Scritta da: Silvana Stremiz
L'amicizia è il frutto della conoscenza tra persone diverse, modi di pensare.
Una persona si fida del suo amico, puoi esprimergli tutti i suoi sentimenti.
Un fiore azzaurro s'accosta al fiore rosa, il sole alla Luna.
Il mattino è la continuazione della notte, un ultimo pensiero dallo sbadiglio nato;
Un segno di pace: l'amicizia!
In Volo, il nuovo giorno è vicino...
dentro, dal mare della vita un'onda nasce, due mani unite in una goccia di speranza: Amore!
Anonimo
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    È un giorno
    come tanti
    mentre sto sulla grata
    della mia finestra
    le mie lacrime
    scendono per te
    goccia dopo goccia
    riempio un ampolla di vita
    un ampolla di lacrime di te.
    Ricordo la tua mano
    mentre la notte
    mi cerca
    mentre i sogni bussano all'uscio.
    Ricordo, ricordo te
    la gioia di vivere
    ed esistere
    e sento la tua mano,
    ma le mie lacrime scendono continuamente.
    Anonimo
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      Li chiamano "diversi"
      All'inizio era un neonato,
      crebbe e divenne ragazzo,
      pensava di essere "malato",
      si trovò uomo, ma non un pazzo.

      Gli "altri" lo vedono solo un "diverso",
      e pensano a lui non come persona,
      vedono solo il loro "universo",
      non considerandolo figura "buona".

      Lo chiamano in tanti modi diversi,
      ma solo uno poi li accomuna,
      quello del loro mondo da: "dispersi"
      perché per loro la vita, non è solo una.

      Sono tante le loro vite,
      quelle dell'amore e della franchezza,
      perché loro le hanno arricchite
      nel loro intimo e nella saggezza.

      Portatori di handicap vengon chiamati,
      oppure "down" per i più "colti",
      ma semplicemente sono portati
      ad essere uomini e donne forti.

      Per sopportare certi "figuri"
      che non considerano il loro cuore,
      non devono udire certi "siluri"
      che vengon sparati senza pensare.

      La loro mente: aperta e tranquilla,
      si riflette ogni giorno nel loro mondo
      che li fa vivere sotto una stella,
      e li arricchisce assai nel profondo.

      A loro tutto il nostro rispetto,
      per la loro vita ricca ed intensa,
      per chi è dotato di un po' d'intelletto,
      sappia capire la differenza.

      Che è sempre data dall'esteriore,
      mentre poi conta quello che fai,
      non ti pensar che nel parlare
      non si palesi quel che poi sei.
      Anonimo
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        Credi?
        Piccola favola il vivere,
        sale dolce il pensiero
        che dal mare passa e
        verso l'elfico futuro va.

        L'aureola di stelle che
        la notte rende sacra.
        La mente sogna l'angelo,
        ed il suo sorriso è il viaggio.

        Con il quadro dell'oggi
        ed il busto di ieri,
        convivi la velocità delle nuvole
        e non voltarti al sole dell'alba.

        Sfida nel gioco, la montagna
        che nell'incanto tenta la ragione.
        Non spariranno le fate
        se ancora guarderai la. Credi?
        Anonimo
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          Kruptadìe philòtes
          Accoglimi sul tuo seno di amante,
          fra i tuoi capelli neri spettinati
          dove sussurrerò
          come fa il vento che non sa di farlo.

          Se, come un animale,
          mi esalterò fra le tue braccia bianche
          e ti farò piegare le ginocchia,
          si spezzerà il silenzio
          del mio rimorso muto.

          Le stelle son lontane,
          ma non da questo cielo:
          dai prati rugiadosi ove non piango,
          dalle affollate sale ove non rido,
          dai campi di battaglia che non calco.

          Per questo ora ti abbraccio,
          tu che dai questi brividi alla pelle
          e irrighi questa scorza di piacere
          Anonimo
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            Il mio credo
            La schiera coscienziosa dei dubbiosi
            e degli indagatori a tempo perso
            vive col beneficio d'invetario
            che può rendere vago anche il tormento,
            diluisce spesso il male della vita
            nel fiume già melmoso della storia.
            Basta provare a vivere nei giorni
            i parti presuntuosi della mente
            a constatare il nerbo del reale.
            Se il passato è perduto, e se il futuro
            recalcitra ai progetti
            la verità violenta del presente
            dà la misura della sua realtà
            con la perseveranza del dolore.
            Anonimo
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              Scritta da: Silvana Stremiz
              Ma tu
              avevo in mente
              di farti vedere
              le mie piante sacre,
              non grasse ma secche
              parole di niente.

              Avevo in mente
              di darti la pace
              ma tu scappi sempre
              vento disperso
              in un modo o nell'altro
              ed io ti riaspetto
              in un modo o nell'altro
              stanco ed immenso.

              Avevo in mente
              di farti sentire
              qualcosa che viene
              da dentro ed esplode
              avessi coraggio...
              ma ho paura di perdere
              quel poco che ancora
              ci tiene sospesi
              in un modo o nell'altro
              ma tu mi consoli
              dicendo "sei pazzo"
              è nella testa -mi dici-
              nella mia testa
              che domina caos
              nell'anima, domina cosa?

              Ho dentro un concerto
              stonato che preme
              che guida e mi lascia
              poi riprende mi schiaccia
              ma tu, danzi sempre
              al soffio del cielo
              ed io sento musica
              affranta e curata
              ripetermi cinica
              e dura che niente
              ritorna ed amare
              non basta.

              Ma tu dici niente
              sotto controllo
              semplicità
              e che il tempo dirà
              quello che ora
              nessuno sente.
              Ma tu sei tu.
              E il resto è banale
              ovvietà che perdura
              amore che dura
              che fa paura.
              Anonimo
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                Scritta da: Silvana Stremiz
                E adesso? E adesso?
                Adesso che il tuo sole è scomparso
                che fai?
                Adesso che le tue luci si sono spente,
                adesso che il vento e'cessato,
                adesso che tutto e'deserto,
                che il buio ti opprime
                che il freddo ti copre
                che fai?
                Adesso che hai chiuso il tuo cuore
                in un'urna d'acciaio
                che hai scacciato i fantasmi
                che ingannevoli ti addolcivano il cammino
                che fai?
                Che fai adesso?
                ... non so... ma sono ancora in piedi!
                Anonimo
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                  Scritta da: Silvana Stremiz

                  Il tram giallo

                  Mi piace il tram giallo
                  d'inverno,
                  il tram numero diciannove
                  che porta a Roserio.
                  Non ho mai saputo
                  dove fosse Roserio,
                  mi appoggiavo ai vetri appannati,
                  disegnavo scacchiere sulla città
                  stringevo i libri in braccio.
                  "Hai già il titolo della tesi? "
                  La geometria delle linee ferrate
                  conduce verso l'infinito.
                  "Cosa farai dopo? "
                  "Vorrei essere pagata per studiare. "
                  Non ci sono riuscita
                  continuo a pagare per studiare.
                  Anonimo
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                    Scritta da: Silvana Stremiz

                    Tien-an-men

                    E la piazza accoglieva, nella sua rettangolarità,
                    migliaia di persone manifestanti.
                    E io ero lì tra quella gente.
                    Ci distingueva il colore della pelle,
                    gli occhi a mandorla ma il mio cuore era con loro.
                    Quelli cantavano e io con loro,
                    quelli parlavano e io con loro,
                    quelli dormivano e io con loro...
                    ma l'urlo di morte scosse la piazza
                    e del sit-in si fece strage.
                    Corpi stramazzanti a terra, sibili e boati nella notte...
                    Le pallottole d'acciaio infuocate
                    falciavano le gambe di quelli che fuggivano...
                    e quelli morivano, e io con loro...
                    Anonimo
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