Ascoltate, Thomas Rhodes, presidente della banca; Coolbaugh Whedon, direttore dell'"Argo"; Reverendo Peet, pastore della prima chiesa; A. D. Blood, più volte sindaco di Spoon River; e finalmente voi tutti, membri dell'Associazione del Buon Costume — ascoltate le parole di Cambronne morituro, ritto con gli eroici superstiti della guardia di Napoleone a Mont Saint-Jean sul campo di battaglia di Waterloo, quando Maitland, l'inglese, gridò loro: "Arrendetevi, prodi Francesi! " — là sul finir del giorno, quando la battaglia fu irrimediabilmente perduta, e orde d'uomini che non eran più l'esercito del grande Napoleone si agitavano sul campo come brandelli laceri di nuvole tonanti nella tempesta. Ebbene, ciò che Cambronne disse a Maitland prima che il fuoco inglese spianasse il ciglio della collina contro la luce morente del giorno, io dico a voi, e a tutti voi, e a te, universo. E v'incarico di scolpirlo.
Sì, Emily Sparks, le tue preghiere non furono sprecate, il tuo amore non fu tutto vano. Io devo tutto ciò che fui in vita alla tua speranza che non volle disperare di me, al tuo amore che sempre mi considerò buono. Cara Emily Sparks, voglio narrarti la mia storia. Tralascio gli influssi di mio padre e mia madre; la figlia della modista mi mise nei guai e me ne andai nel mondo, dove affrontai tutti i pericoli noti del vino, delle donne e dei piaceri. Una notte, in una stanza di Rue de Rivoli, bevevo del vino con una donnina occhi-neri, e le lagrime mi riempivano gli occhi. Essa credé che fossero lacrime d'amore, e sorrise al pensiero d'avermi conquistato. Ma la mia anima era tremila miglia lontano, nei giorni in cui tu mi facevi scuola a Spoon River. E proprio perché non potevi più amarmi, né pregare per me ne scrivermi più, l'eterno silenzio parlò in vece tua. E la donnina occhi-neri prese per sé le lacrime, come i baci bugiardi che io le davo. Comunque, da quel momento, io ebbi una nuova visione — cara Emily Sparks!
Dov'è il mio ragazzo, il mio ragazzo – in quale parte del mondo? il ragazzo che amavo pil'i di tutti nella scuola? —- io, la maestra, la vecchia zitella, il vergine cuore, che di tutti avevo fatto miei figli. Giudicai bene il mio ragazzo, ritenendolo uno spirito ardente, smanioso, instancabile? Oh, ragazzo ragazzo, per cui pregai e pregai in tante ore di veglia la notte, ricordi la lettera che ti scrissi sulla bellezza dell'amore del Cristo? E che tu l'abbia ricevuta o no, ragazzo mio, dovunque tu sia, fa qualcosa per la salvezza della tua anima perché tutto il tuo fango, tutta la tua scoria possa soccombere al fuoco, finché il fuoco non diventi che luce!... Non diventi che luce!
Io so ch'egli diceva che avevo accalappiato la sua anima con una rete che lo dissanguò. E tutti gli uomini lo amavano, e molte donne lo compiangevano. Ma immaginate di essere una vera signora, e di aver gusti delicati, e che l'odore del whiskey o delle cipolle vi nausei, e il ritmo dell'Ode di Wordsworth vi rimormori all'orecchio, mentre da mane a sera lui gironzola ripetendo frammenti di quella comune sentenza: "Oh, perché inorgoglirsi quando siamo mortali? " E poi, immaginate: siete una donna ben dotata, e il solo uomo con cui la legge e la morale vi permettono di aver rapporti coniugali è proprio l'uomo che vi riempie di disgusto ogni volta che ci pensate — e voi ci pensate ogni volta che lo vedete! È per questo che lo cacciai di casa a vivere col cane in una sudicia stanza nel retro del suo ufficio.
Quando vide la timida donzella dal fiero colpo uscir tanta ruina, per gran timor cangiò la faccia bella, qual il reo ch'al supplicio s'avvicina; né le par che vi sia da tardar, s'ella non vuol di quel Rinaldo esser rapina, di quel Rinaldo ch'ella tanto odiava, quanto esso lei miseramente amava.
Ecco Rinaldo con la spada adosso a Sacripante tutto s'abbandona; e quel porge lo scudo, ch'era d'osso, con la piastra d'acciar temprata e buona. Taglial Fusberta, ancor che molto grosso: ne geme la foresta e ne risuona. L'osso e l'acciar ne va che par di ghiaccio, e lascia al Saracin stordito il braccio.
Fanno or con lunghi, ora con finti e scarsi colpi veder che mastri son del giuoco: or li vedi ire altieri, or rannicchiarsi, ora coprirsi, ora mostrarsi un poco, ora crescer inanzi, ora ritrarsi, ribatter colpi e spesso lor dar loco, girarsi intorno; e donde l'uno cede, l'altro aver posto immantinente il piede.
Quando crede cacciarlo, egli s'arresta; E se tener lo vuole, o corre o trotta: poi sotto il petto si caccia la testa, giuoca di schiene, e mena calci in frotta. Vedendo il Saracin ch'a domar questa bestia superba era mal tempo allotta, ferma le man sul primo arcione e s'alza, e dal sinistro fianco in piede sbalza.
Come soglion talor duo can mordenti, o per invidia o per altro odio mossi, avicinarsi digrignando i denti, con occhi bieci e più che bracia rossi; indi à morsi venir, di rabbia ardenti, con aspri ringhi e ribuffati dossi: così alle spade e dai gridi e da l'onte venne il Circasso e quel di Chiaramonte.
- Tu te ne menti che ladrone io sia (rispose il Saracin non meno altiero): chi dicesse a te ladro, lo diria (quanto io n'odo per fama) più con vero. La pruova or si vedrà, chi di noi sia più degno de la donna e del destriero; ben che, quanto a lei, teco io mi convegna che non è cosa al mondo altra sì degna. -.