Freme la mano dalla voglia di scrivere, freme un pensiero di uscire dal silenzio, ma tanti sono i rumori d'intorno che ne esce solo un suono stonato.
allora di nulla par che si scriva.
di un animo turbato che getta i suoi versi alla ricerca di una riva, alla scoperta di una sponda dove sia chiaro il batter dell'onda.
ma è solo spuma e grovigli e rabbia, cieca che fine a se stessa si consuma.
piano la mente all'orizzonte si dilegua, esce fuori come un frastuono che non dà tregua.
e intanto il mare volteggia in un continuo ritornare, sceglie uno scoglio in cui l'onda convinta si spacca, poi ti travolge con terribili correnti di risacca.
e mentre di nulla queste righe riempio, proverò a spedir nell'aria un pensiero, come per sorte si lancia una monetina, per veder se giù cadon sorrisi oppure la pioggia di quella battente, da sera a mattina.
Dalla pioggia assai forte nella quale la mia mente si incaglia, nella strenua ricerca del ritorno al sereno, ecco spuntare, che quasi mi abbaglia, di sorpresa, all'improvviso, l'arcobaleno, splendente e lucido come un immenso sorriso.
Soffice, tenero, quasi soffuso, tremerò tra le labbra del vento, come mai riuscì a tremare, in quel continuo andirivieni delle onde del mare, mentre il sole dentro esso piano, si è spento.
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