Scritta da: Alessandro De Piaggi
in Poesie (Poesie personali)
Solo
Come un fiore reciso
m'innalzo eretto fra i
rovi
Dall'alto del frutto vi
si posa una graziosa
creatura,
senza lasciare segno
abbandona il corpo
solitario del fiore.
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Come un fiore reciso
m'innalzo eretto fra i
rovi
Dall'alto del frutto vi
si posa una graziosa
creatura,
senza lasciare segno
abbandona il corpo
solitario del fiore.
Si racconta che molto
Tempo fa, la Luna
Sentendosi sola
Creò due stelle, ma
Non due stelle normali
Queste erano
Talmente belle e splendenti
Che si potevano ammirare
Al primo buio e ancora
Alle prime luci del mattino
Il Sole geloso, una notte
Che la Luna non c'era
Decise di rubarne una
E di nasconderla sulla Terra.
Questa notte, guardando il cielo
Ho visto Venere accanto alla Luna
Poi mi sono voltato ed
Allora ho capito di essere
L'unico che conosce il nome di
Quella splendida seconda stella.
Quella stella sei tu.
Una notte come nei miei sogni più profondi
in un bosco apparve una bella figura
parea un angelo dai capei biondi
che i dolor del mio cuore soavemente cura.
Come un grande eroe sconfitto
in una gran battaglia
da lama di spada trafitto
passando la cotta di maglia
uguale era la mia espression nel volto
mirandola nei suoi occhi
che di sorpresa mi avean colto
come se in estate nevicasse a fiocchi
Danzava su musiche soavi che il bosco cantava solo per lei
il mio cuor mi diceva ecco ciò che cercavi
che sia davvero l'amore di costei?
Tra interminabili pensieri
e le parole del mio cuore
vidi in lei tutti i miei desideri
realizzarsi in forma e colore.
Tutto mi parve lontano dal reale
che forse stessi sognando in quel momento
che sia verità o inganno il dubbio mi assale
a ciò che vidi quella notte credetti a stento.
Nessuna mai vidi di così bella
con gli occhi del color del mare
neanche se a parlar parlassi di una stella
potrei la sua bellezza farvi immaginare.
Il vento si è calmato,
il mare si è rabbonito,
la luna è come un sorriso,
sulla spiaggia ci sono solo i nostri passi,
nel mio cuore ci sei solo tu...
ti amo...
Margherita
Schegge di mine esplose pressi in una sfera:
ci vedi chi legge libri e chi li stupra.
Nei parchi antichi, tra colonne d'atenei
nessuno ti mutilava sino in fondo.
Chè se parlava di un corrisposto amore,
tu, di ogni fiore, eri la più bella;
ma se quel petalo dava fine ai sogni,
solo una stella nell'ultima tua notte
ti dava il suo conforto e poi morivi.
Malata in cartocci colorati male
servi per chi non gliene frega
di dèmoni di angeli o che altro.
Così, Margherita, dici dei tuoi vangeli
di storie presunte inventate o vere,
quando ti resto accanto tanto a lambirti il seno.
Storie di chi per lei sognò la tua canzone:
un giro di sole con chi non puoi incontrare
e spiagge e antri senza mandorli d'aprile.
Ma tu sei solamente Margherita,
dolce e possente, fragile e puttana
che nel vigore di quella stanza rossa
spargi il tuo seme
anelando zigoti di speranza.
La vita che amara tristezza
come una città piena di monnezza
in tutto questo il dolore
è l'unico colore
la morte che evitiamo
alla fine desideriamo
perché in fondo
lei ci porta nel profondo
nell'oscurità o nello splendore
del suo manto non notiamo il candore
che poi ogni emozione è passeggera
e tramonta quando arriva la sera
e quando la notte ci ammanta di nero
la nostra unica guida è un cero.
Ti
voglio
e
non
cerco
scuse
non
ho paura
non
porto
rancore.
Ti
voglio
solo
una
volta
forse
due
bugiarda
Ti
voglio
e
non
ho
scelto
io
ma
Amore
l'ha
fatto
per
me.
Soliti silenzi
lasciano
brividi
sulla pelle
anche se oggi
c'era il sole...
Dovrei far finta di nulla
e capire...
Capisco.
Capisco che sono dieci
Capisco le diversità
Capisco le paure
il poco tempo
e le volte in cui si muore un po'
e capisco
anche il colore di quegli attimi
in cui sei stato mio...
Ma ora...
non esisti...
non esiste quella voce
che mi piace tanto
non esistono parole
scritte ed immagini rubate
non esistono telefonate silenziose
e la buonanotte alle cinque del mattino...
Credevo fossi mio
mi sbagliavo
Credevo che mancasse poco
che saresti arrivato...
lo credevo
mi sbagliavo.
Se potessi incontrare i tuoi occhicome allora,
forse non ti perderei,
come la luce luce comincia
perdersi nel cielo,
come l'ombra malinconica si perde nell'età dei miei pensieri...
vorrei trovarti sempre lì, tra i turbini del vento, tra la luce delle stelle...
vorrei poter respirare ancora in te,
la vita,
e come mio ultimo dono
amarti...
in silenzio.
Dietro quelle nuvole
un tappeto di stelle osservava
dall alto quelle lacrime,
figlie di una canzone,
dolcemente accarezzavano
le mie guance.
"Cheek to cheek":
Un film, un ballo,
una canzone, un amore...
Sotto quella coperta mi volevo rifugiare per nascondere i miei segreti, svelati poi da una "passione"...