Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

Di fronte alla sieve

Seduto sul greto di questo fiume torto
che scorre anonimo e perso, sono solo,
senza i miei amati denti da latte attorno,
unico senso, ingombrante aspettativa;
e l'eco non giunge di temerarie madri,
né il silenzio di fedeli compagne.

Sono solo come un cactus e da questo rigo
d'acqua piango la sorte di sponde separate.

Verità vecchie e nuove, come pesci, tra le mani
mi scivolano, filando, non le ripescherò più.

Fiume dannato!

Questo incessante andare, moto
castrante ti vorrei gelare, tanto
da unire questo mio margine:
ingannevole solidità tra di noi.

Natura spoglia perché non mi doni il volto noto?

Una bigia prende il volo tremato momento.

Sono solo e certo su questo greto che l'alveo temuto
non tenterai intraprendere per giungermi accanto.
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    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
    in Poesie (Poesie personali)

    L'opportunità del domani

    C'è sempre un dolore nella vita:
    uno sguardo appeso a una finestra,
    una lacrima negli occhi d'una bimba,
    un uccello ferito da uno sparo,
    una madre che ha perso suo figlio!

    C'è sempre una speranza nel mattino:
    una rosa è nata nel giardino,
    un buco d'ozono è sparito,
    il vecchio ha il cuore d'un bimbo,
    il cancro è già stato vinto !

    C'è sempre un'opportunità nella sera:
    ritornare sui propri cammini,
    scoprire l'Ulisse del futuro,
    la Beatrice dei propri sogni,
    il Paradiso di amori perduti.

    C'è sempre un domani maturo:
    un bimbo fatto uomo,
    una bimba diventata madre,
    gli animali padroni dei boschi,
    la Terra culla della Libertà.
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      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      in Poesie (Poesie personali)

      L'uomo della violetta

      Era un uomo o un'ombra nel vento
      quella voce appesa sull'albero rotto
      piena di silenzi di luna mattutina
      quando l'anima è ancora bambina?

      Era forse la pioggia perduta nel cielo
      dopo una notte passata all'aperto
      con un cane in cerca d'un padrone
      e il padrone in cerca di se stesso?

      Sono certo che era qualcuno, solo,
      con gli occhi pieni di tristezza,
      con le mani aperte verso il cielo
      e piedi ben poggiati sulla terra.

      Era la voce che si sente nella notte,
      il sospiro delle cose amate a stento,
      il passo lento d'un uomo maturo
      cercando nel bosco una violetta.
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        in Poesie (Poesie personali)

        Maschere e fantasmi

        Si rompono i gridi domenicali
        nei silenzi delle ore opache:
        il cuore incontra la memoria
        fossilizzata in orme di ricordi.

        Non ci sono ventagli senza volti
        né uomini mutilati di guerra;
        ci sono voli fatti tristezza
        su muri di graffiti vecchi.

        Passano le ombre settimanali
        su testate di giornali rotti:
        le notizie sono cavalli alati
        in recipiente di terracotta.

        Si rompono anche le maschere
        appese su muri a stucchi bianchi,
        restano gli occhi del domani
        su queste mani del passato.

        Una voce canta sotto il cipresso,
        un vecchio batte il suo bastone
        su un'ombra non più sua
        ma forse nostra fatta futuro.
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          in Poesie (Poesie personali)

          Il masso ed il mare

          Cosa sono se non il testimone di una
          inane abulia che riduce, assecondata,
          le forze, alitando sui tizzoni che nel
          braciere cullano il dono fumante del
          calore che annebbia il ricordo di te
          restituendo audace l'accosto lì, ove
          sentinelle silenti, di grigio rivestite,
          altro non riposano che indossate
          vesti e certo, non scoraggiano, nella
          loro fissità il leggero muoversi della
          foglia decidua affidata all'aria.

          Tempo imprecisato fino all'atteso contatto:
          adagiarsi sopra un morbido ciuffo d'erba
          umida.

          Trovare nel suo paziente abbraccio: cura.
          Nel suo essere prossima altra ragione che
          l'accoglienza.

          Sperimentare in quel preciso istante la modestia
          del rumore del mare contenuto nella conchiglia.

          Un semplice, naturale, leggero, incontro. Incapace
          di purificare le acque. Ma capace…di raggiungere
          la profondità. Come un masso consegnato al mare.
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            in Poesie (Poesie personali)

            Perché

            Mi hai
            mai amato?
            Non ho visto indugi
            nei tuoi occhi di rete
            ne tremori incerti
            sulle tue mani nascoste
            nemmeno un sospiro doloroso
            dalle tue labbra mute.

            Mi hai
            mai amato?
            Di sorrisi, carezze, parole
            a chi ho regalato
            i miei veri
            10. 585 giorni e notti
            e quanti troppi perché
            sono rimasti perché.
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              in Poesie (Poesie personali)

              Ruberò un uomo

              Ruberò un uomo, so che c'è
              nel disegno naturale
              di vagheggi veri.

              Che mi accompagni d'inverno
              quando i pomeriggi sono grigi
              lungo gli argini umidi.

              Aspettare nel punto più alto
              scelto solo per me
              la nascita di una sola alba.

              Prima cospargere di petali
              il mio letto.

              Rinventarmi piccina
              col buio annunciato
              al telefono buonanotte.

              Ai piedi di un camino fervido
              da solo, sappia
              leggere le mie poesie.

              Qualche volta
              mi porti un fiore.

              Saper ridere insieme
              e insieme lasciarci
              ai cari silenzi.
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