Poesie d'Autore


in Poesie (Poesie d'Autore)
Se senti vacillare la fede
per la violenza della tempesta,
calmati: Dio ti guarda.
Se ogni ora che passa
cade nel nulla senza più ritornare,
calmati: Dio rimane.
Se il tuo cuore è agitato
e in preda a tristezza,
calmati: Dio perdona.
Se la morte ti spaventa
e temi il mistero e la notte,
calmati: Dio risveglia.
Lui ci ascolta quando nulla ci risponde,
è con noi quando ci crediamo soli.
Ci ama quando ci abbandona.
Composta mercoledì 23 febbraio 2011
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    Scritta da: Giorgio De Luca
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Quante volte da bambina...

    Quante volte da bambina
    sei rimasta incantata
    a guardare il tramonto...

    ... e quante volte
    hai visto nascere il giorno
    vestito di primavera.

    L'autunno è colore...

    Lungo il sentiero
    scorre l'acqua chiara
    della giovinezza.

    Il canto d'usignolo
    ti accompagna per la via
    che profuma di fiori e grano
    appena tagliato...
    Composta domenica 3 luglio 2005
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      Scritta da: Silvio Squillante
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Invettiva (XXI secolo)

      Scheletri di case come trasparenti barattoli,
      ospitano guazzanti anime sole
      che si incontrano solo per andare al cesso.
      Cola lenta la solitudine
      dai disegni elettrici che ornano la città,
      ora so quanto male procurano
      questi bagliori al neon
      alla nostra cieca società.
      Rannicchiati schiena contro schiena
      il buio mi parla della sua cecità,
      mi racconta del pianista non vedente
      che seppe innamorarsi
      ascoltando soltanto la voce.
      Mi allontano cingendomi il viso,
      quanto vorrei esser cieco come te
      mia cara notte!
      Composta martedì 22 febbraio 2011
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        Scritta da: Silvio Squillante
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Vestirmi di pensieri ed uscire...

        Vestirmi di pensieri ed uscire,
        prender posto lì, s'un gomito di sabbia
        che s'allunga verso il mare.
        Sporcare con le dita
        la purezza di una pagina bianca
        è ciò che mi diletta,
        vivere nel occhio di quel ciclone
        che chiamano ispirazione
        rivalutare
        la mia innocenza, la mia sensibilità.
        Ho lasciato una bozza di sogno
        sul tavolo della realtà,
        aspetto solo un piccolo segnale
        per rientrare
        e porre il brivido su carta.
        Eccolo.
        Composta martedì 22 febbraio 2011
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          Scritta da: Antonio Prencipe
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Quella poesia non ancora scritta

          Ed io ancora fermo qui
          ad aspettar quella poesia non ancora scritta
          rinchiusa nel mio cuore squarciato
          e nella mia anima guerriera,
          assassina, Rock, reduce da una guerra
          non vinta pettinata dal vento freddo
          come quello che asciugava le mie lacrime
          nelle notti stanche di Novembre.
          Scriverò i versi di un cuore
          che non batte ma non muore,
          ammazzerò l'amore ricevuto e poi perso
          nei versi rabbiosi, aggressivi, malinconici
          che spaccano in due il destino consumato dal sole
          che cadrà nei versi astratti
          di una poesia non ancora scritta.
          Aspetterò quella poesia
          accantonata, abbandonata, gettata
          al centro del cielo, affiancata da una nuvola
          folle, splendente, color estate
          assaporata dalle stelle che specchiandosi
          abbandonano i loro morti rifugiati
          in quel segreto e peccaminoso
          odore che il cielo regala al mondo
          padrone di quei sorrisi e quelle lacrime
          non ancora consumate dall'appannarsi
          insipido di un amore non ancora
          poetico come tutto ciò che la mia anima
          vuole e nasconde dietro un vetro
          scuro amato da una vita schiava,
          melodica canzone dall'istinto violento
          ed aggressivo, perpetuo combattente
          di un amore leggiadro come una farfalla
          color arcobaleno, poggiata su un fiore
          senza petali amari, avvelenati dall'incessante
          pioggia che sul terreno asciutto
          batte e smuove l'orizzonte.
          Composta martedì 22 febbraio 2011
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            Scritta da: Antonio Prencipe
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Farà male all'anima tua, all'anima mia

            Prima o poi anche la notte
            scriverà poesie nell'ulular del vento,
            ama la vita in silenzio
            nelle ombre di un suicidio che farà male
            all'anima tua, all'anima mia,
            il cielo sanguina grandine e finte speranze,
            amore e nuvole contorte fingono in
            un altro tuo Addio che farà male,
            che spingerà la morte a casa tua.
            Aprirai la porta e lei per mano
            t'accompagnerà nei confini oppressi
            del paradiso represso morto con te.
            Parlerai con me in un sogno pescato
            dal tempo amaro e senza rispetto
            verso i miei occhi stanchi di piangere
            per te amore mio.
            Sangue e grandine dentro di me,
            rivoglio la vita tua, rivoglio i baci tuoi
            te ne sei andata via dalla vita mia,
            nel cesso hai gettato via tutta la storia
            mia, tua, ed ora in un tubo di scarico
            navigo vomitando nell'orizzonte quell'emozione
            provata solamente per te.
            Lui ha cercato di domarmi, lui è morto con te
            in una strada disordinata senza senso,
            disarmata dal miracoloso e noioso destino
            che prima o poi appare portandosi via
            tutte quelle parole, quei gesti d'amore
            detti e custoditi nel profondo di un cuore
            che ancora oggi ha paura di respirare
            perché sa che nell'aria la morte appare
            portandosi via anche il più piccolo
            raggio di luna piena sospeso
            in una collina con tanti diamanti
            e pochi granelli di sabbia distrutti
            dall'ombra divina della morte
            bastarda padrona sconosciuta
            dalla sorte grandissima puttana.
            Composta sabato 19 febbraio 2011
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              Scritta da: Anna De Santis
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              tango...2011

              Un passo dopo l'altro
              sempre più vicini
              già sento il tuo respiro
              sopra il mio desiderio.
              La rosa tra le labbra
              mi baci... è tua
              ed ora prendi me
              la musica è passione
              che esagera la voglia
              ed io che come foglia
              tremo e poi cado giù...
              Tra le tue braccia ancora
              ora dopo ora
              portami oltre il divenire
              oltre ogni confine
              lì dove non si vede più il mare
              e il sole come me d'amore
              và a morire.
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                Scritta da: Giorgio De Luca
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Suonate Trombettieri!

                Suonate trombettieri!

                Suonate...

                Suonate il silenzio se avete ancora fiato!

                Suonate per i poveri soldati
                caduti faccia a terra
                senza vedere il colore delle stelle!

                Mamma bugiarda...

                Hai vestito d'Autunno i tuoi Figli
                per lasciarli nudi d'Inverno.

                Piange il cuore, resta muto!

                Muto come l'acqua del Piave
                macchiato di sangue.

                Suonate trombettieri!

                Suonate...

                Suonate il silenzio se avete ancora fiato!
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                  Scritta da: Duilio MARTINO
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Ellis Island

                  Sul viso spento brillano due lacrime,
                  preziose le reliquie del saluto,
                  un bere fiele quel dolersi muto,
                  guardando gli occhi di mamma e papà.

                  Si posa la rugiada sull'Abruzzo,
                  sul sogno nuovo di vita gioviale,
                  giammai distolse la speme quel sale
                  d'aperte piaghe del grave migrar.

                  Or grida la "du botte" disperata
                  scacciando ancora lo scuro destino
                  sul desco calgionetti con buon vino,
                  quadriglia sopra quel tenue vociar.

                  Su corde rauche lo stanco cardillo
                  valige e pacchi pieni di sapori
                  caciotta e moka tra foto d'amori
                  icone della Vergine con tè.

                  Nel petto i lembi di vita sudata
                  tra le colonne sporgere su quel mare
                  l'abisso scuro nel tenue pensare
                  l'assurda "Utopìa" che giace là.

                  Residue gocce nel l'atto finale
                  le carni nude e l'intimo violato
                  nel buio luce del mondo bramato
                  un'isola sul "Hudson"... d'acre sa.
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