Poco vetro mi separa da quel fuori di rumori attutiti e movimenti di natura dal piccolo uccellino che rapido sfreccia quasi a rincorrere il solito treno che di momento in momento appare con verso contrario e non ferraglia moderna con umana gente si torce di poco il mio orecchio e poi per fortuna depongo il mio sguardo più in là turgide gemme mi avvertono la primavera verrà anche se sopra alto il cielo direbbe di no cupo e uggioso con vento in lieve spinta freddo e costante libera l'ultima foglia ingiallita con trepida attesa aspetto il calar della sera il lieve rumore rimane lo sguardo si assenta un momento ma improvviso un oggetto volante mi appare giallo elicoidale avverto sconforto ritorno a vedere e capisco il dramma profondo dell'uomo dal vetro del mondo.
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