Poesie personali


Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
in Poesie (Poesie personali)
È l'ora che il triste giorno ammutolisca:
bambini e uccelli non hanno forza
né voce per cantare.
Gli angoli di molte città
sono pieni di mani tese e fame.
Ragazze schiave di sporchi signori
vendono il loro corpo
in attesa di essere liberate
in quest'Europa senza cuore.

Oggi ci vuole Eolo, custode dei venti,
per aprire gli otri purificando l'aria mafiosa
imputridita sui vari continenti.
La ricchezza è nelle mani di pochi magnati
che dominano mercati, borsa, politica
e sogni di poveri mai realizzati.
I privilegiati aspettano l'estate
per viaggiare e riposare
mentre la povera gente non ha
pane per mangiare.

Tutti i mesi dell'anno sono buoni
per svaligiare case altrui
occuparle con il muto consenso
dei politici e dei furfanti.
È scoccata l'ora fatidica
che la terra cambi il suo rumbo:
tutti dobbiamo imboccare le maniche
per lavorare e amare
se vogliamo essere veri fratelli
seduti alla stessa mensa per mangiare.
Composta martedì 31 luglio 2018
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    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
    in Poesie (Poesie personali)
    In penombra ho iniziato questo giorno
    quando il sole ancora dormiva
    mentre il cane già sveglio
    seguiva i miei passi
    cadenzando i gradini.

    Il mattino tentava aprire le sue ciglia
    in attesa che il sole apparisse
    su un orizzonte ancora muto
    in cerca di una voce
    perduta nella notte buia.

    Nella quiete delle prime ore del mattino
    le vie del paesino sono vuote.
    Le finestre ancora chiuse
    trattengono prigionieri i sogni
    aspettando il bacio del sole.

    Saluto il cielo con la luna e una stella:
    la prima sparirà inghiottita dalla luce
    la seconda giocherà con l'aurora.
    Il giorno si vestirà d'azzurro
    dando forza alla vita
    sorridendo alla morte.
    Composta martedì 31 luglio 2018
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      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      in Poesie (Poesie personali)
      Gli occhi del mattino hanno trafitto la luce
      apparsa su ali stanche della notte
      mentre i miei occhi si aprono lenti
      al cinguettio di passeri in amore.

      Il giorno avanza sui lampi della memoria
      ricordandomi che il tempo uccide
      gioventù e bellezza
      insieme a molti ricordi.

      Sappiamo che Il tempo non ha confini né voce
      solo scalfisce la superficie delle cose
      perché lui non ha occhi né cuore
      ma solo lungimiranza e stupore.

      Noi siamo l'orologio del tempo con scadenza
      con mani tese per captare l'eterno.
      Ogni giorno che passa veloce
      nasconde gli echi della nostra vita
      per ritrovarli fioriti
      sull'ultima nostra riva.
      Composta martedì 7 agosto 2018
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        in Poesie (Poesie personali)
        Agosto di calore e feste patronali
        nelle terre del regno di Aragona
        pieno di storia, orgoglio e nostalgia
        dove las vaquillas
        non possono mai mancare
        per far germogliare ricordi del passato
        qualche lacrima per chi manca all'appello
        ma presenti nel cuore della gente.
        Autentiche feste popolari
        dove i grandi rivivono l'infanzia
        e i giovani diventano grandi.

        Ho trascorso un giorno comunitario
        nella terra delle cinque ville
        festeggiando a Bardenas
        un gran pranzo all'aperto
        all'ombra di pini e con molta gente onesta.
        Un'immensa paella per quattrocento persone,
        un buon vino rosso e delizie dell'orto.
        Giornata di allegria campestre
        una buona e lunga tertulia
        parlando di tutto, passato e presente.

        In questi giorni sbocciano fiori di amicizia
        dove non esistono frontiere di età e paesi.
        Le feste sono per viverle insieme
        dove tutti siamo fratelli e sorelle
        sotto il sole e sotto le stelle.
        Composta venerdì 3 agosto 2018
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          in Poesie (Poesie personali)
          Spari di festa paesana festeggiano la sera
          vestita di stupendi fuochi artificiali
          con profumo di stelle e buon vino
          con lontani balli senza fine.

          Passeggiano ragazze immaginando baci
          con abbracci d'innamorati.
          Le ore passano lente nel giorno afoso
          in attesa che spunti la notte
          per aprire le porte dell'amore.
          Molte ballano con le ombre
          che indossano pantaloni
          di ragazzi ancora in fiore.

          Ogni tanto uno sparo rompe il silenzio:
          chiama a raccolta i danzanti
          riempiendo di tipico folklore
          le lunghe ore morte della notte.

          Le feste dei santi sono ormai secolarizzate:
          restano i nomi sui nudi calendari:
          alcool, sesso e ubriachezza
          sono le nuove mete
          della gente in festa.
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            Scritta da: Alisia7
            in Poesie (Poesie personali)

            Benedetti...

            Benedetti coloro che sanno portare le ferite dell'anima con l'eleganza della dignità.
            Benedetti coloro che soffrono e hanno una parola gentile per gli altri.
            Benedetti coloro che falliscono ma ci provano sempre, senza arrendersi mai.
            Benedetti coloro che sono stati maltrattati dalla vita ma sono rimasti gentili.
            Benedetti coloro che hanno gli occhi lucidi ma sanno guardare oltre.
            Benedetti coloro che sono stati delusi ma hanno ancora un grande cuore.
            Benedetti coloro che di ogni caduta hanno compreso la lezione della vita.
            Benedetti coloro che nonostante tutto, ringraziano il buon Dio.
            Composta mercoledì 17 marzo 2021
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              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
              in Poesie (Poesie personali)
              Ognuno di noi porta nei suoi occhi la morte
              pur non conoscendo chi sia, né il tempo, né l'ora
              né dove, né quando ce la incontreremo
              faccia a faccia per scrivere FINE
              al breve indice della nostra vita.

              Ho accompagnato molti alla loro ultima dimora:
              bambini, giovani, adulti, vecchi, uomini e donne.
              Tutti finiamo a mani vuote e occhi spenti da altri.
              La morte tutti l'affrontiamo
              con occhi ben aperti.

              Quando nasciamo salutiamo la luce con il pianto
              perché è il nostro gran grido di giubilo e incanto.
              La vita è qualcosa di sublime, troppo grande e bella
              per questo mamma ci porta
              per nove mesi in grembo.

              Vita e morte
              due estremi d'un breve o lungo camminare.
              Tocca a noi riempire le due tasche
              della nostra bisaccia che carichiamo:
              quella sotto gli occhi la colmiamo
              durante gli anni vissuti
              quella sulle spalle la vedremo aperta
              solo quando spiriamo.
              Composta venerdì 30 novembre 2018
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                Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                in Poesie (Poesie personali)
                Cinguettano le amiche colombe sul mio tetto
                perché il sole d'agosto si è nascosto
                dietro nuvoloni neri pieni di pioggia
                che aspettano di lavare il giorno
                sotto un cielo di polvere.

                Foglie al vento impazziscono nell'aria umida.
                L'orizzonte con nebbia copre le verdi colline
                mentre gli uomini incappucciati corrono
                per non essere raggiunti dalle grinfie
                di un vento che rimbomba.

                S'inchinano umiliate le cime di cipressi verdi
                che trafiggono l'aria piena di calde lacrime
                spuntate d'improvviso sul volto senz'occhi
                del cielo con polvere, aghi secchi e foglie morte
                che lacerano la faccia del giorno.
                Composta venerdì 30 novembre 2018
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                  Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                  in Poesie (Poesie personali)
                  Era sera tardi quando i pipistrelli strillavano
                  rincorrendo fantasmi di insetti
                  sotto le luci di una strada deserta.
                  Pallide erano le ore di quel giorno senza voce
                  passato in fretta nei miei occhi
                  perduti dietro echi di voci morte,
                  sospiri e lacrime di un amico
                  che sentiva la morte galoppare.

                  Fu un giorno di un calendario muto
                  aprendo il mattino al capezzale
                  di una donna che aveva vicino la morte
                  in una silenziosa stanza d'ospedale.
                  Soli marito e moglie:
                  lei occhi chiusi e respiro profondo
                  lui che le stringeva la mano
                  cosciente che lei stava per viaggiare.

                  Il silenzio nascondeva i ricordi di una vita:
                  le lacrime e la bellezza di un'amore che finiva.
                  Le ultime ore di un lungo viaggiare insieme
                  pesavano come un macigno nel cuore.
                  Siamo uomini che baciamo
                  la vita e la morte
                  superando i limiti dell'orizzonte
                  dando un salto su un nuovo orizzonte.
                  Composta venerdì 30 novembre 2018
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