I Gambi Tronchi
Gli alberi agli albori
erano i rami dei prati
ma poi i fiori
comprati e piantati
hanno reso gonfi i bronchi,
diventando tronchi
i petali sono per sempre andati
e i gambi tronchi tornati.
Composta domenica 18 gennaio 2009
Gli alberi agli albori
erano i rami dei prati
ma poi i fiori
comprati e piantati
hanno reso gonfi i bronchi,
diventando tronchi
i petali sono per sempre andati
e i gambi tronchi tornati.
Un amore illimitato,
senza condizioni,
egoista.
Mi stringe e s'incolla
al mio corpo,
al riparo.
Si lega i miei capelli
sotto al naso,
li respira.
Un'appendice alla vita,
un miracolo d'amore,
mia Figlia.
Parti, amore,
parti ma torna presto.
E intanto
sfiorami coi tuoi pensieri,
accarezzami con le tue parole,
consolami con le tracce di te.
E quando torni,
presto,
prendimi.
E come posso dirti
che via or devi andare,
ch'è tempo di partire,
mi devi qui lasciare?
E poi rassicurarti
che non cadrò nel pianto
il dì che, nel cercarti,
più non t'avrò accanto?
E come salutarti,
se sfuggono le ore?
E come ringraziarti,
per l'assoluto amore?
E come reclamare
parol che non m'hai detto,
se adesso, a sussurrare,
ti si frantuma il petto?
Parlare non occorre:
il cuore pian bisbiglia
nel filo che intercorre,
legando madre e figlia.
E ancor mi sei d'aiuto,
stringendomi le mani,
è l'ultimo saluto:
Ciao, Mamma, a domani...
Assaggiami stanotte
in barba alla furia dell'inverno
il freddo sempre ci offende
eppure siamo ancora felici.
Un abete nato dall'oro nero
e una manciata di colori e luci
ci ricorderanno d'esser buoni
a tempo debito, una carezza
magari un bacio, un buon brodo
e spariranno i "perché"
evaporeranno i "ma".
Saremo ancora insieme
io e te
in una nuova sospensione
di "forse" e "chissà".
Di questa notte
che sa di vita
c'è chi non capisce
le sue distese
d'infinito marciapiede
dove ti puoi sedere
e stare in silenzio
parlare e piangere
o semplicemente ascoltare
in un silenzio che poi ti culla
di questa notte che ti rimbocca.
le lenzuola di una vita
che ti fregava a terra
e si notte magica
che cammina insieme a te
e che ti fa trovare quello che hai perso
che le lacrime ti asciuga
o le tiene segrete
sotto la pioggia
di passaggio
in questa notte
Di questa notte che anche se fredda
ma che profuma di pane
e di strade da percorrere ancora
Madre che ti può scaldare il cuore
ma anche
Madre che ti può lasciare a bocca asciutta
Si a noi tasche vuote rivoltate
di questa città fatta di crosta di pane
un carrozzone di semplici briciole
che saltano giu nelle pozzanghere
a piedi uniti come ragazzini
per vedere chi fa gli schizzi più alti
Di questa notte zingara
che legge la mano
a un furtivo destino
straccione insieme
a noi senzatetto
come le vecchie comari
in un passaparola
di sguardi
fra i marciapiedi
E di te che guardi
sempre i miei difetti
prova a stendergli la mano
che un pezzo di pane
ce l'ha anche per te
questa notte.
Il battacchio percosso ha già dodici volte
la bronzea campana.
Odo il rincorrersi
negli svariati deschi,
il tintinnare delle posate
nei ceramici cerchi,
voci sommesse che ascolto
nel mio silenzio...
nuovamente dodici rintocchi.
Le ombre proiettate non sono solari
ma dell'incostante luna.
Dodici fatiche per te campana
e un pensiero nella notte
per te, amore.
Occhi di case abbarbicate
sui dolci pendii
che guardano il lontano mare.
Intrecci di vie
cosparse sui morbidi dossi.
Ricordo, le percorrevo correndo
mentre la fresca brezza
lievemente intrisa del profumo
dei pini maestosi della Piccola Sila
mi accarezzava.
Castagni secolari affondano
nell'aspra terra.
Esule di essa sono nata,
dolce il tornarvi.
Come piante rampicanti le mie radici
avvinghiano il mio cuore.
Lì dimorano i ricordi più belli.
Luna bella e seducente,
tu che odi
promesse di eterno amore
e col tuo pallido raggio
avvolgi pudicamente
amplessi di celati amanti,
solo il mare
nel vederti
si scuote in lascive maree
e tu compiacente come amante
immergi i raggi tuoi
nelle sue carezzevoli onde.
Vento che turbini
calici di foglie morte
rincuorandole
per pochi istanti ancora
in una malinconica danza,
tu che scuoti
le ancor poche chiome arboree
flettendo i pazienti rami
che assecondano il tuo moto,
avviluppa il mio cuore
e trasporta all'amato
un soffio discreto
nel sussurrare il mio nome.