Poesie personali


Scritta da: Rosanna Russo
in Poesie (Poesie personali)

Nell'avverarsi dell'oggi

Avvero infine l'oggi
-e con esso questa vera me
discosto il velo notturno.

Dagli irreali fugaci sogni
soffio via polvere dell'ieri.

Gli occhi ancora serrati
-al limitare di un semibuio
si schiudono ora fulminei.

Ebbri delle stille lunari,
meravigliandosi alla vita.
Composta mercoledì 20 aprile 2011
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    Scritta da: Gianluca Ambrosino
    in Poesie (Poesie personali)

    Il silenzio del cambiamento

    E mi ritrovo
    a coprire il sole
    con le mani
    come a volerlo
    contenere,
    ma quel che solo
    riluce
    sono le mie
    sgangherate unghie
    ed il proposito
    di non mangiarle più.

    il respiro
    si infrange
    al mio tirar di sassi
    ad una montagna
    che non si smuove,
    troppo lenti sono
    i miei passi
    per raggiunger, ora,
    rive nuove.

    ma senti
    il loro rumore
    che inesorabile scava
    la roccia,
    pronta ad esplodere come lava.
    forse l'udito
    non ti è così forte
    forse è giusto che così sia,
    perché il cambiamento
    è soltanto una cosa
    intima,
    una cosa mia.

    al limite
    lo si può sussurrare
    perché a dirlo
    poi, rischia di andar via
    ma, come l'arte, va mostrato
    ad opera ultimata,
    altrimenti
    si crea l'aspettativa
    e cade la magia.

    raccolgo comunque
    un pugno di parole
    e dico solo che
    questo motore,
    forte dentro me si muove,
    e quasi non fa rumore;
    rosicchia ogni granello
    come inesorabili
    scorrono le ore.

    lo spazio e il tempo
    fermi stanno
    in movimento,
    come in uno sbatter d'ali,
    sono buchi ad oggi eterei
    sono onde gravitazionali,
    sono inspiegabili
    tasselli
    di una vita che par ferma,
    sono una vista montana
    che all'occhio,
    qui ed ora,
    tutto rallenta
    ma tutto
    per la metamorfosi
    lavora,
    non importa
    ritrovarsi al punto
    di partenza,
    l'importante
    è la consapevolezza,
    poi,
    della propria essenza.

    la mia mano
    l'anima interroga
    ma per ora è sol ferita,
    come il giardiniere
    la terra scava
    per poi
    far germogliare
    nuova vita.

    in questo enorme
    prato,
    nel qual opera
    la mia mente,
    così assordante
    è il silenzio
    che si sente,
    quello che senza dubbio
    devo sopportar
    senza lamento:
    il lancinante,
    necessario,
    sublime,
    alle volte effimero
    ma profondo,
    silenzio del cambiamento.
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      Scritta da: Gianluca Ambrosino
      in Poesie (Poesie personali)

      Tra le labbra del vento

      Freme la mano
      dalla voglia di scrivere,
      freme
      un pensiero
      di uscire dal silenzio,
      ma tanti sono
      i rumori
      d'intorno
      che ne esce
      solo un suono stonato.

      allora
      di nulla
      par che si scriva.

      di un animo
      turbato
      che getta
      i suoi versi
      alla ricerca di
      una riva,
      alla scoperta
      di una sponda
      dove sia chiaro
      il batter dell'onda.

      ma è solo
      spuma
      e grovigli e rabbia,
      cieca
      che fine a se stessa
      si consuma.

      piano
      la mente
      all'orizzonte
      si dilegua,
      esce fuori
      come un frastuono
      che non dà tregua.

      e intanto
      il mare volteggia
      in un continuo
      ritornare,
      sceglie
      uno scoglio
      in cui l'onda convinta
      si spacca,
      poi ti travolge
      con terribili
      correnti
      di risacca.

      e mentre
      di nulla
      queste righe riempio,
      proverò
      a spedir nell'aria
      un pensiero,
      come per sorte
      si lancia una monetina,
      per veder
      se giù cadon sorrisi
      oppure la pioggia
      di quella battente,
      da sera a mattina.

      Dalla pioggia
      assai forte
      nella quale
      la mia mente si incaglia,
      nella strenua
      ricerca
      del ritorno al sereno,
      ecco spuntare,
      che quasi mi abbaglia,
      di sorpresa, all'improvviso,
      l'arcobaleno,
      splendente e lucido
      come un immenso sorriso.

      Soffice,
      tenero,
      quasi soffuso,
      tremerò
      tra le labbra del vento,
      come mai
      riuscì a tremare,
      in quel
      continuo andirivieni
      delle onde del mare,
      mentre il sole
      dentro esso
      piano, si è spento.
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