Poesie personali


Scritta da: Cristina Metta
in Poesie (Poesie personali)

La rosa dalla schiena nera

Sangue piccione ubriaco al tramonto stanchezza seduce
rovine d'Oscuri Antichi che preghiamo in giardini di lumi
casa nel caos vicino ad orizzonti con pubblicità per un Regno
il mare verde nero blu in dipinti cari a qualche sognatore poeta
poi alle care colline i ricordi in rime che faranno la storia
un giovane Lestat sopra la locandina di un vecchio teatro
"scusi l'insistenza ma siamo angeli" recitano negli armadi i fantasmi
prima di una mezzanotte d'ottobre pronta per un Sabba di streghe
voliera d'astri nel piccolo palmo di un apprendista celeste

s'illumina nella dolce penombra la rosa dalla schiena nera
sanguina ad occidente il crepuscolo un fiume di fuoco
le nuvole in decomposizione avvide di piume inceneriscono raggi
un lui pensa "lei esisterà morte dopo morte" non banale estinzione
un Dio greco di ceramica fissa la bottiglia d'alcool con cui curare la noia
la somma dei colori di una farfalla è pari all'istinto che un fiore ha del proprio profumo
qualcosa decapita il sole e tutto diventa un inferno artificiale di luci
di notte i filosofi s'appartano nel pensiero e vi restano per scomunicare la nuova morale
sangue piccione ubriaco al tramonto la rosa dalla schiena nera - sboccia.
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    Scritta da: Cristina Metta
    in Poesie (Poesie personali)

    Re e Regina Pangioia glitch of London

    Si sciolgono nonostante la neve le labbra se a fuoco
    ci baciamo inverni estati primavere autunni e nuovamente
    ci baciamo a Dicembre
    dai ponti Tamigi sempre più sporco
    sempre più scuro
    sempre più freddo
    un fibrillare dei tuoi seni appena in brividi io consapevole che esisti
    a un fiocco ghiacciato - rubato il passaggio per l'Eden
    divoratori di mele
    di cereali di sigarette
    di oppiacei caramelle
    catturati dal programma di un videogioco
    ci rigeneriamo in cloni di avatar innamorati e canditi per panettoni
    chiatte insensibili al vento salgono al Barrier immutata l'onda
    San Giorgio patrona qualche pub battezzate a birra le sante bandiere
    rari i gabbiani del cielo padroni
    ogni poema dal cinquecento ad oggi
    si concentra nel fumo
    nella nebbia
    nell'attesa del torpore in un locale spiritato dai demoni
    di qualche poeta illuso morendo di restare immortale

    nudi insensibili al mondo
    rubato il corpo alla fame
    Pangioia il Glitch più alla moda di Londra
    Ivanhoe esce dalla storia a spada nel traffico e muore
    ci baciamo ignari di ereditare
    il trono
    il regno
    la gloria
    ci baciamo come se tenessimo lo scettro della magia
    negli occhi
    mentre
    dalla saga di Doctor Who si scopre che Gallifrey esiste
    che i regnanti e i Dalek hanno un accordo
    mentre
    al St Ermin's Hotel il tè è perfetto dopo la doccia
    e davanti lo Scotland Yard ci spia incredulo
    noi si possa ancora appartenere all'amore.
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      Scritta da: Cristina Metta
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      Notti nere

      Notte di cera che si consuma col fuoco
      notti sirene con demoni in catene al sangue che palpita nella vena
      sentieri con piombo fuso nella tua mente
      febbre a quaranta a cento a mille
      sotto pelle la lava in sintonia coi sogni
      l'amore non ha pietà! figliolo – senti dire una voce
      notti disfatte in sudore umori celesti senza un corpo
      torsioni d'acque in strati di nuvole rigide alle emozioni
      e quando resti senz'aria perché si spingono nel tuo tremito
      allora le notti nere diventano penitenza
      puttane ambite dal tuo cervello
      così
      vai in baldoria al Diavolo e incendi tutto quello che ti sta in fronte
      svuoti lo stomaco di malinconie eroina
      per ritrovarti in notti senza saliva in bocca a cercare brividi allegri
      mentre il mondo va a puttane
      e tu sei in cima allo Shard nel tuo pazzo fibrillato cervello.
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        Scritta da: Cristina Metta
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        Nocciole tostate biscotti all'arancia e pioggia

        Risveglio spinge di gelo in pelle
        il letto è un panda di gioia
        un certo Salomon Burke canta alla radio
        mentre la moka frigge sul fuoco
        notte ancora nel capo Dicembre balla un rigido il twist con i corvi
        la pioggia si spalma sull'alba ma ho gli stivali da guerra

        nocciole tostate biscotti all'arancia lacrima un cucchiaino di miele
        sotto all'albero di Natale dei doni ma non gli abbracci
        scrivo lettere nella mente di un magico Babbo Natale arrenato al Polo
        mi stringi in una giacca di piuma perché le ali dei sogni non prendano brina

        affondo nel giorno e non so di averti
        ti cerco in una vetrina pomposa che specchia solo un uomo
        Parigi naviga sopra un battello l'agenzia di viaggi è chiusa
        mi lancio contro la neve mischiata a pioggia sperando destino m'ascolti

        seduco le lancette del tempo lo fermo un attimo su alcuni secondi
        t'afferro alla mia mente t'immagino qui nonostante l'inverno
        ti cerco nel corpo i segreti del mio essere felice
        poi mi accorgo che nonostante le forze tu sei soltanto – pioggia

        ho sempre fame
        una fame disperata di dolce
        le coccole sono leggende che non racconta più nessuno
        se si vendessero ci sarebbero folli
        in file lunghe
        lunghe pianeti
        universi
        infiniti

        one way non end
        ho scritto sulle vetrine coi guanti nuovi – ti amo
        tu lo leggerai un giorno
        perché non impresso sul vetro ma nella sua anima
        come nella mia resta la consapevolezza che il cercarti
        renda entusiasmante questo Natale

        fatti trovare amore
        fatti arrivare da Babbo Natale e bussa alla mia porta
        prometto farò il solletico alle scale perché tremino di gioia
        e per San Puffo educherò l'inverno a essere sempre bianco
        per i tuoi occhi
        solo per i tuoi occhi.
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          Scritta da: Cristina Metta
          in Poesie (Poesie personali)

          Dicembriamo

          Dicembriamo con vini rossi la festa nel cuore salute alla gioia
          abbiamo accumulato tristezze per tutto l'anno un osso in più al cane
          viviamo col complesso dello straordinario da cercare in bocca al destino
          che non molla maledetto quel dente d'oro che renderebbe le cose più felici
          resteremo ubriachi di sogni per tutta la storia
          saremo pionieri di strane conquiste
          sperimenteremo il male d'amore nello stomaco
          coi parassiti nel cervello a volte - quando in guerra contro nostri fratelli

          dicembriamo per quelli partiti
          per gli ultimi in prima fila con la morte
          per quelli che combattono col respiro
          per i bimbi col cancro negli occhi lucidi di speranza
          perché dicembriamo dimenticando queste cose?
          perché amare è più difficile di una guerra?
          perché non so dire scusa ho sbagliato – oggi?
          perché aspettiamo il futuro?
          come si aspetta una strage di cui cibarci perché
          senza altri doni

          dicembriamo
          tu
          mio caro al cuore
          stammi vicino coi soli respiri
          non faro nella tua mente alcun rumore soltanto un'idea
          lascerò scintilla accesa faro per qualche tuo sogno.
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            Scritta da: Cristina Metta
            in Poesie (Poesie personali)

            Golem's Christmas Kiss

            Labbra di ghiaccio violacea alba resiste cristallo la neve
            spacca folle il sorriso gabbiano tutti in crociera coi sogni
            con la lingua contro il palato lo zucchero al caffè rimasto in bocca
            ti spingo con gli occhi nell'immaginario poi via d'amore col tuo riflesso
            battiti in stereo respiri in blocchi d'argilla atomica l'anima
            in cerca del viaggio perfetto ma un viaggio sapere per dove
            licheni sugli olimpi senza un tempo oligarca sul nascituro Dio
            di notte sorbire gli astri il vuoto riempia di bene ardano gli occhi.
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              Scritta da: Cristina Metta
              in Poesie (Poesie personali)

              Melacembrina e panbriciole invernale

              Cospargi sentieri con briciole
              torsoli di mela dicembrina
              lanciami petali gelati di rose o argento in fiocchi
              disfa i miei segreti dal corpo
              paga all'inverno il tributo di semi
              nascondi a Dicembre il tuo fuoco
              e stringimi
              stringimi alle tue tempie
              di notte col silenzio in trama alla lana
              erigimi templi
              monumenti
              d'amore
              portami sul filo di un abisso per poi salvarmi
              non farmi mai capire il costo delle tue fatiche
              ma solo il ridere di ogni giorno il premio
              da ogni mal guarita

              fai suonare Chopin in mia assenza
              parla a Eliott a Byron a Keats delle tue pene
              incolla una mia foto al muro di casa per allontanare il buio
              così che la speranza non smetta mai di cercarci

              abbracciami se non mi avrai ancora conosciuto
              fermami in strada non sospettando nemmeno il mio nome
              ti terrò per la camicia per non perdere i tuoi occhi
              senza sentire i colpi dell'inverno entrarmi in gola con l'aria

              ti dirò che amore è per sempre e ovunque
              porta solo un paio di jeans e scarpe basse non alla moda
              danza sulle foglie morte con il ritmo di uno strano fuoco
              consapevole che la vita duri - quanto durano i sogni.
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                Scritta da: Cristina Metta
                in Poesie (Poesie personali)

                Abbracciami! In fondo è Natale

                Eccomi qui sull'orlo di un anno a sperare a consumare a resistere
                appese libellule di ghiaccio a un albero rianimato con stelle a basso consumo
                eccomi qui a credere a sognare a pensare a domandare – ancora
                chiudimi tu che mi leggi in un abbraccio
                in fondo è Natale!
                Forse non so credere abbastanza
                forse ho troppa fede per la mia specie
                ma tu che vedi oltre le parole
                fami crescere ali sulle spalle
                con che cosa?
                Con quello in cui credi
                semplicemente vivendo
                tornando da me ogni tanto
                da me che alzo castelli con blasoni e regni di draghi
                salva la mia anima dalla guerra romantica con i fiocchi di neve
                nascondimi in una astronave dormitorio d'angeli per folleggiare eternauta
                fumando di nascosto
                bevendo fino a crollare
                fissando il blu del cielo senza motivi
                cercando dell'amore il senso magari in una favola

                stringimi
                stringimi
                stringimi forte alla tua anima
                lotta con me contro il freddo inverno
                t'insegnerò ad accendere appena riposa il nuvolo – le stelle
                così a Natale tristi o felici
                poveri o ricchi
                amati o solitari
                tutti avranno la propria stella accesa sopra il capo
                per sperare.
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                  Scritta da: Gabriella Stigliano
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Quest'umana ferita

                  Ho capito che bisogna stringere
                  i denti per andare avanti,
                  ho capito che se rimani
                  dietro l'angolo
                  ti assalgono i fantasmi.
                  Ho capito che i nervi della vita
                  sono troppo scoperti
                  e che si deve stare attenti
                  ai lupi nascosti anche dentro
                  i propri tormenti.
                  Ho capito che l'amore
                  non fa sempre sognare
                  ed è imperfetto fino a stare male.
                  Ho capito di restare vuota
                  dopo parole che ci vengono dette
                  nel rumore di attese
                  verso viaggi più luminosi,
                  ho capito di tremare
                  quando mi sei vicino
                  e sento il cuore che non ha pace.
                  Forse ho capito delle cose,
                  forse non ho ancora capito niente,
                  mi accorgo però
                  che quest'umana ferita,
                  che si apre a metà
                  tra le righe di questo foglio,
                  ha bisogno di silenziose grida
                  per farmi restare ancora a bordo
                  di questa esistenza,
                  vissuta fra tracce d'amore,
                  arcane storie, pianti di angeli,
                  passioni ribelli e memorie lontane.
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                    Scritta da: Rosalia Polizzano
                    in Poesie (Poesie personali)

                    Luna dolce luna

                    Luna, dolce amica dei poeti,
                    complice degli amanti
                    e degli innamorati,
                    tu conosci i segreti
                    di ogni storia appena nata,
                    rivale dei lampioni
                    di città o di borgata.
                    Sei dolce e candida
                    come zucchero filato,
                    ispiratrice di chi sogna
                    e di chi ha già sognato.
                    Luna, dolce amica di tante sere
                    trascorse ad ascoltare
                    il cri cri dei grilli nei prati in fiore
                    oppure a passeggiare in riva al mare
                    dove tu ti puoi specchiare
                    mentre ti lasci ammirare.
                    Compagna dei marinai
                    e di chi va a cercar fortuna
                    e sogna, sogna e spera
                    sotto il chiar di luna:
                    spera ancor, in un grande amor
                    luna, dolce luna.
                    Composta martedì 9 aprile 2013
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