Erano vent'anni che non piangevo; adesso mi sembra che tutto il tempo sia passato invano; sugli sfondi opachi e un po' tristi degli smalti da lavare, e sulla ruggine degli occhi degli innamorati. Tu sei morta; e non capisco come ciò possa essere accaduto; mi ricordo che camminavi con il bastone; (la gente ha sempre rispetto per chi cammina piano, o questo vale per me soltanto? ) e mi regalavi ogni giorno delle poesie. Non ho mai capito perché scrivevi così tanto, forse sapevi che il tuo tempo stava per finire? Io credevo invece che avessimo un'intera vita davanti. Che senso ha oggi questa città, che non Mi è sembrata mai tanto orrenda, e questa stupida estate? Tu sei morta, ma forse non te ne sei ancora accorta. E scrivi i tuoi versi stando sulle ginocchia. Oggi non pesi più di quaranta chili e incominci a cantare come un'allodola. Io sono qui che scrivo e mi sembra di aver sbagliato ancora. Tu mi dicevi che avevo talento, ma adesso Non riesco a distinguere l'acca dalle vocali, e mi chiedo qual è il senso di questo spettacolo?
Non sono venuto al tuo funerale. Non so quanta gente c'era e quante facce ti hanno accompagnato. Tutto si sarà svolto in fretta; qualche lacrima (ma penso poche), delle fredde condoglianze. La tua cerimonia sarà stata uguale a tante altre. Tu adesso non ci sei più; ed è inutile questa poesia e tutto quello che si farà per te. Io non ti sto parlando, non ti sto scrivendo, sebbene m'illudo di questo. Domani dei rumori seguiranno altri rumori, le strade saranno verniciate con strisce nuove, di tanto in tanto delle lucciole ci parleranno, e tutto sarà tranquillo:
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