Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

sensi

Ho capito che ci piacevamo veramente quando
abbiamo cominciato a rallentare nel parlare, nello scriverci
stirando i discorsi
in una temporalità dilatata

ho capito che
prima di assimilarlo completamente
trasformavamo il linguaggio scritto in suono
poi
lo introitavamo nel nostro corpo riducendolo in impulsi elettrici
infine
in calore

parlavamo più lentamente
sempre più lentamente
permettendo alle parole di fare un giro più lungo nel corpo
prima di lasciare la bocca

è come se volessimo assaporare lentamente ogni sillaba misurandone la salinità
lasciandola rallentare sulla lingua
frenandola con gli incisivi
e poi
infine
liberandola nell'aria scegliendo bene la direzione
la traiettoria

è come se volessimo riascoltare quello che ci diciamo cercando di afferrarne l'eco
prima che sia troppo tardi e svanisca del tutto

le frasi che ci scambiamo sono sempre più rade ma i silenzi fra loro
sono spessi di parole sorde.
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    in Poesie (Poesie personali)

    Incontri

    Appena uscito
    ho visto i tuoi capelli neri e ricci superarmi nel traffico,

    i tuoi occhi girare l'angolo a sinistra,

    l'inconfondibile espressione del tuo volto,
    il tuo sorriso,
    spuntava sotto un casco nero,

    eri su uno scooter grigio

    adesso,
    invece,
    il tuo corpo è addosso una bionda,

    oppure no... eccolo,
    ... anzi è lì.

    Scompongo e ricompongo puzzle possibili
    frugando fra le tessere l'immagine di te

    ... ma non ti conosco ancora.
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      Scritta da: Elisa Nicolò
      in Poesie (Poesie personali)

      Ti vorrei

      Bellezza cattiva
      troppo lontana
      da toccare.
      Sfugge alla presa.
      Impercettibile muro
      Che ci divide.
      Rincorro l'idea
      di assaporare
      la tua bocca
      e incontrare
      la profondità
      dei tuoi occhi.
      Senza stancarmi ti sogno,
      ti desidero
      immaginando
      il tuo profumo
      con le mani
      lungo la tua calda schiena
      per farti mio.
      Il tuo respiro
      unito al mio.
      Unico battito.
      Apro gli occhi
      e mi lascio
      dondolare
      in un momentaneo
      stato di soddisfazione.
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        Scritta da: IGNAZIO AMICO
        in Poesie (Poesie personali)

        Incubo

        Correre, fuggire, sottrarsi
        senza capir da chi,
        senza saper perché;
        strane inquietudini,
        paure confuse e indistinte
        di mostri senza volto;
        bisogno di gridare,
        di sciogliere il tuo pianto
        sulla spalla di qualcuno
        che ti sussurri il coraggio;
        e intanto correre, correre,
        inciampando, ansimando.

        Poi la salvezza del risveglio
        nel presente e il sollievo
        che l'incubo è finito,
        anche se dentro di te
        vaga traccia rimane
        di ciò che hai sognato
        e ancor ti chiedi adesso
        da chi fuggir volevi,
        se da una minaccia altrui
        o da te stesso.
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          Scritta da: Daduncolo
          in Poesie (Poesie personali)

          Follie Segrete

          Il sole sorge al di là
          del mare, un nuovo giorno
          sembra iniziare, ma una
          sciagura avanza, invisibile
          e inaspettata travolge
          settembre, mese di dolore
          per cui il mondo, come
          un orologio privo di
          carica, si ferma e smette
          di girare.

          All'orizzonte due dardi
          feriscono il cuore
          della grande mela e
          due giganti, simboli
          di una nazione
          intera, terminano per
          cadere giù come castelli
          di sabbia, un silenzio di
          riflessione si espande
          tra i quartieri, occhi
          stupiti osservano le
          mille persone gettarsi
          nel vuoto per la
          disperazione e le
          fiamme invadono
          i gemelli del cielo,
          le urla di sconforto
          risuonano nell'aria e
          le loro vibrazioni
          fanno tremare la
          terra ai propri piedi.

          Cadono fiocchi di cenere
          che si spengono sui desolati
          e ormai caotici marciapiedi di Manhattan; La speranza,
          se pur si sia tramutata
          in pura falsità, rimane viva
          negli occhi di tutti,
          le preghiere cercano di
          detergere l'aria,
          ormai macchiata dal
          solo panico.

          Un boato assordante
          turba New York, la torre
          nord sembra aver ceduto,
          milioni di vite, sepolte
          dalle macerie, fanno si
          che la linea della loro
          vita si spezzi, la gioia
          di un istante come breve
          sogno si dissolve nel
          nulla ed il sacrificio
          di una vita volare
          via come foglie al
          vento.

          Un secondo tuono uccide
          una nazione che si inchina
          e domanda pietà, sembra
          che anche la torre sud sia
          caduta giù, a questo
          punto, tutto è ormai perduto,
          si spera solo che il grande
          incubo trovi tregua;
          altre tante innocenti
          persone per follia umana
          abbandonano questo mondo
          e tante altre milioni di
          famiglie si spaccano
          come melograni ormai
          maturi.

          Un enorme mantello di
          fumo copre il tutto,
          e persino il cielo,
          poco tempo fa, azzurro
          e sereno, smette di
          splendere e si rattrista
          quasi stesse per piangere.

          La polvere sale in cielo,
          tutto si spegne e si fa cupo,
          le tremila persone divenute
          anime gremiscono la porta
          del signore e a gran
          voce esigono spiegazioni
          per cosa mai sia successo
          quel triste undici settembre;
          i reclami proseguono ma dalla
          porta nessun suono, nessuna
          voce si diffonde.
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            Scritta da: IGNAZIO AMICO
            in Poesie (Poesie personali)

            Prigioniero di un corpo

            Possibile non è librarsi in volo
            se legati si è a un grande masso,
            se devi trascinare una catena
            pesante e lento allor diventa il passo

            Del pari l'animo mio, prigioniero
            di un corpo sempre più vetusto e greve
            morde il freno e non può spiccare il salto
            se alla materia render conto deve.

            Vorrebbe correr verso nuove mete,
            intraprendere ancor, non arrestarsi,
            sente che l'entusiasmo del ragazzo
            persiste in sé, ma deve pur frenarsi

            e pagare una sì cara pigione
            a chi albergo gli dà ma lo trattiene
            come un uccello al cielo abituato
            che una gabbia impietosa chiuso tiene.

            Cosa strana la vita: tanta energia
            sprecata prima nell'età immatura,
            senza indirizzo di una mente esperta
            senza un tracciato di rotta sicura;

            Ed or che l'esperienza ci fa saggi
            e potremmo pel mondo andar sicuri,
            la zavorra ch'è in noi ci dissuade,
            scoraggia dal nutrir sogni futuri.
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              Scritta da: IGNAZIO AMICO
              in Poesie (Poesie personali)

              Temporale d'autunno

              Il cielo a poco a poco s'è oscurato,
              in lontananza già rimbomba il tuono
              saette e lampi quasi squarcian l'aria,
              uccelli a volteggiar più non ci sono.

              Un vento strano all'improvviso arriva
              con strani odori ed umide folate,
              scuote le cime degli alberi ed infuria
              contro le persiane già serrate.

              Poi senti picchiettar le prime gocce
              di sopra ai tetti e una finestra sbatte,
              ancora un lampo, un tuon ravvicinato
              ed apre il ciel le sue cataratte.

              Fitta e scrosciante ora vien la pioggia,
              odor di spenta polvere recando,
              in mille rivoli corre per le strade,
              sul selciato le sue bolle formando.

              La gente allunga il passo, va al riparo,
              apre gli ombrelli che il vento rivolta,
              sotto le tende dei negozi aspetta
              o stretta sul gradino di una porta.

              Chi può raggiunge l'auto correndo,
              c'è chi accetta un passaggio da chi passa,
              chi copre il capo alzandosi la giacca
              o il sacco della spesa buffo indossa.

              Certo, per qualche ora è lo scompiglio,
              ma più tardi sarà l'aria più pura,
              gioirà la campagna e il nuovo verde
              renderà più splendente la natura.
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                in Poesie (Poesie personali)

                Prima del silenzio

                Prima del silenzio
                senza preavviso
                repente arrivò
                un colpo di vento
                portandoti via.
                Prima che il  cuore
                si facesse vuoto
                vano quanto aspettai
                che poi riapparissi
                nella mia vita!
                Credendo non tutto
                perduto per sempre
                tra rivoli di speranze
                nelle langhe o nei ruscelli
                del sogno  ti cercai
                Ne passò di tempo
                prima di  convincermi
                che oramai scivolata
                oltre il versante opposto
                a quello del mio destino,
                più non saresti tornata.
                Randagio nella notte,
                ramingo, un cane uomo,
                tra  vicoli ancor si aggira
                abbaiando ad ogni ombra
                che sotto la luna
                par somigli alla tua.
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                  Scritta da: IGNAZIO AMICO
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Il richiamo del bosco

                  Un senso di frescura sulla pelle,
                  gli scarponi che affondan nella terra
                  facendo gracidar le foglie morte,
                  luce irreal filtrata dalle chiome
                  di alberi svettanti verso il cielo.
                  L'occhio si posa su ridenti fiori,
                  il piede inciampa su sterpi contorte,
                  il profumo del muschio inebria l'aria.
                  S'ode stormir di fronde e mille uccelli
                  intracciano lor canti con i grilli.
                  È il bosco, degli gnomi e delle fate,
                  affascinante e dal mistero avvolto,
                  dove la mente trova il suo ristoro
                  e l'alma un indicibile conforto.
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                    in Poesie (Poesie personali)

                    Donna

                    Ti porterei di notte su vette silenti
                    Abbracciandoti alle spalle per non celarti cielo vivo

                    Ti sussurrerò che le emozioni sono il vero respiro della vita
                    Ti svelerò quanta musica nasconde il silenzio

                    Accarezzerò i tuoi capelli fino a sentirti abbandonata e dolce onda

                    Solo allora ti chiederei cosa senti

                    E ti stringerò più forte per essere un'ombra sola
                    Per fermare i brevi momenti di felicità

                    Brevi come il sorriso di un vecchio
                    Brevi come il pianto di un bambino

                    Brevi come l'attimo che separa le dita dal cielo

                    E ti prenderò le mani per portarle fino ad esso
                    Solo allora cercherò i tuoi occhi
                    Per essere io ali di sogno

                    E ti chiederei di essere amore...
                    ... per non tornare più giù.
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