Poesie personali


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie personali)
L'amore... è estasi
travolgimento totale.
Il tuo sguardo è estasi,
un'esalante emozione.
Adrenalina pura,
per il mio cuore.
Estasi mi procura,
quello sguardo intenso,
pieno di parole,
di promesse di sogni.
Quella carezza lieve,
mi da un brivido.
Estasi è questa sensazione
che provo per quello,
che ora fra noi c'e.
Questo amore che mai
passato avrà.
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    Scritta da: Paola Filanti
    in Poesie (Poesie personali)

    Rosso

    Merda sangue
    Liquidi organici
    Sudore
    Fetori nauseabondi
    Urla indefinite
    Pidocchi sporcizia
    E a volte il fondo
    Nero
    Di un semplice caffè.
    Questo è divenuto
    il mio lavoro
    non c'è anima
    l'ho celata
    per non morire
    dietro ad ogni dolore.

    Dolore, parola astratta
    Ma conosciuta all'uomo
    Dal primo respiro di vita.
    E rimango allora
    Insoddisfatta
    Perché vivere senza emozioni
    non è vita.
    Ma c'è forse bisogno
    di silenzio
    per ascoltare
    il canto di un pettirosso
    e di tempo
    per togliersi dalla mente
    il grigio ed apprezzare
    i suoi colori.
    Rosso
    Rosso come il sangue
    Che le mie mani toccano sempre.
    Rosso
    Come il sangue
    con cui le donne
    devono fare i conti.
    Rosso come la passione
    Che brucia
    Rosso come la rabbia
    Che esplode
    Rosso come un avvolgente
    tramonto sul mare
    Rosso come le mie guance
    quando incontrano i tuoi occhi
    Rosso come le labbra
    di una donna generosa
    Rosso come i miei capelli di bimba.
    Rosso.
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      in Poesie (Poesie personali)

      Oblio nel tramonto

      Stordita
      ed ebbra dei colori d'un tramonto,
      ogni singola attenzione muta aspetto
      come nuvola s'un cielo azzurro e rosa.
      E non penso a ciò ch'è stato,
      mentre del giallo il mio respiro è pieno.
      Non a quel ch'avrei dovuto,
      mentre m'incanto ad ascoltar l'arancio.
      Non a chi devo il mio grazie,
      mentre mi brucia rosso l'orizzonte.
      Non a quanto sto sbagliando,
      fino a che il sole non annega, e tace.
      Tutto torna al vero aspetto,
      come desto da un bel sogno che via via perde colori.
      Ma domani, chiedo e spero che all'arrivo della notte
      venga rinnovato omaggio.
      Allor, si, tornerei ebbro.
      Per poter dimenticare, lungo il lasso di un tramonto
      ciò ch'è stato, quanto avrei dovuto,
      chi m'è creditor d'un grazie
      e l'insieme dei miei errori.
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        in Poesie (Poesie personali)

        Libera di essere come sei

        Dimmi che non vuoi
        che io smetta di cercarti,
        anche quando inizierai ad odiarti.
        Dimmi che vuoi che ti faccia sentire
        importante più dell'acqua e dell'aria,
        anche quando morirò soffocato.
        Dimmi che mi dimenticherai
        e che non mi ricorderai
        come la bestia che sono diventato.
        Dimmi che continuerai a vivere
        come hai sempre voluto vivere.
        Libera di essere come sei.
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          Scritta da: Marco Teocoli
          in Poesie (Poesie personali)

          Silenzio

          Con il mio silenzio
          riscriverei la storia
          di tanti uomini
          che con spavalderia
          hanno imbrattato le vie
          delle città con il sangue.
          Con il mio silenzio
          darei luce a tutte
          le anime che vivono
          nei posti più tetri
          del nostro mondo.
          Con il mio silenzio
          donerei giustizia
          alle persone che ne
          hanno abusato.
          Con il mio silenzio
          potrei soltanto
          non parlare
          e non dirti quanto
          amore vive in me
          grazie a te.
          Con il mio silenzio
          sono e sarò solo.
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            Scritta da: Salvatore Currò
            in Poesie (Poesie personali)

            Il fiume

            Seduto in riva ad un fiume, ti scrissi una poesia.

            Ora l'ho persa, non la ricordo più.

            Forse perché non credevo di scriverla,
            e non immaginavo di cantarla.
            Era bella, la poesia.
            Parlava di vita, e di vita, di vita e d'amore.
            Com'era strano vedere fluire la penna su un foglio, imprimere quello che non sapevo.

            E ora l'ho persa, non la ricordo più.

            La musa che mi ispirava, capricciosa e sbarazzina,
            saltava e ballava, senza pensieri, come queste rime,
            che rime non sono, ma solo l'accorato appello di un uomo.

            La musa è andata via.
            Forse ha scoperto che la sua libertà non era ispirare un uomo che non bramava lei,
            ma amava ciò che gli dava.
            La sua libertà era lontana dallo scrittore, che come un pennello di Dio
            dipingeva in parole di un cosmo in poesia.

            Ma ora l'ho persa, non la ricordo più.

            Forse parlava dello scrittore,
            che quando la musa lo abbandonò,
            la amò, la odiò, abbandonò se stesso, per indossare un manto di indifferenza che lo schiacciò.

            O forse narrava della musa, che, sorda a tutto ciò, si allontanò continuando a saltare,
            e ballare, e ispirare, ma nient'altro che la propria vita?

            L'ho persa, non me la ricordo più.

            E allora tornai al fiume.
            Cercavo le rime, cercavo la musa.
            Mi sedetti là dove, incantato da lei,
            scrivevo di sogni e d'amore,
            e cercai tra i flutti del fiume.

            Il fiume mi parlò, e tra il cristallino e lo spumeggiare
            mi disse che non mi potevo ingannare.
            Ora ricordo. Ricordo che niente scrissi,
            ma soltanto che la persi.
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