Poesie generazionali


in Poesie (Poesie generazionali)

Speciale è..

Speciale è il tuo sguardo, così profondo e fiero
Speciale è il tuo calore, che rassicura e stordisce
Speciale è la tua voce, quando consola e sprona
Speciale è il tuo corpo, che mi completa ogni sera
Speciale è il tuo sorriso, che ferma il tempo e illumina il mio cielo
Speciale è la tua passione, calda e generosa
Speciale è il tuo odore, unico e inconfondibile
Speciale il tuo abbraccio, che scioglie le mie paure
Speciale il tuo petto, rifugio segreto della mia anima
Speciale la tua mano, così forte e sicura
Speciale è la tua vita e tutto ciò che ti appartiene!
Composta venerdì 5 luglio 2013
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    Scritta da: Cristina Cipriani
    in Poesie (Poesie generazionali)

    Pieve, le quattro stagioni

    Pieve cara qui son nata. La tua culla è delicata
    stretta dentro una buchina, circondata da collina
    fiume biondo ti attraversa, scorre lento e mai s'arresta
    ogni tanto si esibisce e gonfiandosi ruggisce
    per cambiar di colpo scena, in spettacoli di piena
    d'ammirar con meraviglia la cascata della "Briglia".

    Pieve bianca cotonata, dalla grossa nevicata
    tetti gelidi e brillanti come fossero diamanti
    nel silenzio bianco e freddo, sputa il vento sul tuo petto.

    L'occhio nostro si disperde quando spunti fuori il verde
    e tra quel che ti circonda c'è la grossa "Quercia Tonda"
    con la sua chioma imponente, centenaria non si arrende.

    Fazzoletti di pinete fanno ombra nella quiete
    aria pura ossigenata, d'acacia e tigli profumata
    fontanelle d'acque fresche, greppi colmi di ginestre
    nascondigli di cicale che si mettono a cantare
    con i grilli e con gli uccelli in un coro di stornelli.

    Pieve un gruppo di casette, un po' nuove un poco vecchie
    che di sera chi le vede, sembran luci di presepe.

    Nel mantello della notte, un brillar di luccioline
    come polvere di stelle che ti sfiora sulla pelle.

    Non potrai essere mare, o donare le conchiglie
    ma per me sei il mio paese, quello delle meraviglie.
    Composta martedì 25 giugno 2013
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      Scritta da: Gabriele
      in Poesie (Poesie generazionali)

      Pensiero notturno

      Perché sto scrivendo?
      Chi siamo realmente?
      Da dove proveniamo?
      Chi ha scelto per noi?
      Dove si andrà dopo la morte?
      Chi l'ha chiamata morte? Che termine orribile.
      Orribile perché l'abbiamo associata ad un significato orribile.
      Perché esistono le zanzare?
      A che servono?
      Noi a cosa serviamo?
      Siamo utili?
      Siamo un puntino in questo universo.
      L'universo quant'è grande?
      È possibile che esistiamo solo noi in questo universo?
      Perché dobbiamo fare sempre le solite cose?
      Tutto gira attorno ai soldi.
      Questo è il nostro obiettivo: guadagnare soldi.
      Perché cercare di fare finta che i soldi non fanno la felicità?
      Ma felicità di cosa?
      Se è vero che c'è un Dio, perché ha voluto tutto questo?
      Composta mercoledì 3 luglio 2013
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        in Poesie (Poesie generazionali)

        Un attimo di eternità

        Un attimo di eternità ti sfiora
        e ti ruba il sorriso di una vita intera
        accarezzandoti la schiena ti inonda di brividi
        che percorrono il corpo avvinto dall'estasi del momento.
        Ti perdi nel mare che non avevi ancora sognato di navigare,
        trascinato dalla corrente che sembra aver voglia di portarti molto lontano
        distraendo i tuoi pensieri da quello che fino a poco prima era per te ragione di vita
        e ti lasci cullare senza più pensare a ciò che è giusto fare
        perché la voglia di essere sorpreso dalla vita
        è più forte della catena che ti aveva reso schiavo di emozioni senza colore
        e quell'attimo di eternità ti riempie lo sguardo di sogni
        e ti solleva dall'arida terra che non ha più respiro
        e ora che in te la voglia di volare è fonte di vita
        sai che a volte anche un solo attimo di eternità
        può bastare a far sì che il fiume arrivi a baciare il mare.
        Composta giovedì 28 marzo 2013
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          Scritta da: Ada Roggio
          in Poesie (Poesie generazionali)

          Invito

          Ti invito al mio funerale.
          Un invito strano! Non ne ha eguale.
          È un invito esteso per ogni ceto sociale.
          Non puoi mancare
          Mi farà piacere sapere che farai parte di questa compagnia
          Ti aspetta tanta musica, vino e sangria.
          L'allegria non può mancare è stata la prima che ho dovuto invitare.
          Vieni vestita con l'abito della festa, sceglierai un mio souvenir di quel che resta.
          E già!
          C'è chi arriva dall'eternità, e chi fa il viaggio per l'aldilà.
          E già!
          Il mio invito ti giunge come una sorpresa.
          Non è poi stata un'impresa
          La mia richiesta è un tocca sana s'invita chi si ama.
          Controllerai chi è venuto.
          E assicurati che abbia bevuto.
          Non voglio fiori, lacrime in questa festa.
          Questo invito non vuole risposta.
          Non ho usufruito della posta.
          Evviva la festa per colui che resta.
          Composta venerdì 28 giugno 2013
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            Scritta da: Ada Roggio
            in Poesie (Poesie generazionali)

            Non voglio

            A venti anni.
            Non voglio morire ho tanto da imparare, dicevo.
            Imparavo e creavo
            A trenta anni.
            Non voglio morire ho tanto da imparare, dicevo.
            Imparavo e creavo
            A quaranta anni.
            Non voglio morire ho tanto da imparare, dicevo.
            Imparavo e creavo.
            A cinquanta anni.
            Non voglio morire ho tanto da imparare dico.
            Imparo e creo.
            A volte mi sento d'essere immortale, voglio tanto imparare.
            Arriverò all'età destinata da Dio.
            Vorrò ancora imparare per continuare a creare.
            Composta mercoledì 19 giugno 2013
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              Scritta da: Elena
              in Poesie (Poesie generazionali)
              Uccidiamo gli eroi
              e li mettiamo nelle piazze
              nelle gallerie
              nelle statue
              uccidiamo gli eroi
              cristo come è divertente
              uccidere gli eroi
              e poi li mettiamo nei libri
              nella scuola
              nei discorsi
              li massacriamo con le bombe
              con le croci
              cristo sto morendo dalle risate
              se non mi piscio addosso questa volta
              allora potrei farlo sui vostri libri
              sulle vostre gallerie
              sulla vostra scuola
              sui vostri discorsi
              e così gialli di urina
              saranno simili a un bellissimo sole
              caldi e spietati come un motel ad ore.
              Composta mercoledì 26 giugno 2013
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