Poesie personali


Scritta da: Stefano Medel
in Poesie (Poesie personali)

Quasi non ci speravo più

Quasi non ci speravo più,
poi un giorno sei arrivata tu,
e tutto è cambiato,
il primo lungo bacio tra di noi,
nel buio della sera,
come lo ricordo bene,
come se fosse adesso;
sei arrivata tu,
a riempire i miei giorni vuoti,
la mia noia,
il mio bicchiere pieno di malinconia;
sei arrivata,
e adesso non ti lascio più;
hai cambiato la mia vita,
scacciando le nuvole,
hai smosso le acque;
adesso sei parte della mia vita,
fino alla fine.
Composta mercoledì 1 aprile 2015
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    Scritta da: Iris Vignola
    in Poesie (Poesie personali)

    Vite senza tempo

    Rumoreggia il silenzio,
    nella coscienza attenta.
    Grovigli di pensieri,
    Intersecati come fili,
    tentacoli, nella mente, radicati.
    Chiazze d'oblio,
    lapsus di vita passata
    e, nel contempo,
    visi improvvisi,
    sprazzi d'eventi remoti,
    come lampi che affiorano dall'io.
    Giù nel profondo,
    scavando tra memorie antiche
    che, sapienti,
    riconducono i ricordi,
    appartenenti all'anima immortale.
    Effimere vite,
    vissute quanto un battito di ali.
    Realtà irreali,
    materia che non vale quasi niente,
    che si disgrega,
    come nuvola col vento,
    sotto l'inverecondo influsso
    d'un fuggente tempo,
    che lo spirito non teme, ma divora,
    nutrendosi di fasci d'ore e di minuti,
    onde approdar all'esistenza muta,
    in una dimensione ancora pura,
    nel suo non tempo,
    eterno ed assoluto.
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      Scritta da: Iris Vignola
      in Poesie (Poesie personali)

      Scarpette rosse

      Leggiadra all'apparir, sovvieni, al pari di dolce farfalla,
      volteggiante nell'aria tiepida di primavera in fiore.
      Son ali colorate, le tue scarpette rosse,
      di lucente raso create, nastrate alle caviglie,
      come, da tempi immemori, son solite far le ballerine.
      Punte gessate, su cui spiccare il volo,
      acciocché farti ammirare, tentando di scordar dolore e ansia,
      roteando, aggraziata, in vorticose pirouettes infinite,
      esile trottola, nell'armoniosa danza,
      ritmata al cadenzar d'una soave melodia,
      nell'attitude, nel fouettè, nel pas de chat,
      nel coup de pied, nel developpè, nell'arabesque,
      le tue movenze fluidamente delicate trasudano energia
      e fan di te poesia, sublime libellula danzante,
      sposata al sacrificio, senza alcun indugio,
      a cui ti doni con passione e dedizione,
      per tornare ad esser ancora e ancora notturna falena,
      attirata dall'aura iridescente della scena,
      nell'istante supremo d'apertura del sipario,
      quando, ad occhi chiusi, trai un respiro più profondo,
      per balzare dalle quinte e volare su quel palco,
      avvolta in altrui vesti, d'organza e di paiettes,
      giacché narrar le storie, con la tua suggestiva danza,
      preludio, fulcro, epilogo del cantico d'amore.
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        Scritta da: Iris Vignola
        in Poesie (Poesie personali)

        Il silenzio degli innocenti

        Silenzio, nella verde valle ridente,
        in cui la natura,
        in quell'aurora radiosa,
        è ancora, nel sonno, assopita.
        Echi improvvisi la invadono,
        poi disperdendosi,
        nell'ossigenante aria,
        testè fattasi frizzante.
        Echi di urla strazianti,
        di belati stridenti,
        contrastanti nel perfetto scenario
        del giorno nascente.
        Echi di sofferenza,
        occhi saturi di doloroso languore,
        delle vittime designate, tenere carni al macello,
        brutalmente trascinate.
        Sangue, dissacrante,
        colora la terra di purpureo rosso
        e l'odore di morte prevarica,
        ad oltranza,
        dei fiori, la fragranza.
        Poi torna il silenzio,
        a regnare con clemenza,
        donando, della pace,
        solamente la parvenza,
        nella valle, tutt'intorno.
        Il silenzio di creature innocenti.
        Il silenzio delle vittime dell'uomo.
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