Poesie d'Autore


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Kinsey Keene

Ascoltate, Thomas Rhodes, presidente della banca;
Coolbaugh Whedon, direttore dell'"Argo";
Reverendo Peet, pastore della prima chiesa;
A. D. Blood, più volte sindaco di Spoon River;
e finalmente voi tutti, membri dell'Associazione del Buon Costume —
ascoltate le parole di Cambronne morituro,
ritto con gli eroici superstiti
della guardia di Napoleone a Mont Saint-Jean
sul campo di battaglia di Waterloo,
quando Maitland, l'inglese, gridò loro:
"Arrendetevi, prodi Francesi! " —
là sul finir del giorno, quando la battaglia fu irrimediabilmente perduta,
e orde d'uomini che non eran più l'esercito
del grande Napoleone
si agitavano sul campo come brandelli laceri
di nuvole tonanti nella tempesta.
Ebbene, ciò che Cambronne disse a Maitland
prima che il fuoco inglese spianasse il ciglio della collina
contro la luce morente del giorno,
io dico a voi, e a tutti voi,
e a te, universo.
E v'incarico di scolpirlo.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Reuben Pantier

    Sì, Emily Sparks, le tue preghiere non furono sprecate,
    il tuo amore non fu tutto vano.
    Io devo tutto ciò che fui in vita
    alla tua speranza che non volle disperare di me,
    al tuo amore che sempre mi considerò buono.
    Cara Emily Sparks, voglio narrarti la mia storia.
    Tralascio gli influssi di mio padre e mia madre;
    la figlia della modista mi mise nei guai
    e me ne andai nel mondo,
    dove affrontai tutti i pericoli noti
    del vino, delle donne e dei piaceri.
    Una notte, in una stanza di Rue de Rivoli,
    bevevo del vino con una donnina occhi-neri,
    e le lagrime mi riempivano gli occhi.
    Essa credé che fossero lacrime d'amore, e sorrise
    al pensiero d'avermi conquistato.
    Ma la mia anima era tremila miglia lontano,
    nei giorni in cui tu mi facevi scuola a Spoon River.
    E proprio perché non potevi più amarmi,
    né pregare per me ne scrivermi più,
    l'eterno silenzio parlò in vece tua.
    E la donnina occhi-neri prese per sé le lacrime,
    come i baci bugiardi che io le davo.
    Comunque, da quel momento, io ebbi una nuova visione —
    cara Emily Sparks!
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Emily Sparks

      Dov'è il mio ragazzo, il mio ragazzo –
      in quale parte del mondo?
      il ragazzo che amavo pil'i di tutti nella scuola? —-
      io, la maestra, la vecchia zitella, il vergine cuore,
      che di tutti avevo fatto miei figli.
      Giudicai bene il mio ragazzo,
      ritenendolo uno spirito ardente,
      smanioso, instancabile?
      Oh, ragazzo ragazzo, per cui pregai e pregai
      in tante ore di veglia la notte,
      ricordi la lettera che ti scrissi
      sulla bellezza dell'amore del Cristo?
      E che tu l'abbia ricevuta o no,
      ragazzo mio, dovunque tu sia,
      fa qualcosa per la salvezza della tua anima
      perché tutto il tuo fango, tutta la tua scoria
      possa soccombere al fuoco,
      finché il fuoco non diventi che luce!...
      Non diventi che luce!
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        La Signora Benjamin Pantier

        Io so ch'egli diceva che avevo accalappiato la sua anima
        con una rete che lo dissanguò.
        E tutti gli uomini lo amavano,
        e molte donne lo compiangevano.
        Ma immaginate di essere una vera signora, e di aver gusti delicati,
        e che l'odore del whiskey o delle cipolle vi nausei,
        e il ritmo dell'Ode di Wordsworth vi rimormori all'orecchio,
        mentre da mane a sera lui gironzola
        ripetendo frammenti di quella comune sentenza:
        "Oh, perché inorgoglirsi quando siamo mortali? "
        E poi, immaginate:
        siete una donna ben dotata,
        e il solo uomo con cui la legge e la morale
        vi permettono di aver rapporti coniugali
        è proprio l'uomo che vi riempie di disgusto
        ogni volta che ci pensate — e voi ci pensate
        ogni volta che lo vedete!
        È per questo che lo cacciai di casa
        a vivere col cane in una sudicia stanza
        nel retro del suo ufficio.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Quando vide la timida donzella
          dal fiero colpo uscir tanta ruina,
          per gran timor cangiò la faccia bella,
          qual il reo ch'al supplicio s'avvicina;
          né le par che vi sia da tardar, s'ella
          non vuol di quel Rinaldo esser rapina,
          di quel Rinaldo ch'ella tanto odiava,
          quanto esso lei miseramente amava.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Ecco Rinaldo con la spada adosso
            a Sacripante tutto s'abbandona;
            e quel porge lo scudo, ch'era d'osso,
            con la piastra d'acciar temprata e buona.
            Taglial Fusberta, ancor che molto grosso:
            ne geme la foresta e ne risuona.
            L'osso e l'acciar ne va che par di ghiaccio,
            e lascia al Saracin stordito il braccio.
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              Scritta da: Silvana Stremiz
              in Poesie (Poesie d'Autore)
              Fanno or con lunghi, ora con finti e scarsi
              colpi veder che mastri son del giuoco:
              or li vedi ire altieri, or rannicchiarsi,
              ora coprirsi, ora mostrarsi un poco,
              ora crescer inanzi, ora ritrarsi,
              ribatter colpi e spesso lor dar loco,
              girarsi intorno; e donde l'uno cede,
              l'altro aver posto immantinente il piede.
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                Scritta da: Silvana Stremiz
                in Poesie (Poesie d'Autore)
                Quando crede cacciarlo, egli s'arresta;
                E se tener lo vuole, o corre o trotta:
                poi sotto il petto si caccia la testa,
                giuoca di schiene, e mena calci in frotta.
                Vedendo il Saracin ch'a domar questa
                bestia superba era mal tempo allotta,
                ferma le man sul primo arcione e s'alza,
                e dal sinistro fianco in piede sbalza.
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                  Scritta da: Silvana Stremiz
                  in Poesie (Poesie d'Autore)
                  Come soglion talor duo can mordenti,
                  o per invidia o per altro odio mossi,
                  avicinarsi digrignando i denti,
                  con occhi bieci e più che bracia rossi;
                  indi à morsi venir, di rabbia ardenti,
                  con aspri ringhi e ribuffati dossi:
                  così alle spade e dai gridi e da l'onte
                  venne il Circasso e quel di Chiaramonte.
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                    Scritta da: Silvana Stremiz
                    in Poesie (Poesie d'Autore)
                    - Tu te ne menti che ladrone io sia
                    (rispose il Saracin non meno altiero):
                    chi dicesse a te ladro, lo diria
                    (quanto io n'odo per fama) più con vero.
                    La pruova or si vedrà, chi di noi sia
                    più degno de la donna e del destriero;
                    ben che, quanto a lei, teco io mi convegna
                    che non è cosa al mondo altra sì degna. -.
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