la gente.
        Composta giovedì 10 novembre 1977
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          Scritta da: Rosanna Tafanelli
          in Poesie (Poesie personali)

          Universi sbriciolati (poesia non-sense)

          Universi sbriciolati
          e mille piccoli soli roteanti
          nell'infinito nulla.

          Gocce e gocce di cielo sfilacciato
          scolorano le tende del mercato,
          picchiettano le melegrane e i fichi.

          Sul muro, gechi vermigli saettano,
          precipitando incolumi nel vuoto
          e urlando afoni al vento.

          Schegge di pietra schizzano sonore,
          tamburellando tronchi marcescenti
          e trafiggono fiori morbidi carnosi.

          Puc, puc, puc... grosse e lente
          si levano nell'aria bolle dorate
          ripiene di pensieri... puc!
          Composta lunedì 1 marzo 2010
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            Scritta da: Giuseppe Freda
            in Poesie (Poesie personali)

            Preghiera

            Questa notte
            io canto per te,
            segreto antico
            della Terra che vive.
            Respiro caldo
            delle sere d'estate.
            Brivido dolce
            che dai luce
            e sorriso alle stelle.
            Alzami al cielo,
            e lascia che io goda
            della gioia e del dolore,
            del sole che mi scalda
            e del ghiaccio che mi gela,
            del velluto di una carezza
            e del singhiozzo di una ferita.
            Gabbiano nella luce del sole.
            Delfino nell'azzurro del mare.
            Amore,
            prendimi per mano
            e conducimi a Dio.
            Tu che mi doni la vita,
            fammi gli occhi raggianti
            del mio immenso destino.
            Verso lo spirito,
            anche attraverso i sassi.
            Verso orizzonti tersi,
            anche attraverso la nebbia.
            Verso la luce,
            anche attraverso il buio.
            Verso la gioia,
            anche attraverso il dolore.
            Ma se la gioia
            di cui son capace
            non è la più grande,
            la più pura,
            la più vera,
            l'l'unica gioia
            che esista al mondo,
            dammi il dolore.
            Perché questa notte
            io sogno di te,
            mistero profondo
            della Terra che ama.
            Sapienza eterna
            che ti sveli in silenzio.
            Candido Padre
            che mi batti
            potente nel cuore.
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              Scritta da: Simone Sabbatini
              in Poesie (Poesie personali)

              Uguaglianza

              Scopriremo forse un giorno
              l'uguaglianza.
              Tanti cyborg vestiti da persone
              tutti in fila sulle panche della chiesa
              tutti in coda, sguardo a terra, camminare
              passo passo, dirigersi all'altare.
              Ma sotto sotto controllare
              il cappellino storto della signora accanto
              la scarpa sporca di chi torna già a sedere,
              perfino il prete ha lo sguardo stanco
              mentre dice, o almeno pare,
              Buon Natale.
              E ognuno è già più buono
              a non capire
              solo aspettare
              In nomine Patri,
              sequenza di zeri
              fuor di codifica
              "andiamo grazie a Dio".
              Allora
              campane solo come tortura
              latrati di povere bestie animate,
              e animali insipidi
              in coda per un pezzo di pane.

              Cimiteri astratti di pensieri sintetici
              rifugi artificiali senza inferni e paradisi
              di preghiere eteree verso tombe vuote.
              Cimiteri da schiamazzo il 2 novembre
              da strapazzare i morti di fiori e avemarie;
              da stramazzare morti tutto l'anno
              non più nel corpo, non nel cuore
              morti soli nell'oblio.
              Composta martedì 16 novembre 2010
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