Poesie personali


Scritta da: F F
in Poesie (Poesie personali)

LA GIUSTA STAGIONE

So che più non vivrò.
In quale istante certo non so,
so quando non vorrei, però.
Per esempio nei meriggi
di questi giorni di febbraio,
freddi di vento e freschi di nevaio.
C'è una luce adagiata, arancia,
che riscopre le cose qui d'intorno,
pei raggi fugaci del sole vicino
sulla nostra azzurra trottola
in curva di fine inverno.
Nunzio è persino un arco in cielo,
che dopo la pioggia breve
fa di gocce pinte un velo.
Indugi di primavera a venire,
del periodo estivo poi a seguire.
Lunghi, caldi, calmi giorni quelli.
Attesi, quindi ancor più belli.
Cader ai piedi della duna,
di sabbia che scende al mare,
e non potersi rialzare...
la luce rossa tra la pelle,
che cala sulle larghe pupille,
e sensi d'incanti lì a svanire...
no, non è la stagione
(neanche questa)
per morire.
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    Scritta da: F F
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    Diamanti

    Se ne stanno caldi, e se ne stanno cheti,
    nel buio profondo di presse pareti.
    A volte si fan cavare al mondo,
    e si fan tagliare a tondo,
    a far da stella dietro gran cassa,
    quando la luce ben li trapassa.
    Mentre la vita invecchia e passa,
    per quelli in carne e ossa,
    per loro no, ché di supremo carbonio,
    ché per sempre splendono.
    Dannati a bellezza, sottratti al demonio,
    a morte mai s'arrendono.
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      Scritta da: F F
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      Il mio kardia

      Questo mio kardia
      batte senza posa
      da quand'era piccino
      come boccio di rosa.
      Muscolo di vita,
      caldaia di pensieri,
      A volte salta il passo
      o vibra a spron di tamburo
      e quand'è vecchio e solo
      si fa così malinconico e assassino.
      S'empie, spinge e sparge sangue
      dall'alluci fin su ai capelli
      e quando smetterà questa pompa magna
      vorrei cader nel sonno anch'io
      senza lagna.
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        Scritta da: F F
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        La maschera sotto

        Non ci sarebbe niente da ridere
        se non di noi stessi,
        eppur belle mietitrici
        falcian via le messi,
        contente,
        con l'Amor in mente.
        E pur la vecchia mietitrice
        falcia via avida le genti, indifferente,
        tale è Morte repente.
        Non si può far a meno di sorridere, allora,
        se così son disposti i denti
        dei nostri poveri teschi.
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