Seduto sul greto di questo fiume torto che scorre anonimo e perso, sono solo, senza i miei amati denti da latte attorno, unico senso, ingombrante aspettativa; e l'eco non giunge di temerarie madri, né il silenzio di fedeli compagne.
Sono solo come un cactus e da questo rigo d'acqua piango la sorte di sponde separate.
Verità vecchie e nuove, come pesci, tra le mani mi scivolano, filando, non le ripescherò più.
Fiume dannato!
Questo incessante andare, moto castrante ti vorrei gelare, tanto da unire questo mio margine: ingannevole solidità tra di noi.
Natura spoglia perché non mi doni il volto noto?
Una bigia prende il volo tremato momento.
Sono solo e certo su questo greto che l'alveo temuto non tenterai intraprendere per giungermi accanto.
Ti racconterò degli amori di un'ora amori distratti senza promesse che il tempo smentisce senza gelosie che il tempo sopisce senza bugie che il tempo non crede e che poi il tempo immodesto racconta.
C'è sempre un dolore nella vita: uno sguardo appeso a una finestra, una lacrima negli occhi d'una bimba, un uccello ferito da uno sparo, una madre che ha perso suo figlio!
C'è sempre una speranza nel mattino: una rosa è nata nel giardino, un buco d'ozono è sparito, il vecchio ha il cuore d'un bimbo, il cancro è già stato vinto !
C'è sempre un'opportunità nella sera: ritornare sui propri cammini, scoprire l'Ulisse del futuro, la Beatrice dei propri sogni, il Paradiso di amori perduti.
C'è sempre un domani maturo: un bimbo fatto uomo, una bimba diventata madre, gli animali padroni dei boschi, la Terra culla della Libertà.
Cosa sono se non il testimone di una inane abulia che riduce, assecondata, le forze, alitando sui tizzoni che nel braciere cullano il dono fumante del calore che annebbia il ricordo di te restituendo audace l'accosto lì, ove sentinelle silenti, di grigio rivestite, altro non riposano che indossate vesti e certo, non scoraggiano, nella loro fissità il leggero muoversi della foglia decidua affidata all'aria.
Tempo imprecisato fino all'atteso contatto: adagiarsi sopra un morbido ciuffo d'erba umida.
Trovare nel suo paziente abbraccio: cura. Nel suo essere prossima altra ragione che l'accoglienza.
Sperimentare in quel preciso istante la modestia del rumore del mare contenuto nella conchiglia.
Un semplice, naturale, leggero, incontro. Incapace di purificare le acque. Ma capace…di raggiungere la profondità. Come un masso consegnato al mare.
Mi hai mai amato? Non ho visto indugi nei tuoi occhi di rete ne tremori incerti sulle tue mani nascoste nemmeno un sospiro doloroso dalle tue labbra mute.
Mi hai mai amato? Di sorrisi, carezze, parole a chi ho regalato i miei veri 10. 585 giorni e notti e quanti troppi perché sono rimasti perché.
Oggi è sereno la luce mi abbaglia qualche nuvola in cielo il sole si staglia la gioia mi invade penso all'amore forse perché... c'è un sereno interiore.