Poesie d'Autore


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

La cucitrice

L'alba per la valle nera
sparpagliò le greggi bianche:
tornano ora nella sera
e s'arrampicano stanche;
una stella le conduce.
Torna via dalla maestra
la covata, e passa lenta:
c'è del biondo alla finestra
tra un basilico e una menta:
è Maria che cuce e cuce.
Per che cuci e per che cosa?
Un lenzuolo? Un bianco velo?
Tutto il cielo è color rosa,
rosa e oro, e tutto il cielo
sulla testa le riluce.
Alza gli occhi dal lavoro:
una lagrima? Un sorriso?
Sotto il cielo rosa e oro,
chini gli occhi, chino il viso,
ella cuce, cuce, cuce.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Rio Salto

    Lo so: non era nella valle fonda
    suon che s'udìa di palafreni andanti:
    era l'acqua che giù dalle stillanti
    tegole a furia percotea la gronda.
    Pur via e via per l'infinita sponda
    passar vedevo i cavalieri erranti;
    scorgevo le corazze luccicanti,
    scorgevo l'ombra galoppar sull'onda.
    Cessato il vento poi, non di galoppi
    il suono udivo, nè vedea tremando
    fughe remote al dubitoso lume;
    ma poi solo vedevo, amici pioppi!
    Brusivano soave tentennando
    lungo la sponda del mio dolce fiume.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      L'uccellino del freddo

      Viene il freddo. Giri per dirlo
      tu, sgricciolo, intorno le siepi;
      e sentire fai nel tuo zirlo
      lo strido di gelo che crepi.
      Il tuo trillo sembra la brina
      che sgrigiola, il vetro che incrina...
      trr trr trr terit tirit...
      Viene il verno. Nella tua voce
      c'è il verno tutt'arido e tecco.
      Tu somigli un guscio di noce,
      che ruzzola con rumor secco.
      T'ha insegnato il breve tuo trillo
      con l'elitre tremule il grillo...
      trr trr trr terit tirit...
      Nel tuo verso suona scrio scrio,
      con piccoli crepiti e stiocchi,
      il segreto scricchiolettio
      di quella catasta di ciocchi.
      Uno scricchiolettio ti parve
      d'udirvi cercando le larve...
      trr trr trr terit tirit...
      Tutto, intorno, screpola rotto.
      Tu frulli ad un tetto, ad un vetro.
      Così rompere odi lì sotto,
      così screpolare lì dietro.
      Oh! lì dentro vedi una vecchia
      che fiacca la stipa e la grecchia...
      trr trr trr terit tirit...
      Vedi il lume, vedi la vampa.
      Tu frulli dal vetro alla fratta.
      Ecco un tizzo soffia, una stiampa
      già croscia, una scorza già scatta.
      Ecco nella grigia casetta
      l'allegra fiammata scoppietta...
      trr trr trr terit tirit...
      Fuori, in terra, frusciano foglie
      cadute. Nell'Alpe lontana
      ce n'è un mucchio grande che accoglie
      la verde tua palla di lana.
      Nido verde tra foglie morte,
      che fanno, ad un soffio più forte...
      trr trr trr terit tirit...
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Anniversario (1890)

        Sappi - e forse lo sai, nel camposanto -
        la bimba dalle lunghe anella d'oro,
        e l'altra che fu l'ultimo tuo pianto,
        sappi ch'io le raccolsi e che le adoro.
        Per lor ripresi il mio coraggio affranto,
        e mi detersi l'anima per loro:
        hanno un tetto, hanno un nido, ora, mio vanto:
        e l'amor mio le nutre e il mio lavoro.
        Non son felici, sappi, ma serene:
        il lor sorriso ha una tristezza pia:
        io le guardo - o mia sola erma famiglia! -
        e sempre a gli occhi sento che mi viene
        quella che ti bagnò nell'agonia
        non terminata lagrima le ciglia.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Nel giardino

          Nel mio giardino, là nel canto oscuro
          dove ora il pettirosso tintinnìa,
          col gelsomino rampicante al muro,
          c'è la gaggìa;
          e or che ottobre dentro la vermiglia
          foresta il marzo rende morto al suolo,
          e sembra marzo, come rassomiglia
          bacca a bocciuolo,
          alba a tramonto; nelle tenui trine
          l'una si stringe, al roseo vespro, quando
          l'altro i suoi fiori, candide stelline,
          apre, alitando;
          ed al sospiro dell'avemaria,
          quando nel bosco dalle cime nude
          il dì s'esala, il cuore in una pia
          ombra si chiude;
          e l'anima in quell'ombra di ricordi
          apre corolle che imbocciar non vide;
          e l'ombra di fior d'angelo e di fior di
          spina sorride.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Anniversario (1891)

            Già li vedevo gli occhi tuoi, soavi
            seguirmi sempre per il mio cammino,
            chinarsi mesti sul mio capo chino,
            volgersi, al mio dubbiar, dubbiosi e gravi.
            Come col dolor tuo mi consolavi,
            come, o cuore vivente oltre il destino!
            Come al tuo collo ti tornai bambino
            piangendo il pianto che su me versavi!
            Or che rivivo alfine, or che trovai
            ah! Le due parti del tuo cuore infranto,
            ora quell'occhio più che mai materno...
            No: tu con gli altri, al freddo, all'acqua, stai,
            con gli altri solitari in camposanto,
            in questa sera torbida d'inverno.
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              Scritta da: Silvana Stremiz
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Arano

              Al campo, dove roggio nel filare
              qualche pampano brilla, e dalle fratte
              sembra la nebbia mattinal fumare,
              arano: a lente grida, uno le lente
              vacche spinge; altri semina; un ribatte
              le porche con sua marra paziente;
              ché il passero saputo in cor già gode,
              e il tutto spia dai rami irti del moro;
              e il pettirosso: nelle siepi s'ode
              il suo sottil tintinnio come d'oro.
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                Scritta da: Silvana Stremiz
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                L'assiuolo

                Dov'era la luna? Ché il cielo
                notava in un'alba di perla,
                ed ergersi il mandorlo e il melo
                parevano a meglio vederla.
                Venivano soffi di lampi
                da un nero di nubi laggiù:
                veniva una voce dai campi:
                chiù...
                Le stelle lucevano rare
                tra mezzo alla nebbia di latte:
                sentivo il cullare del mare,
                sentivo un fru fru tra le fratte;
                sentivo nel cuore un sussulto,
                com'eco d'un grido che fu.
                Sonava lontano il singulto:
                chiù...
                Su tutte le lucide vette
                tremava un sospiro di vento;
                squassavano le cavallette
                finissimi sistri d'argento
                (tintinni a invisibili porte
                che forse non s'aprono più?... );
                e c'era quel pianto di morte...
                chiù...
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                  Scritta da: Silvana Stremiz
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Il sole e la lucerna

                  In mezzo ad uno scampanare fioco
                  sorse e batté su taciturne case
                  il sole, e trasse d'ogni vetro il fuoco.
                  C'era ad un vetro tuttavia, rossastro
                  un lumicino. Ed ecco il sol lo invase,
                  lo travolse in un gran folgorìo d'astro.
                  E disse, il sole: - Atomo fumido! Io
                  guardo, e tu fosti. - A lui l'umile fiamma:
                  - Ma questa notte tu non c'eri, o dio;
                  e un malatino vide la sua mamma
                  alla mia luce, fin che tu sei sorto.
                  Oh! grande sei, ma non ti vede: è morto! -
                  E poi, guizzando appena:
                  - Chiedeva te! Che tosse!
                  Voleva te! Che pena!
                  Tu ricordavi al cuore
                  suo le farfalle rosse
                  su le ginestre in fiore!
                  Io stavo lì da parte...
                  gli rammentavo sere
                  lunghe di veglia e carte
                  piene di righe nere!
                  Stavo velata e trista,
                  per fargli il ben non vista. -.
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                    Scritta da: Silvana Stremiz
                    in Poesie (Poesie d'Autore)

                    Patria

                    Sogno d'un dì d'estate.
                    Quanto scampanellare
                    tremulo di cicale!
                    Stridule pel filare
                    moveva il maestrale
                    le foglie accartocciate.
                    Scendea tra gli olmi il sole
                    in fascie polverose;
                    erano in ciel due sole
                    nuvole, tenui, róse:
                    due bianche spennellate
                    in tutto il ciel turchino.
                    Siepi di melograno,
                    fratte di tamerice,
                    il palpito lontano
                    d'una trebbiatrice,
                    l'angelus argentino...
                    dov'ero? Le campane
                    mi dissero dov'ero,
                    piangendo, mentre un cane
                    latrava al forestiero,
                    che andava a capo chino.
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