Poesie d'Autore


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Amaranta

Biondi, lucidi seni di Amaranta,
limati da una lingua di levriero.
Portico di limoni, dal sentiero
disviati che alla tua gola monta.

Rosso, un ponte di riccioli sormonta
il volto e incendia i tuoi ondulati avorii.
Morde e ferisce dei denti il biancore,
curvo, per aria, ti innalza nel vento.

Solitudine dorme in ombratura,
calza il suo piede di zeffiro e scende
dall'alto olmo al mar della pianura.

E il corpo in ombra, oscuro, le si accende,
e gladiatrice, come brace impura,
tra Amaranta e il suo amante si distende.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    L'angelo buono

    Venne quello che amavo,
    quello che invocavo.
    Non quello che spazza cieli senza difese,
    astri senza capanne,
    lune senza patria,
    nevi.
    Nevi di quelle cadute da una mano,
    un nome,
    un sogno,
    una fronte.
    Non quello che alla sua chioma
    legò la morte.
    Quello che io amavo.
    Senza graffiare i venti,
    senza foglia ferire né smuovere cristalli.
    Quello che alla sua chioma
    legò il silenzio.
    Senza farmi del male,
    per scavarmi un argine di dolce luce nel petto
    e rendermi l'anima navigabile.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      La neve cade

      La neve cade, la neve cade
      Alle bianche stelline in tempesta
      Si protendono i fiori del geranio
      Dallo stipite della finestra:
      La neve cade e ogni cosa è in subbuglio,
      ogni cosa si lancia in un volo,
      i gradini della nera scala,
      la svolta del crocicchio.
      La neve cade, la neve cade,
      come se non cadessero i fiocchi,
      ma in un mantello rattoppato
      scendesse a terra la volta celeste.
      Come se con l'aspetto di un bislacco
      Dal pianerottolo in cima alle scale,
      di soppiatto, giocando a rimpiattino,
      scendesse il cielo dalla soffitta.
      Perché la vita stringe. Non fai a tempo
      A girarti dattorno, ed è Natale.
      Solo un breve intervallo:
      guardi, ed è l'Anno Nuovo.
      Densa, densissima la neve cade.
      E chi sa che il tempo non trascorra
      Per le stesse orme, nello stesso ritmo,
      con la stessa rapidità o pigrizia,
      tenendo il passo con lei?
      Chi sa che gli anni, l'uno dietro l'altro,
      non si succedano come la neve,
      o come le parole d'un poema?
      La neve cade, la neve cade,
      la neve cade e ogni cosa è in subbuglio:
      il pedone imbiancato,
      le piante sorprese,
      la svolta del crocicchio.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        La stella di Natale

        Era pieno inverno.
        Soffiava il vento della steppa.
        E aveva freddo il neonato nella grotta
        Sul pendio della collina.

        L'alito del bue lo riscaldava.
        Animali domestici
        stavano nella grotta,
        sulla culla vagava un tiepido vapore.

        Scossi dalle pelli le paglie del giaciglio
        e i grani di miglio,
        dalle rupi guardavano
        assonnati i pastori gli spazi della mezzanotte.

        Lontano, la pianura sotto la neve, e il cimitero
        e recinti e pietre tombali
        e stanghe di carri confitte nella neve,
        e sul cimitero il cielo tutto stellato.

        E lì accanto, mai vista sino allora,
        più modesta d'un lucignolo
        alla finestrella d'un capanno,
        traluceva una stella sulla strada di Betlemme.



        Per quella stessa via, per le stesse contrade
        degli angeli andavano, mescolati alla folla.
        L'incorporeità li rendeva invisibili,
        ma a ogni passo lasciavano l'impronta d'un piede.

        Una folla di popolo si accalcava presso la rupe.
        Albeggiava. Apparivano i tronchi dei cedri.
        E a loro, "chi siete? " domandò Maria.
        "Noi, stirpe di pastori e inviati del cielo,
        siamo venuti a cantare lodi a voi due".
        "Non si può, tutti insieme. Aspettate alla soglia".

        Nella foschia di cenere, che precede il mattino,
        battevano i piedi mulattieri e allevatori.
        Gli appiedati imprecavano contro quelli a cavallo;
        e accanto al tronco cavo dell'abbeverata
        mugliavano i cammelli, scalciavano gli asini.

        Albeggiava. Dalla volta celeste l'alba spazzava,
        come granelli di cenere, le ultime stelle.
        E della innumerevole folla solo i Magi
        Maria lasciò entrare nell'apertura rocciosa.

        Lui dormiva, splendente, in una mangiatoia di quercia,
        come un raggio di luna dentro un albero cavo.
        Invece di calde pelli di pecora,
        le labbra d'un asino e le nari d'un bue.

        I Magi, nell'ombra, in quel buio di stalla
        Sussurravano, trovando a stento le parole.
        A un tratto qualcuno, nell'oscurità,
        con una mano scostò un poco a sinistra
        dalla mangiatoia uno dei tre Magi;
        e quello si voltò: dalla soglia, come in visita,
        alla Vergine guardava la stella di Natale.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Dichiarazione

          Essere donna è un gran passo,
          fare impazzire, eroismo.

          E io dinnanzi al miracolo di mani,
          schiena, spalle e di un collo di donna
          con devozione di servo
          la vita tutta riverisco.

          Ma per quanto la notte m'incateni
          con un anello d'angoscia,
          più forte è al mondo l'aspirazione ad evadere
          e la passione attira alle rotture.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Poesia d'amore

            Nessuno sarà a casa
            solo la sera. Il solo
            giorno invernale nel vano trasparente
            delle tende scostate.

            Di palle di neve solo, umide, bianche
            la rapida sfavillante traccia.
            Soltanto tetti e neve e tranne
            i tetti e la neve, nessuno.

            E di nuovo ricamerà la brina,
            e di nuovo mi prenderanno
            la tristezza di un anno trascorso
            e gli affanni di un altro inverno,

            e di nuovo mi tormenteranno
            per una colpa non ancora pagata,
            e la finestra lungo la crociera
            una fame di legno serrerà.

            Ma per la tenda d'un tratto
            scorrerà il brivido di un'irruzione .
            Il silenzio coi passi misurando
            tu entrerai, come il futuro.

            Apparirai presso la porta,
            vestita senza fronzoli, di qualcosa di bianco,
            di qualcosa proprio di quei tessuti
            di cui ricamano i fiocchi.
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              Scritta da: Silvana Stremiz
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              In pena

              In pena per un cielo infranto
              per la pioggia che ci bagnerà
              vado pensando alla gioia grande
              che se vorremo ci prenderà.

              Tra dovere ed inquietudine
              esita quasta vita rude.
              (È una molto grande pena
              confessarlo, ora)

              Qui ogni cosa odora d'erba.
              Su tutto il cielo, in cielo, il volo delle rondini
              ci distrae, ci fa pensare...
              Io penso una speranza quieta.
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                Scritta da: Silvana Stremiz
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Senza rancore

                Lacrime dalle palpebre, dolori dei dolenti,
                dolori che non contano e lacrime incolori.
                Non chiede nulla, lui, non è insensibile,
                triste nella prigione e triste quand'è libero.

                È un tempo tetro, è una notte nera
                da non mandare in giro neanche un cieco. I forti
                siedono, il potere è in pugno ai deboli,
                e in piedi è il re, vicino alla regina assisa.

                Sorrisi e sospiri, insulti imputridiscono
                nella bocca dei muti e negli occhi dei vili.
                Non toccare nulla! Qui brucia, là arde;
                codeste mani son per le tasche e le fronti.

                Un'ombra...
                Tutta la sciagura del mondo
                e il mio amore addosso
                come una bestia nuda.
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                  Scritta da: Silvana Stremiz
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  La curva dei tuoi occhi intorno al cuore

                  La curva dei tuoi occhi intorno al cuore
                  ruota un moto di danza e di dolcezza,
                  aureola di tempo, arca notturna e sicura
                  e se non so più quello che ho vissuto
                  è perché non sempre i tuoi occhi mi hanno visto.

                  Foglie di luce e spuma di rugiada
                  canne del vento, risa profumate,
                  ali che coprono il mondo di luce,
                  navi cariche di cielo e di mare,
                  caccia di suoni e fonti di colori,

                  profumi schiusi da una cova di aurore
                  sempre posata sulla paglia degli astri,
                  come il giorno vive di innocenza,
                  così il mondo vive dei tuoi occhi puri
                  e tutto il mio sangue va in quegli sguardi.
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