Rotola la vita come un barattolo preso a calci di notte sulla strada; messo in moto da un piede distratto o da qualcuno che ci vuol giocare, si ferma un po' qua un po' là, in attesa di altro impulso, per riprendere la sua corsa verso il niente, senza meta, senza fretta alcuna, tanto sa che prima o poi una ramazza lo spingerà in un cassone, per finire in un triste deposito di rifiuti.
Perdono il silenzio, perdono una carezza che anelava a sostituire le parole, perdono il mio treno che deragliò dai binari della vita. Ma c'era qualcosa di forte e senza rete nei suoi occhi. Una sigaretta dopo l'altra e firmo l'aria con boccate di fumo. Un volto appare sul fondo del bicchiere troppe volte svuotato di fretta. Ma quale viso, quale nome, quale ricordo, se tutto fonde e confonde? E la realtà è metallo liquido in cui annego, labile sogno divorato da tarli dove annaspo, macchia sottile di te. Sfiancata dal silenzio creato, la malinconia prosciuga le energie positive. Si spegne un giorno per ricaricarsi e poi tutto ricomincerà, il mondo riprenderà a girare e forse anche a funzionare quando alla testa colpirà qualcosa di duro come l'amore...
Non voglio essere un’inutile briciola della tua vita
Guardi nello specchio, insopportabile nemico, non trovi ciò che speri odi ciò che vedi. Il riflesso di un immagine Distorta della realtà Che chiede ancora. Il tuo guscio scompare Mostrando le ossa, spigolose alleate, e i tuoi occhi spenti non vogliono vedere se non la perfezione. Non ti accorgi che La soffocata anima È ciò che conta. Torna a sorridere Come un tempo Facevi con me.
tu dietro il microfono di un telefono dici che ami, fra le tue mani un sogno lontano senti la vita scorre via io so che sei la mia stella di notte buia. Come il buio dentro me da quel momento che non c'è un cielo con una stella brillare, un cuore che sento rombare, un fiato che mi fa respirare, non c'è luce per me. Amarti è l'infinito che non avrà fine per te e per me.
È finito lo sconquasso ho deciso, vado a spasso. Dopo tutta quella furia giace languida l'anguria. Il fiume in piena l'ha portata per far sì che sia mangiata. È finita la tempesta e bisogna fare festa! Me la mangio volentieri mentre osservo i corvi neri. Hanno fame e in comitiva cercan cibo sulla riva. Mi ritengo fortunato... sto godendo del creato!
Uomini contro i loro simili come bestie impazzite, fragore di ordigni di morte, sangue e distruzione fra gli inermi. La follia umana è esplosa ed ha per nome guerra, e per effetto il terrore delle genti, e per cagione l'avidità dei forti. Chi ridarà vita a questi corpi esangui, quale mano pietosa asciugherà le lacrime di tante madri affrante; potranno mai scordare gli occhi di un bimbo la visione terribile dell'odio, della morte? Ma nel deserto sto gridando la mia rabbia e la mia voce si perde sulla sabbia.