Scritta da: Rosanna Russo
in Poesie (Poesie personali)
Petali di un passato
A fior di mente
pensieri che pungono
come una rosa-
sugli occhi chiusi
petali di un passato
-carezze al cuore.
Composta martedì 10 maggio 2016
A fior di mente
pensieri che pungono
come una rosa-
sugli occhi chiusi
petali di un passato
-carezze al cuore.
Sigillare respiri
nell'ampolla del tempo,
per non dimenticare
i soffi d'aria del cuore.
Gelida è l'alba ed è di nuovo giorno,
giacciono sogni di antichi ricordi,
due semivite sfiorano memorie
-ombre appannate di un eterno amore.
Solo un fugace attimo soffiato via.
Mani si cercano, vita che sfugge.
Avvero infine l'oggi
-e con esso questa vera me
discosto il velo notturno.
Dagli irreali fugaci sogni
soffio via polvere dell'ieri.
Gli occhi ancora serrati
-al limitare di un semibuio
si schiudono ora fulminei.
Ebbri delle stille lunari,
meravigliandosi alla vita.
Spettina il vento-
quei pensieri impigliati
tra le ciocche del tempo
districa il cuore-
i riccioli ribelli
di celate emozioni.
Fotogrammi scattati dall'anima
impressi sui battiti del cuore –
attimi di un album chiamato vita
– la scrittura di luce del tempo.
Sperduti momenti felici,
su scaffali della memoria,
celati da polvere d'anima
tra le ombre di grigi pensieri,
rischiarano dei ricordi il cammino;
sono schegge di luce del cuore.
Bisogna
saper leggere
le proprie stelle
per cambiare, e
sfidare il dondolare,
culla,
delle onde
del mare.
E mi ritrovo
a coprire il sole
con le mani
come a volerlo
contenere,
ma quel che solo
riluce
sono le mie
sgangherate unghie
ed il proposito
di non mangiarle più.
il respiro
si infrange
al mio tirar di sassi
ad una montagna
che non si smuove,
troppo lenti sono
i miei passi
per raggiunger, ora,
rive nuove.
ma senti
il loro rumore
che inesorabile scava
la roccia,
pronta ad esplodere come lava.
forse l'udito
non ti è così forte
forse è giusto che così sia,
perché il cambiamento
è soltanto una cosa
intima,
una cosa mia.
al limite
lo si può sussurrare
perché a dirlo
poi, rischia di andar via
ma, come l'arte, va mostrato
ad opera ultimata,
altrimenti
si crea l'aspettativa
e cade la magia.
raccolgo comunque
un pugno di parole
e dico solo che
questo motore,
forte dentro me si muove,
e quasi non fa rumore;
rosicchia ogni granello
come inesorabili
scorrono le ore.
lo spazio e il tempo
fermi stanno
in movimento,
come in uno sbatter d'ali,
sono buchi ad oggi eterei
sono onde gravitazionali,
sono inspiegabili
tasselli
di una vita che par ferma,
sono una vista montana
che all'occhio,
qui ed ora,
tutto rallenta
ma tutto
per la metamorfosi
lavora,
non importa
ritrovarsi al punto
di partenza,
l'importante
è la consapevolezza,
poi,
della propria essenza.
la mia mano
l'anima interroga
ma per ora è sol ferita,
come il giardiniere
la terra scava
per poi
far germogliare
nuova vita.
in questo enorme
prato,
nel qual opera
la mia mente,
così assordante
è il silenzio
che si sente,
quello che senza dubbio
devo sopportar
senza lamento:
il lancinante,
necessario,
sublime,
alle volte effimero
ma profondo,
silenzio del cambiamento.
Freme la mano
dalla voglia di scrivere,
freme
un pensiero
di uscire dal silenzio,
ma tanti sono
i rumori
d'intorno
che ne esce
solo un suono stonato.
allora
di nulla
par che si scriva.
di un animo
turbato
che getta
i suoi versi
alla ricerca di
una riva,
alla scoperta
di una sponda
dove sia chiaro
il batter dell'onda.
ma è solo
spuma
e grovigli e rabbia,
cieca
che fine a se stessa
si consuma.
piano
la mente
all'orizzonte
si dilegua,
esce fuori
come un frastuono
che non dà tregua.
e intanto
il mare volteggia
in un continuo
ritornare,
sceglie
uno scoglio
in cui l'onda convinta
si spacca,
poi ti travolge
con terribili
correnti
di risacca.
e mentre
di nulla
queste righe riempio,
proverò
a spedir nell'aria
un pensiero,
come per sorte
si lancia una monetina,
per veder
se giù cadon sorrisi
oppure la pioggia
di quella battente,
da sera a mattina.
Dalla pioggia
assai forte
nella quale
la mia mente si incaglia,
nella strenua
ricerca
del ritorno al sereno,
ecco spuntare,
che quasi mi abbaglia,
di sorpresa, all'improvviso,
l'arcobaleno,
splendente e lucido
come un immenso sorriso.
Soffice,
tenero,
quasi soffuso,
tremerò
tra le labbra del vento,
come mai
riuscì a tremare,
in quel
continuo andirivieni
delle onde del mare,
mentre il sole
dentro esso
piano, si è spento.