Poesie personali


Scritta da: Pasquale Laurenza
in Poesie (Poesie personali)

La mia città

Dai collinari declivi
scende l'abbraccio di questa città
alla conca
dell'azzurro mare.
L'estivo tepore
rigenera
la linfa della vita,
e incendiano,
gli aperti balconi,
i mille e mille colori
dei fiori.
E mentre guida la luna
un gregge di barche,
sul tranquillo mare,
dorme
il cuore della città
negli antichi vicoli
permeati di storia,
ed anch'io, alfine,
cerco il riposo
al quotidiano travaglio.
Composta venerdì 13 marzo 2015
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    Scritta da: Giacomo Moglia
    in Poesie (Poesie personali)

    Non dimentico te...

    Quasi ancora sento
    il tuo profumo
    che di scatto
    incombe la nostalgia di te
    che agguanti il mio cuore caldo
    che freme per amore
    ma consapevole del non durare.
    e piange ancora
    tradito e ancora tradito
    trema di passione
    che non dimentica
    il venir meno della gioia
    che breve si era insinuata
    e avvolta da quel guanto
    che diventato morbido
    raffredda il mio cuore e muore.
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      Scritta da: Giacomo Moglia
      in Poesie (Poesie personali)

      Il buco della suola

      Girato l'angolo ed è subito vuoto
      che il caldo asfalto fa tremare l'aria
      e piango
      sono solo piccolo
      dalle calzette corte
      braghette anche
      e se guardo bene
      anzi se sento quell'asfalto dentro me
      il buco della suola
      mi consuma di vergogna.
      Mi rituffo ancora
      solo
      nell'oblio di quel ricordo
      e piango
      ancora solo sono
      ma quel buco non c'è più
      nella mia scarpa
      ma rimane solo un buco
      nella mia anima.
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        Scritta da: Giacomo Moglia
        in Poesie (Poesie personali)

        Carattere e lealtà

        Il pessimo carattere sbriciola
        il pensiero
        che tarda a venire
        di chi si sente debole
        e
        affonda il colpo quando
        supino altera il contrasto
        incline decisione di come
        il furore intaglia
        la voglia di spezzare
        il ritmo
        di quel nemico
        che ardito svetta
        perché forte
        pessimo incalza
        quel molle personaggio
        solo buono
        a criticare
        senza conoscenza e dunque
        pronto
        a fare male
        alla coscienza
        sol perché non trae vantaggio
        di quel buonismo
        che paga spesso
        in arroganza
        e si ritrae in conoscenza
        di quel carattere che
        di pessimo ha la lealtà
        venga perciò
        eletto giudice
        del mondo intero
        sebbene tale mondo
        non è
        sincero.
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