Poesie personali


Scritta da: IGNAZIO AMICO
in Poesie (Poesie personali)

Farfalle

Le ali come petali
di fiori colorati,
con eleganza volano
posandosi sui prati.

Oh, quanta gioia infondono,
è in festa la radura:
fiori sospesi in aria,
sorride la natura.

Un'esistenza fragile
che dura qualche giorno,
il tempo di conoscere
ciò che sta loro intorno;

ma son felici e mostrano
di apprezzar la vita
e spensierate godonsi
la loro breve gita,

di certo consapevoli
d'aver concorso in fondo
a far stupire gli uomini,
a colorare il mondo.
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    Scritta da: IGNAZIO AMICO
    in Poesie (Poesie personali)

    Aurora

    Colori inverosimili
    disegnansi nel cielo,
    avanza Aurora fulgida
    nel suo iridato velo.

    Solo un pittor divino
    aver può tal destrezza
    da pingere una tela
    di sì eccelsa bellezza.

    E nel baglior ridestasi
    la vita dolcemente,
    fugate son le tenebre
    è l'alba e già si sente:

    serrande che si aprono,
    un gallo canta forte,
    dei passi sopra i ciottoli,
    un cigolio di porte,

    Inizia un altro giorno
    con il tocco più bello
    di una Natura magica
    artista del pennello.
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      Scritta da: IGNAZIO AMICO
      in Poesie (Poesie personali)

      Anelito di pace

      Profondo mar, perché tanto m'attiri?
      Cielo infinito, e se volassi anch'io?
      Seguire il fiume, secondare il vento,
      librarsi sugli effluvi e le armonie,
      farsi portar dove silenzio regna,
      là dov'è luce, color, melodia, pace.
      Sì, cerco la pace vera, duratura,
      ma non intendo morte, ché spaura.
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        Scritta da: IGNAZIO AMICO
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        AI piè d'un castello

        Un dolce ricordo alla mente
        riaffiora ogni giorno più bello:
        il sole sul mare che scende,
        un bacio ai piè d'un castello.

        Odore di terra bruciata,
        di mare, di alberi in fiore,
        è là che sei stata abbracciata,
        cogliendo il mio pegno d'amore.

        Salendo sull'erta collina
        incontro al severo maniero
        sostammo a mirar la marina,
        la baia e il dirupo costiero.

        Poi giunti nell'atrio silente
        cogliemmo da bifora antica
        bagliori dell'astro cadente,
        sul pelago e campi di ortica.

        Pensando a quel giorno stupendo,
        io vedo il presente fra noi
        segnato dal sole, dal vento,
        da luce, da ombre, ma poi,

        in fondo a due cuori felici
        predomina il rosso bagliore,
        passione, dolcezza e ti dici
        che regna fra noi solo amore.

        E voglia il destino sia vero
        che un dì nostra polvere arsa
        al vento del vecchio maniero
        da mano pietosa sia sparsa.
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          Scritta da: IGNAZIO AMICO
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          Domando al tempo

          Tempo, dimmi, chi sei tu che governi
          l'inizio e la fine di ogni evento,
          la nascita e il cessare della vita,
          scandendone puntuale ogni momento?

          Sei un amico se ci porti incontro
          a momenti gioiosi e sospirati,
          fato beffardo quando ci introduci
          ai tanti amari calici odiati.

          Tu ci segui, sorvegli e sempre incalzi,
          senza posa scorrendo e trascinando
          ogni essere incontro alla sua sorte,
          impietoso nessuna spè lasciando.

          Ma spesso siamo noi che t'invochiamo
          quando, agognando sospirate mete,
          vorremmo sia più celere il tuo passo,
          ignari di cader nella tua rete,

          o quando tristi eventi della vita
          ci fan sperar che passin presto l'ore,
          per cercar di sfuggire sofferenze
          e lenire dell'alma ogni dolore.

          E allora, dimmi da che parte stai:
          ci dài una mano o spingi nell'abisso?
          Ma tu non parli e marci indifferente,
          lasciando nella mente un dubbio fisso.
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            Scritta da: IGNAZIO AMICO
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            Riprender fiato

            Bisogna che io fermi la mia corsa
            per prender fiato e dedicare un giorno
            a scoprire la gioia del far niente,
            ad apprezzar quello che mi sta intorno.

            Voglio inondare il corpo mio di sole,
            e dissetarmi all'acqua di una fonte,
            portarmi in riva al mar verso il tramonto,
            tuffarmi nella schiuma delle onde.

            Poi perdermi a mirare il firmamento,
            vestirmi del chiarore della luna,
            sentir gli olezzi che mi porta il vento,
            contar tutte le stelle ad una ad una.

            Proseguire il cammin sarà poi lieve
            e, ripreso il vigor, più volentieri
            il passo nuova spinta seguirà
            di una mente ormai sgombra di pensieri.
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              Mandorli in fiore

              Candidi fior che profumate l'aere,
              gemme di luna puri come neve,
              festosi messagger di primavera,
              gaie promesse di giovanili amori,

              fra i templi greci nella valle in festa
              io vi ricordo in Agrigento, al centro
              d'un folleggiar di canti, danze e luci:
              sagra dell'amicizia e della pace.

              Petali fra le chiome di donzelle,
              rametti nelle strade e le vetrine,
              tripudio di beltà e giovinezza,
              che l'alma invita a ben sperare ancor.
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                Scritta da: IGNAZIO AMICO
                in Poesie (Poesie personali)

                Sorrisi di luna

                Coriandoli argentei riversa
                stanotte la luna sul mare
                e l'onda cullandoli accresce
                il loro incantevol brillare.

                È un gioco fra l'astro lucente
                e il pelago in tenebre avvolto,
                quel raggio che l'acqua rischiara
                è un dono a un amico rivolto.

                Che sia un'intesa segreta,
                che nutrano dei sentimenti,
                così come gli esseri umani,
                pur altri creati elementi?
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                  Scritta da: IGNAZIO AMICO
                  in Poesie (Poesie personali)

                  La mendicante

                  Implori e nessun'eco ha la tua voce,
                  chiedi pietà ma niun tende le braccia,
                  è sordo il mondo all'altrui bisogno
                  e la coscienza uman pare che taccia.

                  C'è chi ti dà un'occhiata infastidita,
                  chi ti butta un soldino nella mano,
                  chi ti fa cenno che non ha moneta,
                  allunga il passo e tienesi lontano.

                  Povera donna col bimbetto in braccio,
                  che infreddolita e smunta chiedi aiuto
                  seduta sul gradino di una porta,
                  perché sì avversa sorte tu hai avuto?

                  C'è tanta gente ricca a questo mondo
                  e altra che fra stenti di dibatte;
                  a fronte di chi spreca a te non riesce
                  di procurare alla creatura il latte.

                  E ingiusto il fato? Diciam così è la vita?
                  No e poi no; la colpa è tutta nostra,
                  dell'egoismo della razza umana,
                  che per gli altri pietà più non dimostra.

                  E allora guardo il cielo e mi domando:
                  proprio nulla può far lOnnipotente
                  per rimestar le carte a questo mondo
                  e ridonar sorriso a tanta gente?
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                    Scritta da: Cleonice Parisi
                    in Poesie (Poesie personali)

                    La Memoria della Vita

                    Mormora il rigido sentiero
                    quando s'incrina nell'aggiustar rotta
                    mangerà delle briciole del suo assestarsi
                    per comprendere
                    che nessuna vita avanza nel rigido
                    progetto che la mente crea.

                    La vita è fluido divenire,
                    che muta durante tutto il suo avanzare.

                    Come fiume dall'imprevedibile corso
                    farà ribollir le sue acque
                    così la vita avanzerà
                    non senza rumore
                    tra gli stretti argini
                    di un vivere
                    che solo apparentemente divora.

                    Come fiume che non conosce letto
                    avrà flessibile corso
                    e volterà faccia
                    ovunque i suoi sogni migrino.
                    Così è la vita,
                    quando di se stessa ha memoria.

                    Muto stagno,
                    dalle acque fetide è invece
                    il viver cieco, quello
                    che non ascolta canto
                    e neppure vede sole,
                    dove gli uccelli non migrano
                    e dove i cuori non lodano cuori.

                    La vita è ciò che il tuo cuore sceglie
                    decidi
                    fiume che ribolle o fetido stagno.
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