Poesie personali


Scritta da: armanda66
in Poesie (Poesie personali)

Figli

Forse un giorno...
vi racconterò la storia di una mamma
che ha lottato come una leonessa,
contro i falsi giudizi della gente,
contro la corruzione,
contro la falsità della gente,
che ha viaggiato per stare poche ore con voi,
che ha superato barriere,
in una lingua che non è la sua,
in un paese straniero che non comprende
cosa sia la flessibilità.
Dico forse,
perché sto ancora battendomi
per voi e alla fine,
se tutto sarà stato fatto
per avervi accanto,
dimenticherò tutto il male e sarò
solo la vostra mamma.
Composta giovedì 26 febbraio 2015
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    in Poesie (Poesie personali)

    Passato, futuro e presente

    E nell'infinito del presente,
    si udì un pensiero.
    Si disperse nel passato e nel futuro,
    arrivò fino al Sole che, fiero, lo accolse.
    La Luna, dove è chiaro l'arrivo al termine,
    invitò il pensiero a seguirla nell'infinito.
    Passato, futuro e presente,
    veri custodi del mondo,
    si mostrarono all'ignota anima
    come la fierezza, la paura e la vita:
    il passato era la fierezza, perché superbo e altero,
    il futuro era la paura verso l ignoto e verso ciò che è sconosciuto,
    infine c'era il presente, la vita.
    Non ci si può perdere nel passato, né nel futuro.
    La vera vita è il presente.
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      Scritta da: Forloc
      in Poesie (Poesie personali)

      Fermo posta

      Raccolgo stracci di stracci
      appesi alle pareti
      mesi scoscesi
      dune e fossi
      poi accatastati
      dai riflessi
      di luci intarsiate
      un cielo accennato
      copia i giorni
      da un manifesto
      della pubblicità
      con promesse di tanto
      amore e felicità
      per l'eternità.
      Composta giovedì 26 febbraio 2015
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        Scritta da: Elia Brandel
        in Poesie (Poesie personali)

        Memorie

        Vivo bloccato da cinghie invisibili
        su un letto che è un cardo isolato
        nella stanza deserta;
        dalla finestra filtra la luce del primo mattino
        è già giorno?
        La luce ambrata
        si diffonde sulle pareti,
        ricoprendole d'oro;
        la polvere volteggia cheta nella stanza
        ricordandomi che oramai
        da troppo tempo non vi entra più nessuno.

        Dove sei?
        La stanza vuota mi spaventa:
        è una fauce spalancata
        vorace paziente.
        Non ricordi?
        Le nostre intere giornate passate qui
        a fare il nulla
        a godere della presenza l'uno dell'altra
        senza artifizi insieme
        noi;
        e i nostri occhi intrappolati
        in una gabbia di bugie e false speranze
        volano le mie memorie.

        Ma tu non ricordi.

        Ora sei altrove
        e non pensi a me
        i tuoi occhi perduti nella nebbia;
        sono solo, io
        perduto nella vastità di una stanza
        troppo grande per me
        smarrito svuotato deluso.

        Forse un giorno
        anche il tuo cielo si squarcerà
        e tuoni e fulmini si abbatteranno su di te;
        forse ti rifugerai anche tu in una stanza.
        Forse allora ricorderai;
        ma io sarò già morto.
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          Scritta da: Massimo
          in Poesie (Poesie personali)

          L'acqua scorre

          Non c'è alcun ritorno per l'acqua
          che segue il letto di un fiume.
          Non si ferma, ha fretta di morire,
          di annegare in acque ignote.
          L'acqua scorre, s'affanna
          in orridi mulinelli di pensiero...
          perché l'acqua pensa e corre
          come il sasso che non si arresta.
          A salvare un sasso non c'è sacrificio,
          si salva anche una vita nell'acqua.
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            Scritta da: Giacomo Moglia
            in Poesie (Poesie personali)

            Paradiso

            Il monte divide la pianura che piano si allunga
            dal suo punto essa non teme il dislivello
            si dice di guardare comunque l'aldilà
            che il monte vede senza fatica
            ma che non tocca se pur più alto
            appoggia la sua base su di essa
            che stanca stende il suo tappeto erboso
            dicendo ad esso
            se non ci fossi
            cadresti in fondo all'infinito
            oblio del essere perfetto
            resta imperfetto
            ma nell'aldilà pianura e monte
            non saranno terra
            ma soffice e semplice giaciglio
            per chi dimorerà...
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              Scritta da: Giacomo Moglia
              in Poesie (Poesie personali)

              Dalla vetrata

              Poco vetro mi separa
              da quel fuori
              di rumori attutiti
              e movimenti di natura
              dal piccolo uccellino
              che rapido sfreccia
              quasi a rincorrere
              il solito treno che
              di momento in momento
              appare
              con verso contrario e non
              ferraglia moderna
              con umana gente
              si torce di poco il mio orecchio
              e poi per fortuna
              depongo
              il mio sguardo più in là
              turgide gemme mi avvertono
              la primavera verrà
              anche se sopra alto
              il cielo
              direbbe di no
              cupo e uggioso
              con vento in lieve spinta
              freddo e costante
              libera l'ultima foglia ingiallita
              con trepida attesa
              aspetto
              il calar della sera
              il lieve rumore rimane
              lo sguardo si assenta
              un momento
              ma
              improvviso un oggetto volante
              mi appare
              giallo elicoidale
              avverto sconforto
              ritorno a vedere
              e capisco il dramma
              profondo
              dell'uomo
              dal vetro del mondo.
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