Poesie personali


Scritta da: Nicola Antonicelli
in Poesie (Poesie personali)

Da Locos


Sto cercando tra il fuoco ed il ghiaccio.
Sto cercando nel silenzio diverso.
Camminando sui piedi degli altri, scoprendo quei punti nascosti.

Ho acceso i sensi di note, una musica che non viene da te.
Sto cercando di dare un respiro, al fiato che mi esce di gola, a quello che poi si fa parola.
Diviene gesto, ilare e muto, in un questo contesto.

Pazzo, di che? Mi chiede qualcuno. Pazzo di me, senza nulla nel fondo.
Sto cercando in mezzo, ai lati, di sotto.
Sto cercando come un matto, o forse come uno stronzo.
Come uno qualsiasi, che non gliene frega niente.
Spazzatura usata, film già visto, attor che recita senza patente.

Eppure ci sono, o almeno, credo di credere.
Eppur quando suono attraggo la gente. Suono canto e poi lascio il luogo.
Come zingaro falso, ho un carro senza il cavallo.

Seguo ramingo essendo del posto. Mi chiedi il nome?
Sono solo un riflesso, un abbaglio, il numero di un posto.
Creato dal nulla, caduto in culla, tra mare e terra, son diventato nessuno.

Interpreto un canto, dettatomi dal di dentro.
Potrà sembrar fuoco, ghiaccio, fango, un verso stanco. Senza senso.
Sperso senza rotta, in un oceano di bianco.

Eppure ci provo. Busso a sta porta. Non risponde nessuno.
O forse ho sognato d’esser sveglio.
Composta giovedì 5 marzo 2015
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    Scritta da: Nicola Antonicelli
    in Poesie (Poesie personali)

    Zampilli neri

    Ecco fatto. Mi son vestito, ho acceso il fuoco, ho acceso il vivo.
    Spento la notte. Il mio sole dentro, già è sorto, e ancor
    non sono morto.
    Ti vedo un istante, macchia nera, su un foglio bianco.
    Bianco, emergente, affascina, attraente,
    mi spinge, mi respinge, solo vado incontro alla gente.
    Vado incontro alla gente, fiocchi di neve sul volto, sparpagliati dal vento.
    Zampilli neri, posati su un foglio.
    Tormenta di neve, fuori è tutto bianco. qui dentro si scrive. Divampa il fuoco.
    S'empie un foglio, una foglia si muove.
    È tutto bianco, silenzio, muta la gente.
    Chi balla, chi canta, ecco tuona il tamburo, sale alto un urlo.
    Pensar che dal nulla è nata una festa.
    L'uomo è un animale, progresso e scienza.
    Ama e violenta.
    Dal nulla è già tutto un silenzio. Tutto tace. Che pace, che guerra.
    Ritorno al fuoco, il nero è più bianco.
    La foglia tra la neve, le fiamme sul foglio.
    .
    Composta giovedì 5 febbraio 2015
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      Scritta da: Forloc
      in Poesie (Poesie personali)

      Nonostante tutti

      Laghi di polvere sono i nostri ricordi
      Fosse la vita un fermaporta non la chiuderei
      Le orecchie e gli occhi per ascoltare
      Il vagito di un germoglio dal terreno
      Fatto per diventare grano
      Pensiero strano
      Raccoglie le gocce delle nuvole
      Le porta in grembo
      Finché tornan dentro
      A nutrirsi del battito del cuore
      È ancora amore.
      Composta martedì 17 marzo 2015
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        Scritta da: Forloc
        in Poesie (Poesie personali)

        A Marastar

        Fai sorridere i tuoi giorni
        Libera il respiro dei pensieri
        Sprigiona le emozioni
        Fortezze alate
        Roccaforte delle albe temprate
        Fai sorridere l'animo
        Prima che faccia sera
        E nell'oscurità del cielo
        Un stella con il tuo nome
        Mi potrà dire che ci sei
        Ci sei sempre stata
        Con qualunque tempo
        Qualunque giornata
        A nutrire e scandire i battiti
        Noi.
        Composta martedì 17 marzo 2015
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          Scritta da: Valentina Bellucci
          in Poesie (Poesie personali)

          Mia

          Dedicato a chi ancora solo non sa stare
          e cerca un fiore nel vento.
          Dedicato a chi trova odio
          e nutre amore.
          Dedicato a chi ancora sa sognare,
          perché i sogni hanno ali per volare,
          ma non hanno piedi per essere inchiodati.
          Dedicato a chi ancora crede,
          perché il silenzio è l'unica arma
          e la tua voce solo una vibrazione lontana.
          Dedicato a chi sa essere
          e a chi ancora crede in quello che sarà.
          Dedicato a te,
          che leggi le mie parole
          poiché adesso il sole muore.
          E adesso se permetti me ne vado,
          ti lascio una canzone,
          ti lascio una parola,
          ma tu,
          lascia a me la poesia.
          Composta nel novembre 2011
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            Scritta da: Iris Vignola
            in Poesie (Poesie personali)

            Una rosa fra le mani

            Dal cielo, fredde lacrime
            digradano, su di me,
            quali amorevoli carezze,
            lungamente attese,
            di materne mani,
            che, le guance, inondano
            e, ad altre,
            dal salato sapore
            e dal tenue calore,
            si confondono,
            scivolando giù,
            fino a dissolversi
            nell'acquitrinosa pozza,
            di cui, il viaggio va ad iniziare,
            per lo stretto canale,
            indi, al grigio fiume fluire,
            onde sfociare nell'impetuoso mare,
            dove, del mio pianto, il sale
            a quel marino, far unire.
            Languida rosa, fra le mie mani,
            che, nelle tue, avrei posato,
            mia dolce sposa.
            Sussurrato, ogni suo petalo, ti avrebbe
            il mio amore,
            che tu pensavi smarrito, per errore,
            bensì, con la morte, non ti abbia tradito.
            come, all'inverso, hai fatto tu,
            che l'hai bramata, cercata, trovata
            e, con lei, sei partita,
            senza me, meschino,
            per un'altra vita
            lasciandomi qui, solo,
            confuso e affranto,
            col rimpianto di non esser morto,
            avanti a te,
            dacché, in Ciel, ti avrei accolto,
            con questa rosa fra le mani,
            che sfiorirà
            prima di domani.
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