Qualcuno dei Sai si vanta del mio scudo, che presso un cespuglio - arma gloriosa - lasciai non volendo. Ma salvai la mia vita. Quello scudo, che importa? Vada in malora. Un altro ne acquisterò, non meno bello.
Non amo un generale alto, che sta a gambe larghe, fiero dei suoi riccioli e ben rasato. Uno basso ne voglio, con le gambe storte, ma ben saldo sui piedi, e pieno di coraggio.
Cuore, mio cuore, turbato da affanni senza rimedio, sorgi, difenditi, opponendo agli avversari il petto; e negli scontri coi nemici poniti, saldo, di fronte a loro; e non ti vantare davanti a tutti, se vinci; vinto, non gemere, prostrato nella tua casa. Ma gioisci delle gioie e soffri dei dolori non troppo: apprendi la regola che gli uomini governa.
Una giovane ha appena accavallato le gambe E il poeta spera che il vento sia suo complice. Sorveglia irrispettosamente l'orlo del vestito, l'unica strada verso la felicità. La giovane sorride, estranea all'importanza della sua coscia parlando di profumi o ragazzi o promesse. E il vento soffierà - di fronte a tanta insistenza soffierà – ma la vera fortuna sta nel fatto che la mano della giovane scenda in tempo, e la sua pelle continui ad essere possibile.
I nonni non mi piacciono perché finiscono subito. Sono a malapena un ginocchio ossuto, una mano tra i capelli, e diventano già una foto nella sala, un volto che s'allontana.
I nonni mi spaventano perché sono molto docili, sanno tutto e cantano.
I genitori dovrebbero avere i figli più da giovani, perché questi a loro volta avessero presto figli e i nonni non arrivassero tanto tardi.