Un infinito dolore che il volto ha reso triste nel suo peregrinare tra albe e tramonti contemplati nell'anima e nel ricordo. La vita un nulla, ma nel cuore il desiderio del mondo, di volti familiari, occhi velati dal cielo pur contemplato e pregato in un bagliore di luce fuggente. Ora guardo il tempo che passa, saprò sperare nell'attesa dell'incanto di stringere la sua mano.
Inabissati dal dolore in un mondo reso inospitale, nel buio cinereo è scoppiata la soavità dell'amore, è sfuggita la paura. L'ardore di pietà brama l'invisibile volto sfigurato, perduto. Uomo, mostrami il tuo volto da adorare.
L'attimo Uno sguardo. E poi scivola via da addosso, il pensiero. Che qualcosa comunque rimane: per l'idillio di un attimo, il sospiro di un fremito. Che abbatte i sigilli e fa breccia lì: Dove il tempo non scorre, il sole non tramonta, la paura non giunge.
Basterebbe la semplicità di un gesto, perché l'incantesimo perduri. Ed invece siamo sempre un passo oltre, sempre al di là delle cose.
Sembrerebbe che solo la sua luce lo sarebbe: verità, squarcio meraviglioso. A volerla trattenere in me, che la sua non sfiori: per l'attimo che in sé sa di eterno.
Non c'è buio senza luce non c'è cuore senza amore non c'è vita senza dolore senza luce non c'è calore l'anima è un antro senza uscita, profuma di viola, e dà la vita ed in fondo alla vita, c'è solo la luce.
Sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna E i nostri amori Me lo devo ricordare La gioia veniva sempre dopo il dolore Venga la notte suoni l'ora I giorni se ne vanno io rimango
Le mani nelle mani faccia a faccia restiamo Mentre sotto Il ponte delle nostre braccia passa L'onda stanca degli eterni sguardi Venga la notte suoni l'ora I giorni se ne vanno io rimango
L'amore se ne va come quest'acqua corrente L'amore se ne va Com'è lenta la vita E come la Speranza è violenta Venga la notte suoni l'ora I giorni se ne vanno io rimango
Passano i giorni e passano le settimane Né il tempo passato Né gli amori ritornano Sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna Venga la notte suoni l'ora I giorni se ne vanno io rimango.
All'indietro nel tempo per non dire no ai tuoi stretti sconosciuti, non rinunciare più a brividi sotto le mura, salire le scale quella prima volta da sola aspettarti discreta comparire dalla tua cavalcata, vedere la tua luna nelle piccole ore d'estate, correre al tuo richiamo tra la notte e l'alba sull'asfalto, abbandonare la gente e ritrovarsi noi due, smarrirmi sul terrazzo un sì temerario per non impaurirti d'amore perdonandoti tutto.
Ora non la voglio la luce perché nel mistero dell'ombra riconosco i suoi colori Sagittario delle stelle dalla lunga criniera che galoppi sulle verità scappi verso la luna piena se sei nudo di sogni ti vestirò di fiori proteggerò con oli il tuo mantello delicato alleverò con lavande la tua mensa agre.