Poesie d'Autore


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Felicità raggiunta

Felicità raggiunta, si cammina
per te sul fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla
al piede, teso ghiaccio che s'incrina;
e dunque non ti tocchi chi più t'ama.

Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari, il tuo mattino
è dolce e turbatore come i nidi delle cimase.
Ma nulla paga il pianto di un bambino
a cui fugge il pallone tra le case.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Tempi brutti per la poesia

    Sì, lo so: solo il felice
    È amato. La sua voce
    È ascoltata con piacere. La sua faccia è bella.

    L'albero deforme nel cortile
    È frutto del terreno cattivo, ma
    Quelli che passano gli danno dello storpio
    E hanno ragione.

    Le barche verdi e le vele allegre della baia
    Io non le vedo. Soprattutto
    Vedo la rete strappata del pescatore.
    Perché parlo solo del fatto
    Che la colona quarantenne cammina in modo curvo?
    I seni delle ragazze
    Sono caldi come sempre.

    Una rima in una mia canzone
    Mi sembrerebbe quasi una spavalderia.

    In me si combattono
    L'entusiasmo per il melo in fiore
    E il terrore per i discorsi dell'imbianchino. *
    Ma solo il secondo
    Mi spinge alla scrivania.

    * Con "l'imbianchino" Brecht si riferisce a Hitler.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Ho sentito che non volete imparare niente

      Ho sentito che non volete imparare niente.
      Deduco: siete milionari.
      Il vostro futuro è assicurato - esso è
      Davanti a voi in piena luce. I vostri genitori
      Hanno fatto sì che i vostri piedi
      Non urtino nessuna pietra. Allora non devi
      Imparare niente. Così come sei
      Puoi rimanere.

      E se, nonostante ciò, ci sono delle difficoltà, dato che i tempi,
      Come ho sentito, sono insicuri
      Hai i tuoi capi che ti dicono esattamente
      Ciò che devi fare affinché stiate bene.
      Essi hanno letto i libri di quelli
      Che sanno le verità
      Che hanno validità in tutti i tempi
      E le ricette che aiutano sempre.

      Dato che ci sono così tanti che pensano per te
      Non devi muovere un dito.
      Però, se non fosse così
      Allora dovresti studiare.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        A quelli nati dopo di noi

        Veramente, vivo in tempi bui!
        La parola disinvolta è folle. Una fronte liscia
        indica insensibilità. Colui che ride
        probabilmente non ha ancora ricevuto
        la terribile notizia.

        Che tempi sono questi in cui
        un discorso sugli alberi è quasi un reato
        perché comprende il tacere su così tanti crimini!
        Quello lì che sta tranquillamente attraversando la strada
        forse non è più raggiungibile per i suoi amici
        che soffrono?

        È vero: mi guadagno ancora da vivere
        ma credetemi: è un puro caso. Niente
        di ciò che faccio mi da il diritto di saziarmi.
        Per caso sono stato risparmiato. (Quando cessa la mia fortuna sono perso)

        Mi dicono: mangia e bevi! Accontentati perché hai!
        Ma come posso mangiare e bere se
        ciò che mangio lo strappo a chi ha fame, e
        il mio bicchiere di acqua manca a chi muore di sete?
        Eppure mangio e bevo.

        Mi piacerebbe anche essere saggio.
        Nei vecchi libri scrivono cosa vuol dire saggio:
        tenersi fuori dai guai del mondo e passare
        il breve periodo senza paura.

        Anche fare a meno della violenza
        ripagare il male con il bene
        non esaudire i propri desideri, ma dimenticare
        questo è ritenuto saggio.
        Tutto questo non mi riesce:
        veramente, vivo in tempi bui!

        Voi, che emergerete dalla marea
        nella quale noi siamo annegati
        ricordate
        quando parlate delle nostre debolezze
        anche i tempi bui
        ai quali voi siete scampati.

        Camminavamo, cambiando più spesso i paesi delle scarpe,
        attraverso le guerre delle classi, disperati
        quando c'era solo ingiustizia e nessuna rivolta.

        Eppure sappiamo:
        anche l'odio verso la bassezza
        distorce i tratti del viso.
        Anche l'ira per le ingiustizie
        rende la voce rauca. Ah, noi
        che volevamo preparare il terreno per la gentilezza
        noi non potevamo essere gentili.

        Ma voi, quando sarà venuto il momento
        in cui l'uomo è amico dell'uomo
        ricordate noi
        Con indulgenza.
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