Poesie personali


Scritta da: Daduncolo
in Poesie (Poesie personali)

Follie Segrete

Il sole sorge al di là
del mare, un nuovo giorno
sembra iniziare, ma una
sciagura avanza, invisibile
e inaspettata travolge
settembre, mese di dolore
per cui il mondo, come
un orologio privo di
carica, si ferma e smette
di girare.

All'orizzonte due dardi
feriscono il cuore
della grande mela e
due giganti, simboli
di una nazione
intera, terminano per
cadere giù come castelli
di sabbia, un silenzio di
riflessione si espande
tra i quartieri, occhi
stupiti osservano le
mille persone gettarsi
nel vuoto per la
disperazione e le
fiamme invadono
i gemelli del cielo,
le urla di sconforto
risuonano nell'aria e
le loro vibrazioni
fanno tremare la
terra ai propri piedi.

Cadono fiocchi di cenere
che si spengono sui desolati
e ormai caotici marciapiedi di Manhattan; La speranza,
se pur si sia tramutata
in pura falsità, rimane viva
negli occhi di tutti,
le preghiere cercano di
detergere l'aria,
ormai macchiata dal
solo panico.

Un boato assordante
turba New York, la torre
nord sembra aver ceduto,
milioni di vite, sepolte
dalle macerie, fanno si
che la linea della loro
vita si spezzi, la gioia
di un istante come breve
sogno si dissolve nel
nulla ed il sacrificio
di una vita volare
via come foglie al
vento.

Un secondo tuono uccide
una nazione che si inchina
e domanda pietà, sembra
che anche la torre sud sia
caduta giù, a questo
punto, tutto è ormai perduto,
si spera solo che il grande
incubo trovi tregua;
altre tante innocenti
persone per follia umana
abbandonano questo mondo
e tante altre milioni di
famiglie si spaccano
come melograni ormai
maturi.

Un enorme mantello di
fumo copre il tutto,
e persino il cielo,
poco tempo fa, azzurro
e sereno, smette di
splendere e si rattrista
quasi stesse per piangere.

La polvere sale in cielo,
tutto si spegne e si fa cupo,
le tremila persone divenute
anime gremiscono la porta
del signore e a gran
voce esigono spiegazioni
per cosa mai sia successo
quel triste undici settembre;
i reclami proseguono ma dalla
porta nessun suono, nessuna
voce si diffonde.
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    Scritta da: IGNAZIO AMICO
    in Poesie (Poesie personali)

    Prigioniero di un corpo

    Possibile non è librarsi in volo
    se legati si è a un grande masso,
    se devi trascinare una catena
    pesante e lento allor diventa il passo

    Del pari l'animo mio, prigioniero
    di un corpo sempre più vetusto e greve
    morde il freno e non può spiccare il salto
    se alla materia render conto deve.

    Vorrebbe correr verso nuove mete,
    intraprendere ancor, non arrestarsi,
    sente che l'entusiasmo del ragazzo
    persiste in sé, ma deve pur frenarsi

    e pagare una sì cara pigione
    a chi albergo gli dà ma lo trattiene
    come un uccello al cielo abituato
    che una gabbia impietosa chiuso tiene.

    Cosa strana la vita: tanta energia
    sprecata prima nell'età immatura,
    senza indirizzo di una mente esperta
    senza un tracciato di rotta sicura;

    Ed or che l'esperienza ci fa saggi
    e potremmo pel mondo andar sicuri,
    la zavorra ch'è in noi ci dissuade,
    scoraggia dal nutrir sogni futuri.
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      Scritta da: IGNAZIO AMICO
      in Poesie (Poesie personali)

      Temporale d'autunno

      Il cielo a poco a poco s'è oscurato,
      in lontananza già rimbomba il tuono
      saette e lampi quasi squarcian l'aria,
      uccelli a volteggiar più non ci sono.

      Un vento strano all'improvviso arriva
      con strani odori ed umide folate,
      scuote le cime degli alberi ed infuria
      contro le persiane già serrate.

      Poi senti picchiettar le prime gocce
      di sopra ai tetti e una finestra sbatte,
      ancora un lampo, un tuon ravvicinato
      ed apre il ciel le sue cataratte.

      Fitta e scrosciante ora vien la pioggia,
      odor di spenta polvere recando,
      in mille rivoli corre per le strade,
      sul selciato le sue bolle formando.

      La gente allunga il passo, va al riparo,
      apre gli ombrelli che il vento rivolta,
      sotto le tende dei negozi aspetta
      o stretta sul gradino di una porta.

      Chi può raggiunge l'auto correndo,
      c'è chi accetta un passaggio da chi passa,
      chi copre il capo alzandosi la giacca
      o il sacco della spesa buffo indossa.

      Certo, per qualche ora è lo scompiglio,
      ma più tardi sarà l'aria più pura,
      gioirà la campagna e il nuovo verde
      renderà più splendente la natura.
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        in Poesie (Poesie personali)

        Prima del silenzio

        Prima del silenzio
        senza preavviso
        repente arrivò
        un colpo di vento
        portandoti via.
        Prima che il  cuore
        si facesse vuoto
        vano quanto aspettai
        che poi riapparissi
        nella mia vita!
        Credendo non tutto
        perduto per sempre
        tra rivoli di speranze
        nelle langhe o nei ruscelli
        del sogno  ti cercai
        Ne passò di tempo
        prima di  convincermi
        che oramai scivolata
        oltre il versante opposto
        a quello del mio destino,
        più non saresti tornata.
        Randagio nella notte,
        ramingo, un cane uomo,
        tra  vicoli ancor si aggira
        abbaiando ad ogni ombra
        che sotto la luna
        par somigli alla tua.
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          Scritta da: IGNAZIO AMICO
          in Poesie (Poesie personali)

          Il richiamo del bosco

          Un senso di frescura sulla pelle,
          gli scarponi che affondan nella terra
          facendo gracidar le foglie morte,
          luce irreal filtrata dalle chiome
          di alberi svettanti verso il cielo.
          L'occhio si posa su ridenti fiori,
          il piede inciampa su sterpi contorte,
          il profumo del muschio inebria l'aria.
          S'ode stormir di fronde e mille uccelli
          intracciano lor canti con i grilli.
          È il bosco, degli gnomi e delle fate,
          affascinante e dal mistero avvolto,
          dove la mente trova il suo ristoro
          e l'alma un indicibile conforto.
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            in Poesie (Poesie personali)

            Donna

            Ti porterei di notte su vette silenti
            Abbracciandoti alle spalle per non celarti cielo vivo

            Ti sussurrerò che le emozioni sono il vero respiro della vita
            Ti svelerò quanta musica nasconde il silenzio

            Accarezzerò i tuoi capelli fino a sentirti abbandonata e dolce onda

            Solo allora ti chiederei cosa senti

            E ti stringerò più forte per essere un'ombra sola
            Per fermare i brevi momenti di felicità

            Brevi come il sorriso di un vecchio
            Brevi come il pianto di un bambino

            Brevi come l'attimo che separa le dita dal cielo

            E ti prenderò le mani per portarle fino ad esso
            Solo allora cercherò i tuoi occhi
            Per essere io ali di sogno

            E ti chiederei di essere amore...
            ... per non tornare più giù.
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              Scritta da: IGNAZIO AMICO
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              Paura del buio

              Mi sono chiesto sempre da bambino
              perché l'oscurità mette disagio,
              le tenebre c'incutono paura,
              mozzano il fiato e levano il coraggio.

              Il trovarsi dal buio pesto avvolti,
              chissà a cosa l'associa la mente,
              certo a difficoltà di por difesa
              ad un grave pericolo incombente.

              Oggi comprendo cosa c'è alla base:
              noi siam figli del sole che dà vita,
              esister non si può senza il suo aiuto,
              realtà questa in noi bel scolpita.

              Luce, perciò, rallegra e rassicura,
              dona energia e rende il corpo forte;
              la sua negazione ci spaura,
              perché ha il segno del freddo e della morte.
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                Scritta da: IGNAZIO AMICO
                in Poesie (Poesie personali)

                Metterci insieme

                Metterci insieme,
                per confrontar esperienze e sogni,
                per sovrapporre al grigio del passato
                colori vivi di dolcezza e amore,
                per tergere la mente dalle nebbie
                di ricordi sgradevoli e ingombranti,
                per attinger ad una stessa fonte
                la forza di affrontar ogni frangente.
                 Vivere insieme,
                per tenerci la mano lungo viali
                di cipressi  solenni  e poderosi
                e con pacato passo , sorridendo,
                percorrere il resto del cammino,
                incontro al sol vermiglio del tramonto.
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