Poesie personali


Scritta da: Iris Vignola
in Poesie (Poesie personali)

Chi sei tu?

Nel letto di dolore, tra spasmi e sofferenze,
immobile e preda inerme d'un fato atroce,
ti chiedi cos'hai fatto per meritare un simile castigo.
In questa tua esistenza, forse hai errato troppe volte,
oppur sei qui a scontar pene per tue vite vissute,
in altro tempo e in altro spazio, di cui non hai ricordo.
Una folle realtà ti vuole disarmato e senza scudo di difesa,
affinché la vita, vile carceriera,
ti releghi in questo corpo sì stanco e martoriato,
privo di alcun libero arbitrio per gridare basta,
dacché la voce manca
e gli occhi chiusi o fissi non possono parlare.
Muto e inerte, pari incosciente, in quel triste sudario,
forse lo sei, o forse sei tra noi,
presente ed impotente a farti udire,
da noi che, limitati, non sappiamo percepire
l'urlo straziante che irrompe in te e, lì, muore.
Chi sei tu, adesso?
Pensi, riflettendo la tua immagine come in uno specchio,
piangendo su te stesso e su quell'amaro, mortal destino.
Ti senti affievolire come flebile fiammella sul punto di smorzarsi.
La vita ti ha deluso e incarcerato in quest'insana spoglia,
il cui spirito pretende d'esser libero di scegliere
se continuar a vivere, se vita si può dire,
o librarsi in volo per divenire anima immortale,
in una dimensione astratta e congeniale
ad apportare aiuto ad altri nel tuo stato
e a custodire chi abbisogna di conforto,
libero, uscito da quel corpo che non sentivi tuo,
pianto da chi non sa che or ora sei felice.
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    Scritta da: Iris Vignola
    in Poesie (Poesie personali)

    Cicala e formica

    Un bel dì la formica laboriosa,
    affaticata dalla calura estiva,
    incontrò una cicala canterina
    che, felice del suo canto esasperante,
    strimpellava una chitarra assai grande.
    Stanca e mogia la formica
    s'apprestava a rincasare,
    col suo carico di roba da mangiare,
    prevedendo un sì lungo rigore invernale
    e lo scarseggiar del cibo
    sul terreno ricoperto dalla neve.
    Uno sguardo sorvolò quella cicala,
    che suonava e cantava a più non posso,
    sotto un pioppo, al riparo delle fronde,
    a godersi ampiamente la frescura.
    "Lascia stare di sudare e camminare,
    vieni qui vicino a me, t'insegnerò a cantare":
    "Canta, canta, che l'inverno è alle porte,
    suona e canta quel tuo canto petulante,
    poi non starti a lamentare,
    se la pancia resta vuota, senza nulla da mangiare".
    Replicò la formica, alquanto risentita.
    E il gelo venne infine molto presto,
    a rivestir la terra d'un candido mantello.
    La formica se ne stava nella tana,
    al calduccio, con la scorta di provviste,
    a svernare, in attesa del bel sole.
    La cicala canterina,
    non cantava dalla sera alla mattina,
    visto che la pancia vuota
    reclamava e borbottava perlomeno una cena.
    Ma, ahimè, senza esser previdente,
    nulla aveva messo in serbo,
    in attesa dell'inverno così freddo.
    Triste e in pena, chiese aiuto alla formica,
    che da ospite la prese, per saziare la sua fame,
    poi un consiglio elargire,
    affinché smettesse un poco di frinire
    e più saggia, in futuro, divenire.
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      Scritta da: Valentina Bellucci
      in Poesie (Poesie personali)

      La Morte di Dio

      Afferra un pensiero,
      afferralo dall'abisso.
      Rendilo violento, spietato, padrone della morte.
      Crealo dalle ceneri del fuoco di mille cadaveri,
      seppelliscilo nella terra fredda,
      sopra le nostre lapidi.
      Dal marmo riesumalo,
      portalo alla luce, che la tempesta lo ami,
      e il sole uccida.
      Cantalo,
      scuoti il vortice,
      fai sì che le sue foglie cadano,
      rendilo nudo, perverso.
      Prendi il pugnale dal manico d'oro,
      la rosa rossa è sul sepolcro.
      Penetrala nel cuore,
      quella rosa dai petali appassiti.
      Crea il pensiero.
      Crealo dalle ceneri del fuoco di mille cadaveri,
      la rosa è morta,
      e io adesso, posso anche andare all'Inferno.
      Composta nel settembre 2010
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        Scritta da: Lucia Quarta
        in Poesie (Poesie personali)

        Non cercare

        Non cercare quella persona
        a cui piace essere rincorsa.
        Non perdere del tempo
        cercando una spiegazione.
        Non stare male, oppure a giustificare,
        credi in te è lascialo andare.
        Non stancarti, tu vali tanto.
        Non perdere del tempo,
        il tempo guarisce alleviando
        le tue ferite.
        Composta domenica 15 marzo 2015
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          Scritta da: Stefano Medel
          in Poesie (Poesie personali)

          Il pericolo della libertà

          La gente è squallida e meschina,
          e odia la libertà degli altri,
          più della propria schiavitù;
          non tanto le eccentricità,
          o le stranezze,
          ma quello che rappresenti,
          la libertà;
          e non andare adire, che sei libero,
          perché allora,
          tutti gli imbecilli di paese,
          cercheranno,
          di fregarti,
          e di metterti il bastone tra
          le ruote,
          per passivismo,
          stupidità,
          spirito di gruppo,
          pochezza d'animo;
          meno male,
          che non sono,
          tutti così.
          Composta martedì 17 marzo 2015
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            in Poesie (Poesie personali)
            Come al mendicante del Tempio
            hai baciato i miei occhi
            regalandomi la Luce.
            Seguendo un istinto naturale
            ho acceso il tuo cuore
            bussando forte alla tua Porta.
            Cerco il tuo profumo
            fra le pieghe delle mani
            dopo averti accarezzata.
            E ti ripenso.
            Ancora ti penso.
            Composta mercoledì 11 marzo 2015
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              Scritta da: Stefano Medel
              in Poesie (Poesie personali)

              Come una cicala

              Sei distante,
              un po' delusa forse,
              perché i problemi sono tanti,
              e i soldi pochi;
              e io faccio come posso,
              ma tu non hai pazienza,
              non ti rendi conto,
              tu pensi solo alla tua libertà;
              sei come una cicala allegra,
              che non pensa mai troppo;
              e te ne vai,
              senza curarti troppo degli altri.
              Composta martedì 17 marzo 2015
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                in Poesie (Poesie personali)
                Meraviglioso amore
                sono nato per te
                e rinasco da te
                nel film di una vita
                che si fa goccia del tuo mare atteso
                e resto fermo
                ad occhi chiusi e polsi spenti
                cercando il versante dei miei contorni
                farsi infiniti
                fino a sentirmi dentro
                una sola vita:
                quella che tu sei per me.
                Composta lunedì 2 febbraio 2015
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                  Scritta da: Lisa Di Giovanni
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Il tuo sapore a lungo

                  Guardo fuori e piove
                  attraverso il riflesso di un cristallo
                  si avvicinano le immagini dei nostri baci
                  mi abbandono alle tue labbra desiderose

                  sono morbide e accoglienti
                  lasciano il tuo sapore a lungo
                  anche se chiudo gli occhi
                  e sopraggiunge la notte

                  poi le nostre mani si legano, si sfiorano
                  caldo e freddo
                  Sole e Luna
                  passione e dolcezza.
                  Composta domenica 15 marzo 2015
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