Scritta da: Sara Garmata Brillanti
in Poesie (Poesie generazionali)
Saccente superbia
Scala e cala
dalla montagna alla valle,
deponi la superba superbia
e renditi uomo a noi terreni.
Vale,
Valerio,
quel tanto sudato e malandato foglio,
quello che stringi stretto
quando presente ti presenti.
Assente nella presenza,
pecchi nel peccato della memoria,
addobbi scuse dinanzi ad essa,
inchinandoti con falsa eleganza
devii e macchi l'aria di inutili parole.
Incolpi e tiri colpi al tuo passato,
illudendoti di essere migliore di ieri,
peggiore di domani.
Ti lodi e ti riveli senza veli,
ad un mondo che fermi e difformi
in un celeste turchino che ti illudi viva di te.
Poniti dinanzi allo specchio che adocchia oggettivo,
smonta e sventra i castelli
che impavido hai costruito intorno a te,
guardati con le pupille
della modesta modestia,
sei solo uno
ma non sarai mai Qualcuno.
Respirerai spirando
nell'inquieta solitudine,
nella giudizio di condanna
con cui hai vestito e svestito donne,
ignaro della presunzione che ti avvinghiava.
A parte apparto te,
nel baule degli oblii,
certa nella certezza
che tu pesassi soltanto quanto quella triste laurea.
Composta lunedì 10 dicembre 2018