Dove sfocia l'orrore

Annoverando scheletri d'amore
sfiora il cielo la cima di pensieri
ma suona ancora sempre
contro il tempo
una qualche anima impostata
dagli atavici geni, modellata
dalla voce distorta che conduce
ad ancorare crediti di voglie
debilitando il cuore.
Una vita non basta a contenere
il peso di uccidere la gioia
negli occhi di bambini,
il conto del castigo si protrae
oltre la frontiera...
forse potrebbe il pentimento
scerbare il torto
lottando con i muscoli del cuore,
ma pagine di storia degli orrori
esultano ancora, il pentimento
rigettato da nuvole si perde
dentro un labirinto di parole.
Giuseppe Stracuzzi
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    Un qualche raggio

    Un qualche raggio
    ha tracciato sentieri
    dove ha dipinto immagini,
    a specie eletta
    libero arbitrio
    una catena sciolta
    una bilancia
    ha impresso
    sulla tavola del cuore
    un pulsante che duole
    e la parola
    per lasciare segni
    e congiungere il tempo
    dalle origini antiche
    ai giorni nostri
    e l'hai imbarcato
    sulla navicella
    nel mare della vita,
    ora che il mondo
    brulica di orrori
    e le stridenti lune
    stringono alla deriva
    la mia nave
    i progetti del cuore
    aspettano
    gridando tra gli scogli
    senza vele propizie
    un nuovo raggio
    per non naufragare.
    Giuseppe Stracuzzi
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      Pagine di vergogna

      Pagine di vergogna
      scolpisce il tempo
      intenso fluttuare
      ancora sempre
      dietro traspare l'eco
      mamme bambini vecchi
      marciano inermi contro
      incontenibili chilometri
      verso presunti siti
      che si eleggono eletti
      di civiltà e di pace
      ma chiudono le porte
      di confini
      ed eleggono i muri.
      Balugino si scorge
      rompe il silenzio
      schiude le finestre di pensieri
      lascia intravedere lo spiraglio,
      trova vasi di sogni intirizziti
      l'anima delusa
      si spiazzano le insegne luminose
      nei labirinti delle congetture.
      Giuseppe Stracuzzi
      Composta mercoledì 23 settembre 2015
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        Mabel

        Ho trascorso un pieno
        di storie d'amore,
        ciascuna ha piantato
        un arbusto
        che punge tra rughe di muri.
        Aprendo la porta
        della casa sconfitta
        il canto conduce
        nel guscio protetto
        dalla buccia ruvida del litchi
        dove è rimasto il gusto
        del tuo sapore esotico
        Mabel,
        mi avvicino ai tuoi battiti
        col cuore blindato,
        parola di tempo che corre
        a tenuta di cuore cercando
        nel vuoto uno spazio
        davanti allo specchio
        in attesa
        che accada una magia
        per dipanare la matassa.
        Giuseppe Stracuzzi
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          Una rosa e un bacio

          Forse una rosa e un bacio
          ti porterò
          in cambio del tuo canto,
          nei sogni l'acqua scorre
          copre lo specchio
          il velo delle notti,
          sento forte
          una qualche primavera
          negli spazi fioriti
          del mio cuore,
          perciò parto la sera
          coi raggi dolci della falba luna,
          seguo il tuo profumo
          che mi tende la mano,
          mi trascina tra le tue braccia
          dove la terra nuda
          stringerà tra vertigini i miei baci
          per tramutare in gioia
          tutta la solitudine del cuore.
          Giuseppe Stracuzzi
          Composta sabato 23 maggio 2015
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            Un vento antico

            Un vento antico
            mi sussurra il verso
            del tuo nome
            col suono informe delle onde
            e la luce lontana di un fanale.
            Mi raggiungi la sera,
            sgomitoli gli anelli
            di penombra
            dove segreti umori
            convergono
            sulla tendina a rete
            che dipana la luce
            di un lampione
            e la stilizza alla parete
            della mia stanza
            dove uno specchio
            gioca coi barlumi,
            coi dolci torni
            aleggi sulle sponde
            e confondi il cuscino
            col tuo corpo,
            complice il mago
            che non regala
            le sue foglie d'oro,
            ma le impresta soltanto,
            mi lascia la dolcezza
            poi scompare.
            Giuseppe Stracuzzi
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              O Luna

              O Luna,
              il tuo silenzio parla
              agli occhi imprigionati
              dal talento
              di tuoi misteri,
              scavi nei labirinti
              di incertezze
              che accendono pensieri
              dolci,
              Quando all'orizzonte
              giochi coi sogni pallidi
              scrivi versi belli
              di poesia
              copri tutta la pagina
              del mare
              col tripudio di guizzi
              fino all'onda
              che lambisce il mio cuore
              sulla riva,
              ma se ti chiedo
              di abbracciarmi, schivi
              la mia domanda,
              ti nascondi, forse
              per incontrare Endimione.
              Giuseppe Stracuzzi
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                Maggio

                Maggio si addormenta
                cercando sogni e stelle
                agli occhi intendi
                ad ascoltare musica soave
                che sale da una voce
                lontana impercettibile
                si desta
                la melodia si spande
                sveglia l'alba
                è tempo di acquarelli
                gli alberi sono in festa
                hanno indossato
                l'abito di fiori
                sale dai campi
                un soffio di viole,
                il sole d'oro è un bacio
                conduce l'assonanza delle note
                sulla riva del cuore
                vedo boccioli
                intrisi nel giardino
                di primi raggi
                come una promessa di rose...
                e valico il silenzio
                oltre la soglia
                raggiungo le pareti di un pensiero.
                Giuseppe Stracuzzi
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                  Volevo descrivere fiori

                  Volevo descrivere fiori
                  come gli occhi d'aprile
                  sottovoce sciogliendo le zolle
                  scrivevano righe di festa.
                  Sono entrato al profumo del sole
                  nel giardino, ho dipinto una rosa
                  ma le spine mi hanno ferito
                  ed ho pianto.
                  Ora corro notturno contro il tempo,
                  ti sento bussare mentre ascolto
                  la tua voce d'allora che mi segue
                  e parla col silenzio dietro il vetro
                  dove il tuo sguardo intatto è conservato.
                  Mi sgridano i contorni manomessi,
                  non aprono finestre all'orizzonte
                  al tocco serotino della sveglia
                  presa da sole placido dell'alba
                  col vento che lambiva i tuoi capelli
                  ed il sorriso fermo mentre piangi
                  guardando l'altro lato della piazza...
                  così nuotando insieme in questo sale
                  brucia le notti l'ultimo cuscino,
                  mentre le mani strette alla ringhiera
                  sotto il peso del vento
                  tirano il rettilineo
                  che fila dritto verso la frontiera.
                  Giuseppe Stracuzzi
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                    Tu non sai

                    Nel ciglio di una sera
                    la tua voce
                    ha largito un oblio
                    alla corrente,
                    nella placida gora la luna
                    ha raccolto il respiro del vento.
                    Tu non sai
                    il sorriso caldo di una mano,
                    le perle di pieghe
                    tra petali e l'onda degli occhi,
                    tu non sai
                    il frastuono dell'estasi di stelle
                    che allaga l'infinito,
                    lo scintillio che canta
                    ancora fino all'alba di domani.
                    Tu non sai
                    che il fiore di un fiore
                    rimasto acceso
                    tiene ancora il mio cuore
                    illuminato.
                    Giuseppe Stracuzzi
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