Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)
Le cortesie più piccole
Le cortesie più piccole
- un fiore o un libro -
piantano sorrisi come semi
che germogliano nel buio.
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Le cortesie più piccole
- un fiore o un libro -
piantano sorrisi come semi
che germogliano nel buio.
Rifletto: il mondo è breve
e l'angoscia - assoluta -
molti soffrono.
E con questo?
Rifletto: potremmo morire -
la vitalità più intensa
non può impedire il decadimento.
E con questo?
Rifletto: un giorno in cielo
in qualche modo sarà tutto uguale -
qualche nuova equazione sarà data.
E con questo?
Molta follia è divino buon senso
per chi sa vedere.
Molto buon senso, completa la follia.
Ma è la maggioranza che prevale,
in questo come in tutto il resto.
Acconsenti? Sei sano di mente.
Obietti? Se pericoloso, e certo
si farà bene a incatenarti subito.
E se dicessi che non aspetterò!
E se forzassi il cancello di carne
e passandolo corressi verso di te!
E se limassi questo corpo mortale,
vedessi dove duole - è sufficiente -
e camminassi nella Libertà!
Non potranno più prendermi, mai più!
Chiamino pure le prigioni e implorino i fucili, insensati ormai per me,
come il riso di appena un'ora fa,
o i pizzi, o il circo,
o chi è morto ieri.
Buongiorno, mezzanotte.
Torno a casa.
Il giorno si è stancato di me:
come potevo io - di lui?
Era bella la luce del sole.
Stavo bene sotto i suoi raggi.
Ma il mattino non mi ha voluta più,
e così, buonanotte, giorno!
Posso guardare, vero,
l'oriente che si tinge di rosso?
Le colline hanno dei modi allora
che dilatano il cuore.
Tu non sei così bella, mezzanotte.
Io ho scelto il giorno.
Ma, ti prego, prendi una bambina
che lui ha mandato via.
Se più non fossi viva
Quando verranno i pettirossi,
Date a quello con la cravatta rossa
Per ricordo una briciola.
Se non potessi ringraziarvi
Perché immersa nbel sonno,
Sappiate che mi sforzo
Con le mie labbra di granito!
Per fare un prato occorrono un trifoglio ed un'ape, -
Un trifoglio ed un'ape
E il sogno.
Il sogno può bastare
Se le api sono poche.
Vi son cose che volano
Uccelli, ore, calabroni:
Non è per queste l'elegia.
Vi son cose che restano -
Il dolore ed i monti e l'eterno.
Nemmeno queste a me si addicono.
Altre sostano e sorgono.
Posso spiegare i cieli?
Com'è immoto l'enigma!
Il mio secolo non mi fa paura,
il mio secolo pieno di miserie e di crudeltà
il mio secolo coraggioso e eroico.
Non dirò mai che sono vissuto troppo presto
o troppo tardi.
Sono fiero di essere qui, con voi.
Amo il mio secolo che muore e rinasce
un secolo i cui ultimi giorni saranno belli:
il mio secolo splenderà un giorno
come i tuoi occhi.
Senza nessuna ragione qualcosa si rompe in me
e mi chiude la gola
Senza nessuna ragione sobbalzo ad un tratto
lasciando a mezzo lo scritto
senza nessuna ragione nella hall di un albergo
sogno in piedi
senza nessuna ragione l'albero sul marciapiede
mi batte in fronte
senza nessuna ragione un lupo urla alla luna
iroso infelice affamato
senza nessuna ragione le stelle scendono a dondolarsi
sull'altalena del giardino
senza nessuna ragione vedo come sarò nella tomba
senza nessuna ragione nebbia e sole nella mia testa
senza nessuna ragione mi attacco al giorno che inizia
come se non dovesse finire mai più
e ogni volta sei tu
che sali dalle acque.