Poesie d'Autore


in Poesie (Poesie d'Autore)

Senza titolo -5

La nostra storia
dici! Fatta di niente
e le fiaccole fuori
illuminare tanti abbandoni.

Un racconto nemmeno finito
perché fatto di chimere
come parole non dette
di assaggi inventati.

Non è mai cominciata
vera come un miraggio
letta di ore belle
morbide, mordenti emozioni.

Mi volevi e mi allontani
ti amo, così ti perdo.
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    Il segreto

    Ti tengo con me ormai da tempo,
    come si tengono i sogni, che emergono
    nel nostro certo, urgenti, e fioriscono
    dentro, tuo malgrado.

    Ti tengo con me,
    come si tiene quel poco d'acqua nel deserto
    coscienti che non soddisferà tutta la sete.

    Ti tengo con me,
    come l'albero tiene il suo frutto,
    gradendolo e nutrendolo.

    Ti tengo con me,
    ormai da mesi e non so
    come farci incontrare,
    come farci sopportare,
    i miei occhi, i tuoi occhi,
    (la mia anima, la tua anima).

    Tacendo quest'acquitrino di sogni
    marci, anni inceneriti, vita inquinata.

    Tu potresti visitarmi, lo sento, portare ristoro.
    Ma a quale fatica?

    Non esiste niente che sia più misero
    di chi non vuole soffrire e ogni giorno,
    nel profondo,
    non si dimentica di piangere.
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      Quando partirai, diretto ad Itaca,
      che il tuo viaggio sia lungo
      ricco di avventure e di conoscenza.

      Non temere i Lestrigoni e i Ciclopi nè il furioso Poseidone;
      durante il cammino non li incontrerai
      se il pensiero sarà elevato, se l'emozione
      non abbandonerà mai il tuo corpo e il tuo spirito.
      I lestrigonu e i Ciclopi e il furioso Poseidone
      non saranno sul tuo cammino
      se non li porterai con te nell'anima,
      se la tua anima non li porrà davanti ai tuoi passi.

      Spero che la tua strada sia lunga.
      Che siano molte le mattine d'estate,
      che il piacere di vedere i primi porti
      ti arrechi una gioia mai provata.
      Cerca di visitare gli empori della Fenicia
      e raccogli ciò che v'è di meglio.
      Vai alle città dell'Egitto,
      apprendi da un popolo che ha tanto da insegnare.

      Non perdere di vista Itaca,
      poiché giungervi è il tuo destino.
      Ma non affrettare i tuoi passi;
      è meglio che il viaggio duri molti anni
      e la tua nave getti l'ancora sull'isola
      quando ti sarai arricchito
      di ciò che hai conosciuto nel cammino.
      Non aspettarti che Itaca è povera,
      non pensare che ti abbia ingannato.
      Perché sei divenuto saggio, hai vissuto una vita intensa,
      e questo è il significato di Itaca.
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        9342

        Voglio vivere di più
        di tutti i giorni uguali
        aspetto i miei brava
        da 9342 giorni.
        Anche se il sole mi accalda
        il mare mi imbianca
        il verde mi accoglie
        il vento mi cura
        la terra mi serba.
        Sui muri di casa mia
        ombre bianche ed arcane
        che mi fanno compagnia
        senza darmi consigli
        solo oblii.
        La penna che scorre
        e il variabile umore
        in sintonia con voi tre
        distratti da altre luci
        nella salita infinita
        di farmi volere.
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          Domani

          I boschi saranno bianchi
          domani…
          Finalmente meandri
          esplorati dell'anima
          dove odi e maledetto noi
          serravano l'affetto Divino.
          Ci saranno premature
          poi eterne Primavere
          e paradisiaci tetti
          dipinti di rosa
          terrazze sul mondo
          a badarci
          tenere per mani.
          Valli di manna
          ruscelli di latte
          dove tutti si inebrieranno.
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            Il miraggio

            Distinguo il corpo ignudo, carponi
            su un'asparagiaia, venirmi incontro
            a celare il viso gli scandalizzati capelli
            che nulla possono quando la lingua
            si erge come un aspide a lambire
            velenosa la punta del naso.

            La bocca, ghiacciaio in fiamme
            non trattiene lo sciogliersi profumato
            sull'esile mento; ormai gonfio
            come un lombrico indietreggio
            a sostenermi un pioppo, socchiudo
            gli occhi un istante, respiro profondo
            dissolta è l'asparagiaia.

            Smarrito e affranto mi muovo
            tastoni verso l'epicentro del desiderio
            e unica sottile vestigia:
            uno scuro ondulato capello.
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              Lampare

              Perché scrivo e sogno tenue lampare
              su specchi inquinati
              brulicati di stelle cadenti
              tante quanti i desideri.
              Schiaffi di sottile bruma
              come grande battesimale
              che cerimonia da sempre
              rene disorne di conchiglie.
              E lui con la presa nel crine
              che a pelo galoppa
              la bestia ubbidiente
              nel fascio della luna
              e finalmente mi trova.
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                Due uomini

                Adesso, le aspettative erano scambiate:
                Lui… come un bimbo impaurito… attende
                la seggiola minuta ed insolente, non tiene
                conto dell'intatta mole, le lacrime, precoci
                scivolano ignare tra le crepe del tempo.

                Lui… adesso… è chino… chino e mite
                come non lo avevo mai scoperto
                interrogano, del suo andato, circostanze.

                Singolare destino, mi balenano del nemico
                mentre lui… candido… continua a sciogliersi.

                Dovessero, animo contrito, giudicarti adesso
                chi di te fiuterebbe l'uomo incomprensibile
                che non sapeva amare, l'uomo che nel dissipare
                esibiva vocazione e per non perderla di vista,
                la sofferenza la andava suonando porta a porta.

                Adesso sei lì, ad un passo, inerte come un bonzo
                e io qui, indissolubilmente intrappolati, inumata
                rete di dolore tessuta da fendere, urlando, esausti:
                esisto, reagisco, sopravvivo, palpito.

                …Lui… adesso… è un uomo malato
                devo aiutarlo, devo amarlo.

                …Lui… adesso… è mio Padre.
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