Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

L'anziano

Membra che riposano
su un comodo divano

racchiusi tra grigi muri
che annichiliscono ogni ardor,
ricordando tempi duri
dove vinceva l'amor.

"Un mare di silenzio,
per poter navigar
lentamente, nell'ozio
di questo tempo avar"

un lampo, negli occhi blu
di un uomo stanco,
che amato non è più
dalla donna avuto affianco.
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    Scritta da: Marco Carbone
    in Poesie (Poesie personali)

    Il tuo cane ha due mesi

    Il tuo cane ha due mesi, e già ti somiglia.
    Ho avuto paura che mi azzannasse
    quando si è messo a leccarmi le caviglie.
    Hai scambiato i numeri delle aiuole.
    L'hai disposte dal verso sbagliato.
    "Per distrazione" mi hai detto. Per me invece
    l'hai fatto apposta per essere dimenticata.
    Un po' di tempo fa ti avrei perdonata,
    ma oggi sono sicuro che se il mondo
    va così male è anche colpa tua.
    Sei ingrassata sui fianchi. Sei meno carina
    di qualche tempo fa.
    Che importa se vorrei vederti incinta
    delle mie carezze. Questo non te l'ho detto.

    Dirtelo, a me, avrebbe fatto più male.
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      Scritta da: Marco Carbone
      in Poesie (Poesie personali)

      Hai una frangia che urla

      Hai una frangia che urla. Forse ti sta male.
      Ma quale occasione migliore per chiederti un favore.
      Se i tuoi occhi potessero parlare
      avrei un motivo in più per andare a lavoro.
      Avrei il coraggio di sbraitare
      contro la macchinetta del caffè.
      Pretenderei maggiore attenzione dalla mia compagna.
      Un po' di zucchero non sta male
      in mezzo alle pratiche quotidiane.
      La radio accesa che canta la solita ossessione.
      È una canzone da ballo, ma a me viene
      voglia d'essere malinconico.
      Non sono un ossesso;
      ho solo voglia di chiederti meno confini:

      più elefanti da mettere nei sogni,
      più spiagge in questa desolazione.
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        Scritta da: Marco Carbone
        in Poesie (Poesie personali)

        La lavatrice non va più

        La lavatrice non va più. E l'acqua
        dal rubinetto esce di un colore strano,
        incomprensibile.
        Dovresti venire a vedere che fine hanno fatto
        i tuoi gerani. Non sono più rossi,
        non sono più gialli.
        Beh il tuo cane non sta poi tanto meglio.
        Tiffany non sembra più lui.
        Va in giro per la casa con troppi
        ossi in bocca. Fa le fuse come un gatto.
        Che pena mi fa!
        Ti sei dimenticata di dirmi come
        Si stirano le camicie. Ma si mette
        L'acqua calda o quella fredda?
        Mi avresti dovuto lasciare degli appunti.
        Lo sai quanto sono imbranato
        con i lavori domestici.
        Gli ospiti non vengono più
        Con piacere. Pretendono un padrone
        Di casa meno irritabile.
        Non so davvero come fare per
        Essere più socievole.
        Quando mi hai detto che per noi
        non c'era più futuro
        mi avresti dovuto almeno insegnare
        qualche storia divertente.
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          Scritta da: Marco Carbone
          in Poesie (Poesie personali)

          Quello che si farà per te

          Erano vent'anni che non piangevo;
          adesso mi sembra che tutto il tempo
          sia passato invano; sugli sfondi opachi
          e un po' tristi degli smalti da lavare,
          e sulla ruggine degli occhi degli
          innamorati. Tu sei morta; e non capisco
          come ciò possa essere accaduto;
          mi ricordo che camminavi con il bastone;
          (la gente ha sempre rispetto per chi
          cammina piano, o questo vale
          per me soltanto? ) e mi regalavi ogni giorno
          delle poesie. Non ho mai capito
          perché scrivevi così tanto, forse sapevi
          che il tuo tempo stava per finire?
          Io credevo invece che avessimo
          un'intera vita davanti.
          Che senso ha oggi questa città, che non
          Mi è sembrata mai tanto orrenda,
          e questa stupida estate?
          Tu sei morta, ma forse non te ne sei
          ancora accorta. E scrivi i tuoi versi stando
          sulle ginocchia. Oggi non pesi più di
          quaranta chili e incominci a cantare
          come un'allodola. Io sono qui che scrivo
          e mi sembra di aver sbagliato ancora.
          Tu mi dicevi che avevo talento, ma adesso
          Non riesco a distinguere l'acca dalle vocali,
          e mi chiedo qual è il senso di questo spettacolo?

          Non sono venuto al tuo funerale. Non so quanta
          gente c'era e quante facce ti hanno accompagnato.
          Tutto si sarà svolto in fretta; qualche lacrima
          (ma penso poche), delle fredde condoglianze.
          La tua cerimonia sarà stata uguale a tante altre.
          Tu adesso non ci sei più; ed è inutile questa poesia
          e tutto quello che si farà per te.
          Io non ti sto parlando, non ti sto scrivendo,
          sebbene m'illudo di questo.
          Domani dei rumori seguiranno altri
          rumori, le strade saranno verniciate con strisce
          nuove, di tanto in tanto delle lucciole
          ci parleranno, e tutto sarà tranquillo:

          questo è ciò che più non sopporto.
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            in Poesie (Poesie personali)

            Tutto vorrei

            Vorrei dormire un po' di meno
            per sognarti un po' di più
            Vorrei una realtà
            che non sà solo di ieri
            Vorrei trovare un tesoro
            anche dentro un cassetto
            Vorrei sentire il tuo sguardo
            sempre dentro il mio
            Vorrei vorrei vorrei
            cos'altro vorrei
            Vorrei tutto quello
            che ancora non ho avuto
            Tutto vorrei ma...
            di quello che è solo Tuo!
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              Scritta da: Marcello De Santis
              in Poesie (Poesie personali)

              Abbaia un cane alla marina

              Nella calma serale delle foglie
              crepuscolanti ai rami alla radura
              scrivono in cielo i grilli sinfonie...

              Abbaia un cane alla marina, e il vento
              ulula ai vetri aperti
              a velare le coltri ed i cuscini
              grevi ancora di noi
              dei nostri corpi ansanti
              stremati dal tentato salvamento
              di un amore finito

              Nell'ombra disegnata al pavimento
              da una luna malata
              spengono lenti i cori di cicale
              morenti già alla sera
              e rompono i tumulti di due cuori

              il vento li raccoglie e se li porta
              lasciando al vuoto l'ombra di memorie
              e un profumo di rose, le tue rose.

              M'avvolgo nel silenzio della sera
              e mi vesto di luna...
              raccolgo a terra i petali violati,
              e risàno le rose, le tue rose.

              alla fine della strada

              affetto... e...
              una cascata di ricordi...

              ... camminava, il vecchio,
              poggiando
              pesante alla sua ombra
              imboccava la galleria
              con il suo vagone
              di ricordi,
              che all'uscita
              il sole
              faceva risplendere
              come se
              fossero ancora
              suoi

              ma poi scendeva
              e
              s'accorse
              che
              il treno
              se li portava.
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                in Poesie (Poesie personali)

                Perdermi in un ultimo sogno

                "Perdermi in un ultimo sogno
                essere un altro e diverso
                in una selva smarrito
                sfinito venir poi ritrovato;
                addotto alla corte del tuo cuore
                con inconsuete parole
                essere annunciato ambasciatore
                in cerca di fidate alleanze
                per un nuovo regno ricco d'amore"
                Illusione, iridata mia traghettatrice
                che additi floreali sponde
                è con fantasmagorico immaginare
                che mi occupi e in alto mi innalzi
                quando a me, triste e solo, ti insiemi.
                Si, ieri sconosciuta, non ti ho cercata
                propizio, solo un caso ti ha sorteggiata!
                Ma ora che assidua frequentatrice
                figuri nei sogni e nelle speranze
                tempo è di festeggiarti
                di strapparmi... strapparti
                alla tristezza che scellerata
                tanto si avventa sui troppo soli.
                Ah se talvolta attacchiamo parola
                se un conoscerti di un poco si accresce
                tu non sai, forse non congetturi
                che allora, Morgana mi affatturi!
                Altro tepore scopro e mi invade
                se un algore improvviso e segreto
                coglie un me strizzato di calore;
                sensazioni più sottili di un brivido
                mi trapassano quando mi ignori,
                senza vie di fughe mi avvilisci
                per malaccorti cenni di indifferenza!
                Non sottrarre al mio zero essere
                la felicità fatta di poco che ti chiedo!
                Fammi trasalire, lasciami trasudare:
                esaltami con sguardi pregni di gioia;
                il frullo d'ali di un'emozione
                atterri sul mio volto e lo commuova.
                Vieni all'alba nuova padrona
                vieni... portami con te schiavo
                ma belletta questa vita emaciata!
                Qual ubertosa oasi di primizie
                con altra flora ti contorni
                se, smarrito e tremulo, mappo
                le dune della mia deserta vita.
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