Esperienze


Scritto da: Silvia Nelli
in Diario (Esperienze)
Ringrazio chi qualche anno fa mi ha fatto male, ma male davvero. Per rinascere mi sono serviti quasi tre anni, ma quel dolore a me ha insegnato ad usare la testa, a non far finta di non vedere. Mi ha insegnato che la ragione
può intervenire sul cuore e cancellare qualcosa che non deve più esistere. Io sono fiera e lo sarò sempre di me, perché so amare da pazzi, ma so anche capire non solo dove non ho più un motivo per restare, ma anche dove non ho più un motivo per continuare ad amare. Avrei dovuto piangere, invece mi sento forte come non mai e non ho più paura. questo mi fa capire che oggi io non ho perso, ma mi "hanno persa".
Composto lunedì 8 giugno 2015
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    Scritto da: Morgana Corso
    in Diario (Esperienze)
    Sapere che ogni mattina c'è una signora di 83 anni che mi aspetta con ansia per alzarla dal letto, mi dà una gioia immensa, da un'altra parte mi rattrista perché mi dico che non sia giusto che ad una certa età si debba dipendere dagli altri, se sei carente di salute, spero di non dover dipendere mai da qualcuno.
    Composto sabato 20 giugno 2015
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      Scritto da: Sabrina
      in Diario (Esperienze)
      Guarda avanti, facendo attenzione a non inciampare nei ricordi dolorosi e stringi forte le redini della tua vita, che ti porteranno lontano. Non voltarti mai e non dare ascolto ai dubbi che si insinuano nella mente, continua a camminare perché un giorno sarai fiera e ringrazierai la tua forza, che ti ha permesso di combattere, vincere e proseguire, a testa alta come ogni persona onesta di questo mondo.
      Composto domenica 14 giugno 2015
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        Scritto da: Silvia Nelli
        in Diario (Esperienze)
        Io scelgo da sola. Nella mia vita non ho mai fatto scelte per gli altri, per ciò che pensavano gli altri, ma sempre e solo con la mia testa. Ne vado fiera, e se a volte ho sbagliato meglio con la mia di testa che con quella degli altri. Puoi odiare qualcuno, che con te si è comportato (secondo te) di merda. Ma questo non significa che per questo debba odiarlo pure io. Io guardo ciò che viene fatto a me e valuto in base a questo. Posso lasciare dietro me persone che ritengo non siano più degne di starmi vicino, posso lasciare dietro me persone che amo solo perché capisco che sarebbe un dolore ancor più grande portarle con me. Ma qualsiasi cosa scelgo lo farò sempre e solo per me stessa.
        Composto venerdì 12 giugno 2015
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          Scritto da: Mariella Buscemi
          in Diario (Esperienze)
          M'interrogo al centro. Sono avanzate le risposte sulle domande mancanti. Le cerco negli incroci di sguardi e nei giochi di parole, forse, in un sogno o due, di quelli fatti alle prime luci di un'alba che germoglia sul davanzale per raggiungermi a letto. Un dormiveglia che protende ancora verso l'incoscienza. Ridestarsi sarà successione rapida d'illusioni e frammenti notturni, condensati, ché non sai mai quanto abbiano d'immaginato e di reale e un pizzico sul braccio non basta a distinguerli. Adesso, sono aurora e prima luce. La mano appena di traverso per evitare il sole. Scriverò parole sulla pelle, ma sapranno leggermi in pochi e mi sposteranno le ombre delle scapole pur di distendermi come fossi carta. Illeggibile. Non per tutti gli occhi. Sì, scriverò parole sulla pelle e ci sarà chi guarderà solo al centro, dove m'interrogo e a vederci il bianco, pretenderà d'inzupparci le dita come se sotto si nascondesse l'inchiostro nero e da sotto a sopra tracciare le mie superfici con le firme anonime. Poi, ci saranno i poeti. Uno c'è stato. L'ho conosciuto, una volta. Ha scritto e mi ha letta e le sue parole sono finite al centro, dove m'interrogo.
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            Scritto da: Gianmarco Campone
            in Diario (Esperienze)
            Ti capita mai di pensare alla tua vita? Tiri le somme, fai i tuoi conti e magari metti su una lista di cose da fare prima che... Ecco, io adesso ci penso, ma non sono momenti in cui ci si pone delle domande. In questi attimi si ricorda, ma è come se allo stesso tempo si sognasse, come se i ricordi appartenessero a qualcun altro. Non so spiegarlo bene, ma è simile a quando si osserva qualcuno tramite uno specchio, con l'unica differenza che si vedono solo cose belle o solo cose brutte. Vedi, questa è una di quelle volte in cui la pillola si dimostra dolce, una di quelle volte che mi fanno ridere nonostante tutto. E, per chissà quale miracolo, capisci che le persone vanno e vengono, che tutti quelli che non potranno più tornare, in qualche modo, uno piccolo e maledettamente tuo, ci sono sempre. Che la famiglia è il dono più grande che questa realtà potrà mai darci e che vale la pena vivere per sperare d'averne una tutta tua un giorno. Che gli amici, quei quattro in mezzo agli altri, sono la famiglia che ti scegli, sempre pronti a ricordarti che l'unica certezza che hai al mondo sei tu. Capisci che tutto quel che è entrato di prepotenza nella tua vita c'è entrato per renderti la persona che sei adesso, e malgrado i difetti, li fuori, forse lontano, forse vicino o addirittura accanto a te, c'è qualcuno che renderà quei difetti dei pregi che non varranno per il mondo, ma solo per queste due anime che lo guardano l'uno con gli occhi dell'altro. E capisci che, cristo santo, senza quel sentimento che tutti "amano" denigrare non esisterebbe nulla, non sarebbe vita, sarebbe niente. In questi piccoli attimi di spensieratezza riesco a dare un senso a tutti quei miliardi di attimi in cui il senso di tutto questo era l'ultimo dei miei pensieri.
            Composto giovedì 11 giugno 2015
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              Scritto da: Raffaella Frese
              in Diario (Esperienze)
              E poi, arriva la pugnalata dritta al cuore. Nel momento in cui riponi tutto in quel qualcuno in cui che credevi, apprezzavi. Arriva, quando apri il tuo cuore e riponi tutto in una vana speranza (...) quando ingenuamente doni il tuo mondo, tutta la tua fiducia, la tua amicizia, il tuo rispetto, la tua complicità, il tuo l'amore, le tue confidenze in una persona che ritenevi importante, di cui non avresti dubitato nemmeno un momento, non avresti mai pensato che il suo cuore fosse freddo e calcolatore, mai pensato al suo inumano oscuro egoismo. Disarmato e inerme lasci che il pugnale penetri pian piano, ma mentre pensi e navighi nella delusione più totale, dai il giusto valore e peso ai colpi inferti dalla vita e non solo, e sospiri invano balbettando che forse; "non eri poi così importante come lei lo era per te".
              Composto martedì 18 ottobre 2005
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                Scritto da: Silvia Nelli
                in Diario (Esperienze)
                C'è stato un momento nella vita in cui mi sono svegliata una mattina e mi sono ritrovata a fare cose diverse, a pensare in modo diverso. Ho cominciato a reagire in modo diverso e a rispondere in modo diverso. Non ero più disponibile, comprensiva ma anzi me ne fregavo proprio. Ero comprensiva solo verso me stessa, le mie esigenze e di cosa volesse il mondo non mi fregava. "Il dolore ci cambia" qualcuno mi disse e pensai che fosse davvero stato quel dolore a cambiarmi. Forse invece capisco solo oggi che si cambia per ben altro. Si cambia perché non si può essere sempre al top, anche quando non lo siamo per non ferire gli altri, per non farli preoccupare. Trovandosi su un'altalena emotiva vivente dove non si sa mai quando si fermerà, se si fermerà o se quella corda si spezzerà. Si cambia perché qualcosa dentro si spezza e ti fa capire che sotto a quel cuore che batte ci sei tu e ti devi amare, prima di chiunque altro perché se perdi quella parte di te non ti salverai mai più. Si cambia perché le lacrime non escono più e si tramutano in rabbia, in delusione. Si cambia perché si sceglie di cambiare. Ero cambiata, davo 2 solo se ricevevo 5, ascoltavo 1 volta se venivo ascoltata 3, capivo una volta e non c'era una seconda se non ce ne era stata alcuna per me. Poi quello che in fondo sei purtroppo non lo cambi e torni a dargli voce, perché così è giusto. Ma resta la consapevolezza dell'aver imparato a riconoscere il momento in cui devi dare e quello in cui devi togliere. Non serve diventare cattivi, basta smettere di essere stupidi. E con la consapevolezza di oggi lo fai con il sorriso di chi sa che ce la farà. Perché le lacrime hanno un prezzo altissimo che non vuoi pagare più.
                Composto domenica 7 giugno 2015
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