Se sai che t'amo, ascolta: dissolvi i tuoi timori il tuo sogno non sfiorire sbalza oltre la foschia e al limine esteso il tuo sguardo ancora mi ritrovi. Son qui che ti aspetto mentre la sabbia scivola nella clessidra e il tempo della nostra vita si consuma| Fa presto! Ritorna! Riportami i tuoi baci ancora le dita della tua mano si intreccino alle mie le labbra tue dolci incontri come la prima volta, vieni libera il mio pensiero dal labirinto senza uscite se intrappolato vaga tra le stanze della tua assenza. Cedi a questa dolcezza che ti insidia, placa l'arsura del cuore smarrito tra le dune in cui il tuo editto l'ha confinato abbandoni poi il mio sudario intriso di nostalgia e di malinconia. Vieni: è certezza quest'amore che dentro tuona lampeggia e dà acqua alla tua rosa in agonia sradicami dal ceppo a cui la catena della tua indifferenza mi imprigiona. Dai piglio a quest'affetto che si accende nel mio petto se vicina ti penso e un'onda di tenerezza segreta ti raggiunge sotto l'arco di chiarore che ti illumina come un sole continuiamo a vivere in uno scambio di sogni e mescoliamo le nostre vite. Dubbiosa, che possiamo perdere se null'altro di tangibile s'afferra dal vorticoso vuoto dei giorni? Sbalza, sbalza oltre le rovine datti ali immortali e spirito ritrovami afferrami e portami con te in alto oltre le miserie della vita ove solo soffi d'amore spirano. È sulle scale dell'essere che sfinito t'aspetto come respiro che ritorni! Vuoi che io qui muoia o mi rialzi pieno di vita e aumentato di amore ti dia ancora il braccio e risalga verso la luce? Resterò su questa scala a filtrare dal silenzio il rumore dei tuoi passi a sillabare domani le tre sillabe del tuo nome per ridarti un volto. Se sai che t'amo, ritorna varca il confine e abbracciami prima che su quelle scale io muoia.
Il tempo inconiugato Ho camminato sui sassi levigati: dopo due passi acuminati vetri. Ne valesse la pena potrei anche ferirmi; ghermirmi dal lontano e ritornare. Ma il moto ondoso della malinconia pietoso, a volte, mi cela il suo confine un monte avvolto dalla dura nebbia ove spicca la vetta un po' sorniona... Ho cominciato su vetri acuminati: dopo due passi, sassi levigati... Ne valesse la pena potrei anche fermarmi. Ma il moto ondoso della malinconia tutto sommato non è quello che sembra. Come una dura nebbia di zucchero filato.
La sciaradda fumigante del vespro ha punte di cromorno che soltanto il lento commovimento del vento sa pazientemente addipanare.
La nota che l'eco adusta riverbera è una scheggia smorzata sopra il rame dell'orizzonte; rameggia un silenzio nel profondo dell'ora. Stride querula
l'oscura epifania della sera; si snodano i destini: come tónfano attempato disperdono la brace promessa all'argento striato alcuni
accordi in lontananza; una voce alida si prova a modularli con arpeggi. Ma il turbine ondoso con le criniere d'un diospero sommuove anche il tuo
albagioso parlare. S'incupisce la stanza trinata mentre lo spettro della finestra vanisce; una brezza, dipoi un attonito bisbigliare:
il profilo marezzato si spunta di frondi magnioliacee, auso antro d'un poggio anellato in derelizione. Stagliata contro romite nuvole di cenere, svaria roggia la voce
Sei la china in cui si stempra la notte; soltanto abbarbagliano queste crepe d'asfalto nell'uggia abbozzata luci riecheggiate fra un discosto lampione e lo scalpiccio del tuo passo isocrono.
Sulla strada taciturna la tua ombra incede ponderosa nella fuga da una rimembranza che non è tua: impronte seriche ed uranoliti s'increspano fra le tue dita; un'ambra
balugina distratta sopra un gelso: tu la cogli, non appena un'incauta pioggia lambisce il cristallo che porti nei tuoi occhi. Entro il cerchio silenzioso del tuo profilo, una lacrima svetti.
La lasci cadere in un tuo sospiro, ritorni verso casa, persuasiva che tribolare senza avvedersene non si preroga alle zuffe di piume... il pencolare d'ogni tuo pensiero
30 Sorrisi per ritrovare l'energia 30 azioni per essere creativa 30 parole per descrivermi 30 curve per definirmi donna 30 canzoni per contenere le mie emozioni 30 scalini per aprire la porta della mia nuova casa 30 libri per tornare a studiare 30 fiori per ogni amante 30 lacrime oggi per non piangere più domani.
Corimbi anelanti sommossi dal vento, rabido contrappuntare ai profili scarruffati di cime profondate nella nebbia roca, vocio attonito che rabbercia il silenzio abbarbagliato fra i ramigli di novembre, smagliare d'un refe di memorie che pencola fra il muto carcame di foglie aggricchiate, aggallare di pietre affastellate: un ponte e poi il varco. Arrivederci – fugano sistri ctonî la belletta che vagolava l'ultimo fantasma – oltre le infiorescenze, a finisterre.
Non è mai festa, ma un giorno di protesta. Ne son passati più di cento, quello che conta non è il tempo. Il vero scopo è il cambiamento.
Tra miti e verità si tiene alta la volontà, per distruggere la prevaricazione nei confronti delle persone.
Se ognuno di noi fossimo sensibili verso il prossimo, se fossimo attenti alle esigenze e non solo alle urgenze.
Penso che si potrebbe fare di più per chi pensiamo di amare
Fate sentire il vostro discorso anche nei giorni in cui non c'è posto per le mimose e per gli auguri. Procreate uomini più maturi.
Riscattiamo ogni donna, per non cadere nella vergogna di un mondo incapace, di dare giustizia e pace.
Scusate se non faccio gli auguri, credo che ci vogliano verbi più duri, come combattere e lottare per cui ne vale la pena credere, che l'8 Marzo sia un giorno per ricordare e soprattutto per cambiare.
Innamorarsi e non aver vergogna, provare nonostante tutto a volteggiare. Amore di due stelle lucenti nella notte cadenti, esprimere un desiderio importante e serio.
Niente di così prorompente era accaduto precedentemente, niente di tanto sublime da scrivere tante rime, niente di così vero da far invidiar il mondo intero. Un mare di parole tirate fuori da non so dove.
Un amore tanto forte quanto abbagliato, credo che così tanto non abbia mai amato. Fiore solitario nella spiaggia dei desideri. Cuore ribelle desto aperto ai tuoi pensieri.
Come un albero di primavera conquistato dal tuo raggio di sole. Tiepido e abbastanza intrepido il tuo umore. Ho aperto i miei rami per farti cullare dai fiori, Tu come un ape hai preso nettare e colori. Il vento ha messo in atto una danza magica, ricordo tutto è stata un'esperienza unica.
Adesso riesci a non vedere i colori. Non trovi più la musica e gli odori. Adesso hai perso la voglia di me, Hai perso il filo nel labirinto del re
Come un fiume bagnato dal temporale, porto con me tanto mare e mi chiedo dove andare. Continuare a navigare nel ricordo che oggi mi fa male, oppure adagiare nel letto del silenzio per non pensare.
L'amore ti accende quando sai che c'è L'amore ti spegne quando lei non c'è
Mancherai al mio cuore impazzito per te. Riuscirai a non farmi dimenticare di te.
Lascerai quel piccolo dolore per il quale non nasce amore.