Io le costellazioni sfogliai, ferendomi,
afflilando le dita al contatto delle stelle,
tessendo fibra a fibra la gelida orditura
di un castello senza porte...
Composta giovedì 21 aprile 2011
Io le costellazioni sfogliai, ferendomi,
afflilando le dita al contatto delle stelle,
tessendo fibra a fibra la gelida orditura
di un castello senza porte...
Ero un uomo, sono un soldato soccorro i deboli e salvo vite
per questo so d'esser nel giusto.
Ero un uomo, sono un soldato ho letto negli occhi dei bambini
la mancata innocenza.
Ero un uomo, sono un soldato
nelle foto che l'allegria scatta svelte
vengo sempre un po' sfuocato.
Ero un uomo,
ero un soldato
ho incontrato
un altro uomo
ma non sono stato
io ad aver sparato.
Che tu voglia fermarti da me
dove è tanto oscura la mia vita
e fuori le stelle si affrettano
e tutto è uno scintillio,
che tu conosca della vita
un centro del movimento,
fa di te e del tuo Amore
per me, uno spirito buono.
Nella mia oscurità percepisci
la stella tanto nascosta.
Con il tuo Amore mi ricordi
il dolce cuore della vita.
È notte e rimarrei a guardare il cielo per ore,
desiderando quella stella lontana che con il suo bagliore,
da vita ogni sera ad un fiore stupendo,
ed io la guardo, la seguo pur sapendo,
che il mio amore è in un continuo crescendo.
Illumini un mondo a me sconosciuto,
senza nome e senza aiuto,
e non è una follia,
la voglia di amarti sarà la mia pazzia,
pur sapendo che non sarai mia.
Passano i mesi, conto le ore,
è come un assalto al tuo cuore,
in una mia sconfitta finirà,
quel castello nemmeno una breccia avrà.
Sono anni ormai che la mia è più di una fantasia,
ed è meglio che io vada via,
e sarà soltanto colpa mia...
Di energia fonti pulite
malvolentieri son seguite,
si ricorre al nucleare
senza troppo pensare
all'immane sciagura
che sconvolse la natura:
impressa resta nella memoria
quella triste pagina di storia
che racchiude l'orrido delitto
del secondo mondiale conflitto,
allorché due soli ordigni
di pace infransero i bei sogni.
Anni ed anni son passati
ed i fantasmi son tornati;
non è certo una menzogna,
or si ripete la vergogna:
il disastro ancor lì evidente
il sonno toglie a tanta gente.
Figlio mio, perla dei miei occhi,
luce dei miei passi,
ombra dei miei pensieri.
Figlio mio, frutto del mio amore,
pace dei miei sensi,
gioia del mio cuore.
Figlio mio, sangue del mio sangue,
scrigno dei miei averi,
chiave dei miei desideri.
Figlio mio,
ovunque tu sia in questo momento,
non posso fare altro
che sentirti dentro.
Petali strappati ad un fiore
sono i giorni che si contano con le dita,
a che serve il piacere dell'amore,
se finisce con la morte di una vita?
Ogni giorno, proprio al sorgere del sole,
c'è una donna che si sente in alto mare,
e di fronte ad una scelta che fa male,
deve decidere se fermarsi o continuare.
E mentre credi di essere sola nel cammino
e non sei pronta per superare la nuova sfida,
dentro di te, c'è già il suo piccolo cuoricino,
che batte forte perché ti vede come una guida.
C'è accanto un uomo, che un giorno lui chiamerà papà,
e lassù in cielo un altra donna che guarda in giù,
che fanno conto sulla tua grande capacità,
di farti forza, stringendo i pugni, e guardando in su.
Siamo rondini nel cielo, e siamo fatti per volare,
c'è una voce che ti dice: ti prego non sparare!
C'è una luce che ti segue, ed illumina il cammino,
e sarà la tua allegria, la tua forza, il tuo bambino.
Cara mamma, se mi ascolti, ti prego non sparare,
voglio vivere la vita, voglio vincere e volare,
avrò cura dei tuoi giorni, come l'ape al suo alveare,
quando guarderai i miei occhi, non mi vorrai mai più lasciare...
Ed un giorno un po' invecchiata, nel cassetto della vita,
leggerò fra i tuoi gioielli questa splendida poesia,
e asciugandomi una lacrima, ringrazierò questo poeta,
che ha salvato la tua vita, ed ha salvato anche la mia!
Un'ala di farfalla
su un fiore
bagnato...
Da rugiada fresca
di una notte solitaria.
Una campagna
raffinata di follia...
Bruciano le lacrime.
Rinascono i sorrisi.
Sboccia la Rosa
in un mattino
freddo d'inverno
così come sboccia
l'amore
negli occhi,
nel cuore morente
di chi l'oscurità
con mano ha toccato.
"Facciam" disser gli dèi, "facciamo un'opra
chi l'uguale laggiù non sia:
in lei la nostra possanza il mondo scopra;
quanto in cielo può darsi, a lei si sia."
L'alma più degna ch'un bel vel ricopra
scelsero allor Bellezza e Leggiadrira:
ecco Natura, ecco i celesti all'opra;
e chi uscì lor man? La donna mia.
Venere la beltà, Mercurio l'arte,
il senno Giove, e dier lor grazie a lei
Febo, Cintia, Giunon, Pallade e Marte.
Deh! perché Amor non fu tra gli altri dèi!
Che s'ei nel gran lavoro avea sua parte,
l'intero paradiso era in costei.
Conoscere te e dimenticare me
orgoglio, parola ormai perduta
o sopra il vocabolario non l'ho mai letta né conosciuta
sono la tua ombra.... la voglia che si scontra con la tua certezza
quella di avermi sempre e comunque
un forse no... dunque
ora provo a dirlo
eppure so che mi pentirò di averlo pronunciato
ma provare a te che penso anch'io
che non mi hai mai ascoltato
a volte posso contraddirti
provare a contenerti
a non passare sopra la mia vita
quella che non ho mai avuto
da quando ti ho conosciuto
l'amore è come un bosco
quando entri e non sai la via per rivedere il sole
ti perdi e ti mancano le parole
ma più vai avanti e più non vedi luce
speri solo che in fondo ci sia pace...
poi riesci a capire che cambiando strada
forse trovi l'uscita.