Scritta da: Silvana Stremiz
Ti amo,
come non posso dire,
come non posso sussurrare alle tue labbra stanche.

Come il momento in cui il sole tocca il mare
per perdersi tra bagliori di riflessi purpurei.

Come la silenziosa aria,
che trasparente e rorida,
tocca le fresche gemme degli alberi.

Come il libero volo di un'aquila
che sicura e placida
domina la terra attraverso il cielo.

Come la prima volta che i nostri sguardi
hanno avuto accesso alle nostre menti.

Ti amo quando posso toccare il tuo respiro
che culla la mia notte.

Quando ti avvicini alle persone sorridendo,
timido e accogliente.

Quando ti prendi gioco di me,
scherzando sui miei difetti.

Ti amo quando mi butti baci al telefono,
per accorciare le distanze.

Ti amo quando sei te stesso,
sfuggente e inafferrabile come sabbia tra le dita.

Quando hai paura dell'oggi,
temendo il domani.

Quando odi il mondo
e brami la nebbiosa solitudine.

Quando domini l'istinto per giocare con la tua razionalità,
facendoti beffe delle tue emozioni.

Quando cerchi la mia pelle nel buio della macchina
i fari a illuminare il mondo.

Ti amo perché non rinunci a te stesso.
Perché sai farmi ridere, perché sai farmi arrabbiare,
Consolare, ascoltare, abbracciare.
Perché mi ascolti e sai farmi anche tacere.

Perché sei parte del mio cammino,
ovunque io vada e per quanto possiamo fuggire.
Filo di seta che sa far cantare il mio cuore lasciandomi senza fiato
sorpresa e stupita di quanto sia tenero il legame che ci unisce.

Ti amo perché l'amore che ho dentro si rinnova e rigenera tutte le volte che posso donartelo.
Anonimo
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Silvana Stremiz

    Cosa cerchi tu

    Cosa cerchi tu,
    nei tuoi occhi liquidi,
    nelle tue mani distanti.
    Cosa cerchi, il calore dei corpi,
    della gente schiva.
    Cosa cerchi tu, con il tuo sorriso
    che ripaga attimi di sconforto,
    che annienta un trito e stanco ricordo.
    Come me, cerchi...
    Il conforto di una stella limpida,
    che baratti la sua limpidezza con una notte fredda e lasciva...
    la sospirata pace di un momento,
    che rischiari il nostro silenzio con un piccolo divertimento...
    cosa cerchi, tu... sei forse come me.
    Che cerco, nonostate tutto... te.
    Anonimo
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Silvana Stremiz

      Pensavo a te

      Non potrò mai essere come ero
      perché tutto ciò che di bello avevo lo dato a te
      a te che andavi lontano

      non potrò mai baciare nessuno guardandolo negl'occhi
      dovrò chiuderli per guardare il tuo volto

      non potrò mai chiederti se ti e piaciuto
      perché le emozioni dovrò viverle da solo

      non potrò mai addormentarmi con te
      perché nel mio letto regna la solitudine

      non potrò mai raccontarti di me
      e di come voglio diventare
      perché sei troppo lontana per sentire

      allora dovrò portarti nel punto più buio del mio cuore
      per farti addormentare

      ma non posso nascondermi all'amore mi sentirei come la nuvola
      che oscura il tuo sole

      allora io aspetto resto fermo paralizzato
      dall'anima al cuore e prego dio che mi dia un altro tuo abbraccio in riva al mare
      Anonimo
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Silvana Stremiz

        Mi Sveglio

        Mi sveglio
        Forse un fruscio
        Forse un rumore
        Forse nulla
        Forse tu

        La tua voce nel buio
        Scivolo verso te
        Ti abbraccio
        Non so che ora sia
        Non ha importanza
        Non ti chiedo perché non dormi
        Non è necessario

        Mi abbandono alle tue labbra
        Alle tue mani
        Ti osservo: sei bella
        Allontano i tuoi capelli
        che mi piovono sul viso
        mi cerchi e mi hai
        inizio ad accarezzarti
        tu non opponi resistenza

        mi sveglio ancora, sai
        ogni notte
        non ti cerco più
        piango un po'

        nemmeno molto
        i grandi singhiozzi sono esauriti
        non ti cerco perché non ci sei
        complementari in tutto… e poi

        io che non riesco a darti il mio corpo
        tu che non puoi darmi il tuo cuore
        io che non ho più la mia anima
        tu che mi rendi il mio amore

        una somma sbagliata
        che non dà risultato
        una corsa che sfinisce, vana

        ti ho chiamata
        forse le mie ultime parole
        le ha dettate il rancore
        non mi riesce di considerarmi un errore
        un senso di colpa
        una fatica
        non è facile liberarsi di te

        forse mi sveglierò anche stanotte
        impedendomi di cercarti
        immaginandoti
        e desiderando che oltre il buio ci sia tu
        mi raccoglierò stretto al tuo fianco
        ad aspettare il mattino
        un altro giorno ancora.
        Anonimo
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Silvana Stremiz

          Angeli persi

          Il tempo cancella i ricordi
          ma gli angeli chiusi nel mio
          cuore, non potrà mai
          cancellare,
          l'amore è più forte di lui
          e sfida il mio cuore rigonfio
          d'amore per piccoli fiori
          che amo.
          Per loro farei ogni cosa
          per loro darei la mia vita
          li amo, li adoro, ma sono
          lontani rinchiusi in un
          guscio sbagliato,
          dove il mondo per loro
          è ristretto in un cerchio
          limitato nel tempo e nello
          spazio,
          ali grandi e nere, limitano i
          loro cuori e le loro menti,
          sono fiori che soffrono,
          perché non possono amare
          le persone più care,
          perché non possono godere
          di parole dolci, di abbracci
          teneri e affettuosi,
          perché non possono ne
          amare ne ricevere le gioie
          che la vita gli aveva donato.
          Perché privati dell'amore
          paterno, l'amore dei nonni,
          che sempre aspettano,
          quei fiori, che forse più non
          rivedranno, perché quelle
          ali grandi e nere li hanno
          portati via.
          Anonimo
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Silvana Stremiz

            A Roberta

            Ricordo dei nostri passi
            mentre il sole spariva dietro alle nuvole
            e la pioggia bagnava i nostri corpi
            e s’asciugava colpita da caldi abbracci.

            Ricordo la fuga di noi bambini
            presi dallo stupore e dal pianto celeste
            quando ritorno fu per me ricompensa
            e m’allietasti di giorni e di caparbie strette.

            Ricordo le note di una canzone triste
            e di quel ultimo addio tanto umiliato
            mentre danzando bagnavi le mie membra
            versando lacrime d’amaro sospiro.

            Ricordo mia cara Roberta…
            …e mai scorderò.
            Anonimo
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: Silvana Stremiz

              Un solo giorno di libertà

              L'affannato rossore di un ragazzino
              scoperto con altro;
              le mani impudiche nascoste allo sguardo,
              gli occhi scostati dall'amato Coraggio.
              La paura incede nell'animo puro,
              le membra ha rimosse dal corpo violato,
              ma gli occhi piangono d'amore e vergogna.
              Vergogna di uomo che trova l'amore
              nel modo sbagliato:
              dolore e piacere che uniti nel gioco
              hanno offerto alla vita il primo risveglio.

              Un atto marcato, bollato immorale,
              che scelta difficile voleva fare!
              A casa sconforto, pianti e ignoranza,
              la vergogna monta e il redimersi avanza.

              La felicità, agognata e sfiorata
              sfuma nell'ombra di una scelta sbagliata,
              il sonno ritorna, il pianto si placa,
              ciò che resta è il ricordo di una gioia vietata.
              Anonimo
              Vota la poesia: Commenta
                Scritta da: Silvana Stremiz

                Le nuove fiere

                Quando ti assaporerò di fresco mia letizia?
                Ad ampi balzi riempi gli ambienti di salubre clima
                Gran vizio e malcostume, grande simbolo rapito
                Ho altri milioni di nomi nel caso
                Perdessi io la tua frode sbalordita; ma tu scongiura
                I turpi fauni osceni!
                Voglio darti enormi forze attive
                Come il movimento di protesta delle masse
                Affamate, dai tanti figli educati ad ingegnosi lavori.
                Gioventù bella e ricca di spirito,
                Ti compro ad elevati costi:
                Oh, voluminoso gruppo di corpi immutati!
                Finalmente fata brillante!
                Attendo una tua erudizione per laici questuati d'accidia,
                Sei arrivata gioia di cammino;
                Devo morire lucido mal gaudio,
                Voglio umiliarmi e sei partecipe e
                Capace.
                Ora in mezzo alla rivolta, in piedi sulle barricate
                Trascinato affogando nel caldo della folla
                Che sale - schiumoso flutto - non conoscendo le
                Trame monarchiche: segretamente vengono
                Asciugate con rosso ed ermellino le dighe
                Straripate dai cuori Hasciscin.
                Pulito e raffinato, saresti una luce fastidiosa
                Allora riesci in ode vitale a sembrare
                Veemente, omicidio dopo omicidio,
                Grandioso patto nascosto ed esempio di
                Gran nullità; i veli tessuti coprono
                Le mie vergognose nudità!
                Anonimo
                Vota la poesia: Commenta
                  Scritta da: Silvana Stremiz

                  Piove nella mia bocca - dedicata a Cecilia -

                  Piove nella mia bocca
                  dove si raccoglie il salto delle rane
                  ed il morbido riflesso
                  che ammicca l'acqua al sole.

                  Gorgoglia il sangue nella mia gola
                  con la voce della marea
                  che parla alla luna
                  e carezza la terra.

                  Sulla pelle si rapprende la luce del giorno
                  mentre i sogni se ne vanno in schiuma di birra
                  e la notte gioca con le ore
                  una partita senza fine
                  in cui la posta altrui è il mio cuore.

                  Prendo una paglia fra i tulipani
                  ed a sorte con la sorte
                  baratto immagini e parole
                  con manciate di fango
                  e polvere di corallo;

                  si schiude la stagione nei miei occhi
                  così che vedo unito al frutto
                  l'occhio opaco dell'annegato,
                  ed uno viene dalla radice
                  e l'altro fasciato di piume
                  galleggia cullato nel volo dei gabbiani.

                  Si sgranano in sabbia le mie ossa
                  mentre le vene si radicano nella carne fatta di terre
                  e come petali dai rami
                  si staccano parole dalle mie mani:
                  il vento le porta mentre si mostrano e tacciono.
                  Anonimo
                  Vota la poesia: Commenta
                    Scritta da: Silvana Stremiz

                    Mi riempio la bocca

                    Brulicano di carezze le mie mani
                    e fioriscono come prati di sangue le mie labbra.

                    Mi riempio la bocca di terra
                    e sotto le palpebre è il germoglio ed il verme
                    mentre stelle marine corrono sulle mie ossa
                    che rosseggiano in fondo al mare.

                    Inghiotto il vento e soffio foglie
                    mentre i miei occhi s'acciottolano nel fiume
                    ed i miei capelli fluttuano nella corrente.

                    T'abbraccio e le mie braccia sono di neve e sabbia,
                    ti bacio ed i mie baci sono di pioggia e vento.

                    Stenditi nel campo del mio petto
                    e lascia che nella tua carne
                    entrino dolci e violente
                    le mie tenaci radici
                    al canto intenso delle cicale
                    che costellano di spighe il cielo.
                    Anonimo
                    Vota la poesia: Commenta