Graffianti
Riempio i fogli di graffi
a scempio del tempio
affogo nei respiri
messi a caso nel sonno
a tratti col passo
ragazzo di urla alcolizzate
telefoni viventi
cuori assenti
lasciati spenti
domani.
Composta venerdì 6 marzo 2015
Riempio i fogli di graffi
a scempio del tempio
affogo nei respiri
messi a caso nel sonno
a tratti col passo
ragazzo di urla alcolizzate
telefoni viventi
cuori assenti
lasciati spenti
domani.
Coraggiosa abbracci la vita
vita che con te nasce e diventa
luce per il mio cuore
e speranza al mio sperare.
Sono alla ricerca...
vuoto
pensiero costante nella mente.
Sul letto al buio
guardando il soffitto
sensazioni spaventose si uniscono.
I miei occhi si bagnano.
Quando i momenti passati
ti obbligano a farli diventare dei ricordi
quando la bottiglia non aiuta
il lavoro non confonde
il disegno non viene
e il tempo non passa mai.
Un pallino nella testa
crampi allo stomaco
voglia di urlare
sono alla ricerca...
per dimenticare una vita
bisognerebbe vivere due volte.
Stupido surrealismo inesistente
sorriso capovolto.
Le mani scivolano sotto le lenzuola
scavando tra esse
sono alla ricerca.
Non lo trovo
l'ho perso
ho perso.
Non trovo più il tuo cuore.
Se messaggiando potessi farmi nuvola lo farei
Se potessi essere goccia lo sarò
Ma sono zucchero filato
E così dolcemente son venuto e me ne sono andato
Ma non temere di lascio una poesia
A farti compagnia.
Ti ho vista passare per strada,
eri distratta dal sole e vento
che dentro ai capelli esprimeva parole disperse
nel tempo socchiuso di un riso o lamento.
Ti ho vista scendere le scale di fretta e senza neanche salutare,
dove andavi tra il dire e il fare?
Ecco tra tu e il ragù non accade di sentirsi più.
Niente di nuovo sotto le parole.
Mentre i pensieri si fanno spenti e vacui,
parole mute, nudi accenti.
È forse sbagliato andare via lasciando
In mano un velo di malinconia.
Denaro non sei prudente
il tuo spostarti di mano in mano
travolge
irrompe nella coscienza
carpisce sentimenti
non veri
produci corruzione
e benessere
trasformi il buono
e ne trai consenso
aspetti la sera per non farti contare
ma rubare
dimmi hai forse visto la pietà
forse anche il piacere
dell'amore
nascosto tra le mura
senza riguardo trasformi l'uomo
in miope esattore
il seme della vita
è dentro te
il fango della morte ti sormonta
dimentichi le mani di chi soffre
calpesti la natura
il cieco
il sordo
e il muto
ti annusano pensando
ma questo
è forse il volto
della miseria
che tocca tutto e
tutti
ma poi non regna
dove lui non ha valore.
Sotto l'azzurro infinito
nel giardino della vita
palpita la primavera,
e nascono boccioli nuovi
dai vecchi ricordi,
che si nutrono d'antichi sentimenti.
Il vecchio è un buon terreno
per poter coltivare il futuro.
Porto in salvo queste lacrime
sulla pelle del silenzio.
Fragile, eterna
volteggia la luna
colando su acque raspose.
Lungo il fiume scorre
la speranza di altri sguardi,
nuove maestranze.
Graffia il mattino
oramai
l'urlo delle fronde.
Vacilla il vento
palpitano i saccenti;
è il tempo,
sono pagine
dove scolpire
il rito dell'onore.
Dove si posa
questo mio pensiero?
Non su verdi colline
dove dolce è scivolare,
non su bianche acque
che ti sanno abbracciare.
Non mi è dato ancora sentire
il vento caldo dell'estate
che accarezza
l'anima mia.
Non ancora
mi è dato il tempo
di avere sguardi
solo miei.
Non è il tempo
di fermarmi
altri posti deve
attraversare
questo cuore mio.
Dove si posa questo mio pensiero?
Non sulla terra arida
che anela ad altre piogge
non su parole
che troppo dicono
e nulla sentono.
Questo mio pensiero
è tempo che metta le ali
e abbandoni l'ombra
imprigionata a questo
deserto d'assenza
perché se difficile
è partire
doloroso è restare.
Il movimento continuo della corsa
incalza il muscolo
che stride consapevole
che quando finirà
sarà sollievo
per poi ancora
tempo che passa
giunge il trauma
di per se voluto
breve il ricordo
della fatica che
di riflesso
il primeggiare
non sente ragione
e subito il movimento
chiama
corsa corsa
e trepidante
metto le scarpette
e via per faticare.