Poesie d'Autore


in Poesie (Poesie d'Autore)

All'improvviso

Delle religioni del tuo tempo ooh Dio,
con la ragione malata decennale
sfatta nel corpo con l'anima che palpita
di passione, dalla nascita la mia vita è
assolata nel cervello sola nella preghiera.
Ora, è abitudine come il vedere una farfalla
che vola libellula nell'aria e, muore di gravità
riposando in attesa della tua venuta.
Accettando interim l'inseguire la tua fede
l'Anima mia, oltre non vuole proprio venire senza
capire perché il patire dolore impone alla base reale
il vivere ambiguo nel male incurabile vive la tua vita.
Signore! Lo vede come un lavoro il rappresentare
la tua passione, maH è eterna ooh Dio,
Il corpo è da lenire preda ubriaca com'è allo stato
Rap in un Rave Party perpetuo disabile pare da vivere.
È umanamente impossibile! Lenire i dolori per tutta la vita.
La Passione arriva per caso, poi la Pasqua passa e, nel mentre
il tuo giorno giunge... io. cosa faccio? Signore? Per me,
non ho visto alcun segno fattivo di risurrezione
e, seguo il mio cammino da disabile solo nella disperazione.
Dio, dove sei? In quale terra hai il luogo della tua dimora.
Su! Avanti il tuo dire aspettiamo da tempo.... su,
dimmi ora dove sei per bere in un sorso la tua voglia di vita
da vivere, poi in un attimo è da restituire... perché di sicuro
con la morte, si deve morire... all'improvviso.
Composta martedì 24 aprile 2012
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    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Al baratto

    Video il mio domani guastato intenso all'insù
    con le palle degli occhi consumati dal Mago opale
    è, un ago conficcato nella corteccia mentale di una vita.
    Disabile, gioca sporco! Insaziabile spacca
    la goccia pulita che piange acqua in due o più
    lacrime di pianto...
    L'acredine vìola in questa esistenza
    l'unica seria provvidenza scenica è nel
    pensare male del mio futuro lavoro.
    Si sente prescelti nel cuore, ci siamo
    con tutte le due scarpe nuove due numeri diversi
    in un mare di problemi dove il mio problema è
    impossibile da gestire.... qual è gioco d'azzardo
    compulsivo collaterale analizzato Mirapexiniano.
    Senza impegno in un corpo inutile doppio fregato
    per via di un male andante all'infinito
    l'animo di Giampiero giorno
    dopo giorno tocca il fondo
    marcio di viltà nel buio doppione
    della notte... si risolleva d'amore
    nel sacramento del matrimonio
    attraverso le certezze panate di sogno
    d'anima consorte di lei platonico
    con sentimento sacrosanto
    sceglie di stare con me.
    Moglie d'un invalido
    al baratto rosicato morente
    al baratro della morte.
    Composta martedì 24 aprile 2012
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      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Massimiliano

      Sei entrato nel cuore della mia vita.
      Massi! Ora
      ho compreso i tuoi stati di animo.

      A volte ti muovi per ricordarmi
      la tua presenza, Massi!...

      Con le dita della mano è un soffio
      come un petalo mosso dal vento
      arriva e tocca la mia mano
      assopita dal sogno, me
      che stò al tuo capezzale,
      quando i tuoi stanchi
      la sera tornano a casa.

      Eeh, poi al mattino...
      Massi! ancora stringi
      a tormento con la tua
      la mano di chi ti vuole bene,
      quanto la tua mamma.

      Mi lasci capire i tuoi intendimenti
      come meglio puoi con gli occhi
      verso i miei mimi con le palpebre
      che vuoi morire.

      Dimmi! Fammi capire quando
      eeh, io ti accompagnerò.
      Composta martedì 24 aprile 2012
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        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Maledetto

        Con la morte nel cuore d'istinto sono
        caro estinto alla luce della luna
        critico i miei racconti neri
        del più con un Cristo ameno
        di ricordi scarsa la poesia
        come nel cuore è la pro zia
        nella vita mia la vispa Richetta
        vecchietta nel passato lo è
        demente barbaramente tradita
        sazia di cicatrici mentali.
        ...
        Della morte sono un esperto del ramo
        parkinsoniano inalberato in un corpo
        oberato con un male dai dolori astrali
        con un vaffanculo per tutti i
        coloro che al mondo hanno messo
        al pubblico dominio la mia umanità
        sporcando anche la mia disabilità.
        ...
        Vorrei essere licenziato in tronco
        da questa inutile vita sublimata
        accettandola nel morire... scemo
        l'esistenza come tu desideri, Dio
        purtroppo mio! Come? Già lo so!
        Che son solo e non so quando sarà
        con quanto dolore specifico
        alfine dovrò morire addosso.
        ...
        Vero? Signore! disseminato
        sono di vecchiaia permalosa
        su un seminato già usurato.
        Usurpato da altri voraci vampiri
        l'anima dalla idee lapidato
        il corpo è stato al fine dilaniato.
        ...
        Pure dai cioci consumato
        con lode han banchettato
        tutti! Anche i parenti stretti
        dei resti al cimitero
        profanato nella bara
        corre voce stancamente
        sul mio nome la sfortuna.
        ...
        La salma si rigira in
        cerca del suo fantasma
        Maledetto!
        Il destino dispettoso ruba
        e svende tutto del ricordo
        per quattrini anche l'usufrutto
        dei sogni, antichi guai.
        Composta martedì 24 aprile 2012
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          Scritta da: Randle
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Sono molte le civette
          che non sanno altri canti
          oltre le proprie strida.
          Li conosciamo, tu ed io,
          gli impostori che rendono onore
          solo a un più grande impostore,
          e portano al mercato
          la propria testa in un cesto
          per venderla al primo che passa.
          Conosciamo il pigmeo
          che insulta l'uomo del cielo.
          E sappiamo
          cosa dice la mala erba
          della quercia e del cedro.
          So dello spaventapasseri:
          le sue sporche e lacere vesti
          si agitano sul grano
          e al vento sonoro.
          So del ragno senz'ali:
          è per gli esseri alati
          che intreccia la rete.
          Conosco gli abili suonatori
          di corno e di tamburo,
          che nel loro frastuono
          non sentono l'allodola
          né il vento di Levante nella foresta.
          Conosco quelli che remano
          contro ogni corrente
          senza trovare mai la sorgente,
          e percorrono tutti i fiumi
          senza osare mai avventurarsi nel mare.
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            Scritta da: Anna De Santis
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Volevo

            Un giorno mi sono accorta di sognare
            volevo un vita e la volevo al sale
            mi sono accontentata per non aspettare
            perché volevo in fretta il mio desiderare
            ma una mattina mi sono detta
            che della vita ne ho preso solo una fetta
            quella piccola che nessuno voleva
            ed in quel piatto quasi chiedeva
            di essere assaggiata, mangiata, divorata
            ma più tardi ho capito che non l'ho mai digerita...
            Il sole da quella finestra stretta non brillava più
            Il fiore piantato non cresceva
            e sono uscita, scappata
            da quella vita cui mi sono adagiata
            e allora il vento tra i capelli, finalmente l'ho gradito
            le campane che mi dicevano di sentire
            era un giorno nuovo, bello da morire
            fuori finalmente dove ho trovato posto, ho trovato gusto
            nuova vita, di più non posso dire...
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              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Lontano da me

              Ti sento parlare
              perfino quando sei
              lontano da me.
              Il tuo sorriso giunge a me
              attraverso primavere di passione.
              Il dolce tuono del tuo timbro
              rimbomba nel padiglione del mio petto.
              Spendo ore di rievocazioni
              e di occhiate nel passato
              perché possa allontanare il silenzio dei ricordi.
              Rubo petali di rose rosa
              per diffondere mille sogni
              e sgusciare dal tormento cupo dei miei pianti.
              Improvviso schizzi di felicità
              per insultare la tua assenza.
              Scrivo liriche e sonetti
              mescolati a note tiepide d'amore
              per sussurrare poesia
              accanto al tuo dolce viso,
              placato dal formicolio
              di queste morbide parole.
              Composta martedì 4 maggio 2010
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                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Donne che vivono

                Siamo foglie volteggianti,
                abbandonate nel vento,
                notti che non dormono mai
                vigilanti di luna addormentata.
                Siamo nuvole sospese a metà
                tra cielo e terra
                siamo orchidee che sorridono al cielo
                siamo hoye che inneggiano alla vita
                profumi che si ubriacano di fantasia.
                I nostri sguardi rivolti a un orizzonte
                inafferrabile
                cedono il passo a un canto di colori.
                Crediamo nel nostro giorno,
                scritto già per noi
                lontano ma che verrà
                a cercarci.
                Sfioriamo con gli occhi
                i paesaggi di un mondo lontano,
                la favola di un giorno sbocciato,
                dell’ amaranto di un fiore nei capelli.
                Aspettiamo,
                sappiamo indugiare,
                adoriamo il momento giusto,
                l’impeto di un istante.
                Siamo bianche dentro,
                come sabbia fresca
                come calendule su un prato assopito.
                Siamo veggenti del nostro destino
                del nostro viaggio e
                nascondiamo la testa sotto il cuscino
                per non donare lacrime.
                Indugiamo,
                in silenzio amiamo.
                Poi urliamo vita,
                vita e miraggio.
                Ardono i cuori,
                annegano i nostri incubi e
                le nostre noie.
                Combattiamo al buio,
                unite da un filo di seta
                uguale all’azzurro
                di una mare felice, calmo.
                Petali di coraggio posati su un fazzoletto di lino
                segnano i nostri giorni brevi,
                troppo brevi per esprimere tutto il nostro ardore.
                Viviamo,
                viviamo legate da un filo di voce,
                da una coincidenza improvvisa.
                Siamo donne di penna,
                donne nelle pagine di un libro,
                pagine bianche da riempire,
                vite da leggere,
                donne dai pensieri infiniti,
                pensieri leggiadri
                da coltivare
                come un giardino inondato da parole d’amore.
                Composta mercoledì 18 aprile 2012
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