Poesie d'Autore


Scritta da: Paolo P
in Poesie (Poesie d'Autore)

Il mio paese mi fa male

Il mio Paese mi fa male per le sue vie affollate,
per i suoi ragazzi gettati sotto gli artigli delle aquile insanguinate,
per i suoi soldati combattenti in vane sconfitte
e per il cielo di giugno sotto il sole bruciante.
Il mio Paese mi fa male in questi empi anni,
per i giuramenti non mantenuti,
per il suo abbandono e per il destino,
e per il grave fardello che grava i suoi passi.
Il mio Paese mi fa male per i suoi doppi giochi,
per l'oceano aperto ai neri vascelli carichi,
per i suoi marinai morti per placare gli dei,
per i suoi legnami troncati da una forbice troppo lieve.
Il mio Paese mi fa male per tutti i suoi esilii,
per le sue prigioni troppo piene, per i suoi giovani morti,
per i suoi prigionieri ammassati dietro il filo spinato,
e tutti quelli che sono lontani e dispersi.
Il mio Paese mi fa male con le sue città in fiamme,
male contro i nemici e male con gli alleati,
il mio Paese mi fa male con tutta la sua giovinezza
sotto bandiere straniere, gettata ai quattro venti,
perdendo il suo giovane sangue in rispetto al giuramento
tradito di coloro che lo avevano fatto.
Il mio Paese mi fa male con le sue fosse scavate,
con i suoi fucili puntati alle reni dei fratelli,
e per coloro che contano fra le dita spregevoli,
il prezzo dei rinnegati piuttosto che una più equa ricompensa.
Il mio Paese mi fa male per la sua falsità da schiavi,
con i suoi carnefici di ieri e con quelli di oggi
mi fa male col sangue che scorre,
il mio Paese mi fa male. Quando riuscirà a guarire?
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    Scritta da: Paolo P
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Contro l'usura

    Con usura nessuno ha una solida casa
    di pietra squadrata e liscia
    per istoriarne la facciata,
    con usura
    non v'è chiesa con affreschi di paradiso
    harpes et luz
    e l'Annunciazione dell'Angelo
    con le aureole sbalzate,
    con usura
    nessuno vede dei Gonzaga eredi e concubine
    non si dipinge per tenersi arte
    in casa ma per vendere e vendere
    presto e con profitto, peccato contro natura,
    il tuo pane sarà staccio vieto
    arido come carta,
    senza segala né farina di grano duro,
    usura appesantisce il tratto,
    falsa i confini, con usura
    nessuno trova residenza amena.
    Si priva lo scalpellino della pietra,
    il tessitore del telaio
    CON USURA
    la lana non giunge al mercato
    e le pecore non rendono
    peggio della peste è l'usura, spunta
    l'ago in mano alle fanciulle
    e confonde chi fila. Pietro Lombardo
    non si fè con usura
    Duccio non si fè con usura
    né Piero della Francesca o Zuan Bellini
    né fu 'La Calunnià dipinta con usura.
    L'Angelico non si fè con usura, né Ambrogio de Praedis,
    nessuna chiesa di pietra viva firmata: 'Adamo me fecit'.
    Con usura non sorsero
    Saint Trophine e Saint Hilaire,
    usura arrugginisce il cesello
    arrugginisce arte ed artigiano
    tarla la tela nel telaio, nessuno
    apprende l 'arte d'intessere oro nell'ordito;
    l'azzurro s'incancrena con usura; non si ricama
    in cremisi, smeraldo non trova il suo Memling
    usura soffoca il figlio nel ventre
    arresta il giovane amante
    cede il letto a vecchi decrepiti,
    si frappone tra giovani sposi
    CONTRO NATURA
    Ad Eleusi han portato puttane
    carogne crapulano
    ospiti d'usura.
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      Scritta da: Paolo P
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      I poemi di Fresnes - Salmo I

      L'opera dei malvagi è caduca,
      Gli idoli d'oro che hanno innalzato
      Un giorno crolleranno sulla loro base di sabbia
      E il buio cadrà sulle loro forme sognate.

      O Signore, noi che siamo stati rinchiusi dietro queste porte,
      E che siamo stati sbarrati con mille catenacci,
      Noi per i quali i soldati di questa fortezza
      Fanno risuonare i loro passi nel chiuso dei corridoi,

      O Signore, Voi sapete che sdraiati sulla paglia
      O sul duro cemento delle prigioni senza finestre
      Abbiamo saputo trovare in noi stessi, sia quel che sia,
      La speranza incrollabile dei tempi migliori.

      Abbiamo ricordato gli antichi affetti
      Abbiamo disegnato sul gesso dei muri
      Le affascinanti immagini della nostra santa giovinezza
      E i nostri Cuori senza rimorsi sanno che resteranno puri.

      Fuori la stoltezza si bagna di rosso sangue,
      E il nemico già si crede immortale
      Ma egli solo spera nel lungo avvenire del suo potere.
      E le sbarre, O Signore, non riescono a nasconderci il cielo.
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        Scritta da: Anna De Santis
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Soli...

        Anche se lontani
        sento le tue mani
        ed affondano e cercano
        quello che non sapevo
        che non conoscevo
        la vita che ho sprecato
        il modo di amarti che ho imparato
        e le mille volte di cui mi pento
        per averti allontanato e poi cercato
        tutto tempo perso
        finalmente ritrovato
        dentro e in un momento che oltre il tuo sguardo
        tutto il resto è andato...
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          Scritta da: Anna De Santis
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Ed io sono...

          Ed io sono...
          Ho imparato a fingere come un soldato
          che mi piaceva uccidere... e non ho mai sparato
          ad ogni comando ed un si detto per avere
          Il desiderio di scappare in me cresceva
          per aiutare anche gli altri che come me...
          e chi più non ne poteva.
          Ho chiuso sempre gli occhi e stretto i pugni
          sperando che tutto passasse presto
          e quella mia abnegazione non durasse ancora
          con la mancanza di tutto e la coscienza di niente.
          Mi nascondevo sotto le sottane nere
          delle mie suore volevo sparire a volte
          ma pretendevo quello che non avevo
          tutto l'amore negato per un mese e poi un altro vero
          mi hanno dato sempre ma non lo capivo
          son dovuta crescere e poi me ne pentivo
          la forza mi è cresciuta nella mia casa sull'albero
          dove nessuno mi trovava
          e lì sognavo tutto il mondo fuori che mi aspettava.
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            Scritta da: Antonio Prencipe
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Esseri senza volto

            Un fiore.
            Il tuo nome squarciato
            da un filo d'erba.
            Acqua senza frontiere
            disturbata dallo scroscio
            onnipotente di raggi solari senza sovrani.
            Siamo ignobili disgraziati
            senza amore,
            in questo mondo non ci sono più
            sorrisi genuini persi nel vento.
            Avevo un gatto e una luna di cartone,
            respiro fumo e merda,
            falsità irrequieta nella bocca
            dei politici e dei religiosi
            che indottrinano la gente senza
            ormai nessuna verità, solo falsità insipida.
            Un fiore con il nome di Dio
            ma Dio dov'è?
            Siamo Bastardi con gli aghi infuocati
            sulle nostre ali.
            Siamo essere umani senza rispetto
            per l'altro "fratello" che riposa
            su un marciapiede senza padre.
            Siamo Angeli in attesa della fine.
            Un albero con dentro il nome
            del cielo che danza
            fra gli Dei fucilati dalle favole
            ignobili dei nostri nonni
            condottieri di finte speranze torturate.
            Siamo ripetitori del passato
            governatore della vita nostra.
            Siamo vermi striscianti
            sul cemento pieno di sangue e dolore
            di chi è morto per la nostra libertà
            buttata nel cesso da noi esseri senza volto.
            Siamo combattenti con la spada spezzata.
            Dov'è la mia marlboro?
            Scelgo la guerra contro il mondo,
            scelgo l'amore proibito,
            scelgo la punizione esemplare che il cielo mi darà,
            scelgo di combattere nell'inferno.
            Ciò che Sacro viene avvelenato
            dalle nostre mani.
            Composta mercoledì 30 marzo 2011
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              Scritta da: Duilio MARTINO
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Cavallucci e Pupe

              Cavalli, pupe e dolci in pasta frolla
              sublimi note d'umili nonnine
              posate sul silenzio dei miei colli
              colmavano le pasque contadine.

              Un uovo incastonato sulla panza
              di pupe rivestite di candore
              simbolica auspicabile abbondanza,
              per misere fanciulle, gran valore.

              La forza dei cavalli ai ragazzetti
              bordate briglie e selle di colori,
              cosparse di perline e di confetti,
              mostrati con orgoglio dall'albore.

              Il cuore riservato solo ai grandi
              lo scambio dichiarava vero amore
              dettagli per gli amici che importanti
              sedavano in quel dì anche l'umore.

              Volati su marosi dei rimpianti
              che frangono su scogli del destino
              "pupatte" e cavallucci veri incanti
              carezze sul vissuto d'un bambino.
              Composta sabato 12 marzo 2011
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                Scritta da: Fiorella Cappelli
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                L'Eredità

                Respiravo l'aria
                che muoveva i pensieri
                raccoglievo l'essenza...
                perché Tu c'eri.

                Eri nel vento
                con il nostro pianto
                lenta immagine
                di un voltar di pagine...

                Tu, uomo vero
                simbolo unanime
                del nostro Vangelo.

                Viaggi senza confini
                per farci sentire
                ancor più vicini

                piegato nel corpo,
                dalla Tua sofferenza
                insegnavi al mondo
                ad avere pazienza...

                Ai potenti della Terra
                gridavi "non più guerra!"
                In tante lingue parlavi d'amore:
                "aprite le porte del vostro cuore".

                Ogni Tua parola, da tutti era sentita
                quando invocavi
                rispetto per la vita!

                Verso chi ti ha colpito
                hai rivolto il perdono, raccolto pietà
                lasciandoci ricchi... della Tua eredità.
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