Poesie d'Autore


Scritta da: Damiano Villi
in Poesie (Poesie d'Autore)

Il mio sogno era chiamarti "amore"

Non senti quanta sofferenza c'è nel mio cuore
non lo hai mai capito ma il mio sogno era chiamarti "amore"
ti avrei amato alla follia
e non ci sarebbe stato altro che magia
ma non sono stato abbastanza scaltro
perché adesso il tuo cuore appartiene ad un altro
e ora senza te mi sento morire
ma tutto questo tu non puoi capire
ora non mi resta altro che aspettare
e sperare di tornare presto a sognare.
Composta mercoledì 30 novembre 2011
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    Scritta da: scint
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    In cauta libertà

    Secoli come ore,
    ma affamati da pochi minuti di flebile silenzio.
    Attratti dalla gravità dell'amore senza alcun modo per fuggire,
    cadiamo nel vuoto,
    rilasciando a poco a poco nell'atmosfera del vissuto,
    ricettivi frammenti in grado d'illuminare paesaggi ricurvi in occhi bui e tempestosi.
    Non è possibile alterare,
    solo trasformare,
    lenire,
    rallentare prima di toccare il suolo interiore vibrando del vissuto,
    con lembi appaiati d'esperienze
    e situazioni infrante.
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      Scritta da: ROSARIA MINOSA
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      L'amico

      Ti guarda negli occhi...
      e gira lo sguardo... quando tu lo cerchi.
      Ti tende la mano...
      e la tira via... quando ne hai bisogno.
      Ti dice "ti voglio bene"...
      e subito dopo,... ti volta le spalle.
      E tu... cosa fai?
      Lo guardi negli occhi,
      ci sei... quando lui ti cerca.
      Gli tendi la mano...
      ogni qualvolta,... che ne ha bisogno.
      Gli dici "ti voglio bene"...
      e gli offri il tuo cuore.
      E dopo?
      Lui ti guarda... si ferma
      finalmente, ha capito... sei un amico.
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        Scritta da: Antonietta De Luca
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Per le porte

        Per le porte che si aprono,
        grazie. Al cielo porto di stelle
        colmi gli occhi e le grazie leggiadre
        d'ogni amore provato, scolpito nelle
        notti di dicembre e di febbraio. Se lo stelo
        del fiore fosse sempre così rigoglioso,
        s'aprirebbero le porte degli arcobaleni,
        occhi d'angelo per il cavo tra i telefoni.
        Passo orgoglioso per le porte e se si chiudono
        è solo dietro, tra le fosse di pozzanghere
        asciutte. E sogni, suoni col mi
        tra l'armonica e la bocca. Per le porte
        le voci della parola cantata, scritta
        e poi parlata. Scavo fin nell'angolo
        che non sei e lo vedo, scolpito,
        ogni amore passato per la sorte.
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          Scritta da: Antonietta De Luca
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Lo sguardo

          Sentii il suo sguardo
          posarsi sulle mie spalle,
          passero sul ramo di castagno
          e i passi lenti delle mie braccia
          seguire assorto chiamando a sé
          ogni respiro
          tra la sua e la mia voce.
          E quando il colore del vento
          nella notte tinse di giallo
          la sciarpa sciolta sulle labbra aprendo-
          si in un bacio, osservarono
          i capelli un ossequioso minuto
          di piroette in castano ramato,
          i fianchi poi un ondeggiare maliardo
          tra le strade in croce.
          Al semaforo mi cingevi ancora
          di giallo le spalle.
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            Scritta da: Antonietta De Luca
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Jonathan Livingston

            Non una foto dalla lontana
            miglia e miglia Spoon River,
            solo piume bianche
            di leggere creature di mare
            e foglie nel cuore come panche
            segnate dalle vite nella città, nei boschi.
            Tu lì, tu allora. Nei passi la collera
            d'anni foschi tra una conchiglia
            e l'altra sulla riva e Johnatan
            Livingstone sulle nostre teste
            a misurare l'idea dell'amore.
            E volava con lui tutto l'essere
            e il niente.
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              Scritta da: Ledy Napule
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Estrema Parusia

              Sei una lettera d'amore, pezzi d'anima recitati,
              specchio d'emozioni risuoni dei pensieri miei,
              mi prendi, stupisci e con i gesti tuoi sorprendi
              accarezzo l'attimo fermando il tempo insieme,
              indirizzo delle mie lacrime, fisso il tuo viso che è il mio,
              schegge taglienti a te dirette, di scudo diviene il petto.
              Com'è difficile spiegar la ragione se una ragione non v'è,
              mai il mio sguardo dovrà veder una sola lacrima scender per me,
              non ho sbagliato a sceglier sacrifici e rinunciar con ardore, donati a te,
              mano nella mano gli amori tuoi è per me amore... amerò il tuo mondo nuovo,
              l'argento mi tingerà e sarai uomo, vorrò piangere ma sarai orgoglioso di me.
              Composta lunedì 31 ottobre 2011
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                Scritta da: Ledy Napule
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Angeli senz'ali

                L'amore degli angeli senz'ali
                uccisi da un cuore d'amianto
                un paradiso di speranze
                dove l'anima scivola
                in ogni goccia di sangue
                sagomarti da lontano nei ricordi
                avvolto nella fragile esistenza,
                lacrime di ricordi stanchi e malati.
                notti vivide e amare nella memoria
                guanciale bagnato di infinite lacrime
                Nel cielo notturno s'attarda la luna
                miei occhi al volto di spine
                e il carnoso bacio impietoso,
                nemico del sonno abbi pietà
                di un cuore che ama tanto.
                Composta giovedì 14 aprile 2011
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                  Scritta da: Ledy Napule
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  L'attore dell'amore

                  Arido deserto,
                  l'anima tua fu,
                  sole di Giuda,
                  passo felino e scaltro fosti,
                  emozioni in mille volti esprimevi,
                  palco infinito recitavi, ingannavi,
                  con maestrìa leggiadra intrappolavi,
                  l'anima innamorata.
                  Artigli, lama sottile
                  rigiri, avvolgi, confondi,
                  tradisci, sconvolgi,
                  anima e vita blocchi.
                  Amore e sentimenti
                  giochi e sghignazzi,
                  trafiggi, strazzi la preda,
                  stritolando, sopprimi,
                  sanguinante... abbandoni.
                  Composta venerdì 29 aprile 2011
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                    Scritta da: Antonio Prencipe
                    in Poesie (Poesie d'Autore)

                    Un pezzo di guerra tra le dita

                    Nascerai domani in mezzo ad una strada
                    da una cagna smielata Regina
                    della dignità venduta per miseri pezzi di pane...
                    Tu bambino...
                    In mano hai la ricchezza
                    dell'immensità e scoprirai, ricercherai
                    nella nebbia le tue prime parole
                    dette a quella mamma sempre più sorda.
                    Muore sempre vicino al balcone
                    di casa mia Dio e risuscita sempre
                    sui portici in periferia della vita mia.
                    Le mine sui fogli di carta...
                    La guerra è appena iniziata almeno per me.
                    Il peso di un cuore equivale
                    alla fragilità del vetro su cui viene riposto.
                    Ritrovarsi a vent'anni e non saper far niente,
                    sperduto in un bar del centro,
                    birra in mano e orgoglio segnato dalla stanchezza
                    e chissà quanti amori si sono persi
                    come me in questo sorseggiare vite...
                    Eppure lo ammetto mi sono sputtanato l'anima...
                    Ho bisogno del tuo amore.
                    Eppure i proiettili si perdono nel sonno
                    e tra le lenzuola si cerca ancora il rancore.
                    Le amicizie come cani randagi
                    voltano le spalle al pavimento
                    dove il corpo tristemente si è sacrificato.
                    Non si è più liberi nemmeno di morire
                    come si è nati se non si porta con sé
                    nella bara un pezzo di guerra.
                    Composta lunedì 28 novembre 2011
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