Poesie personali


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie personali)

Vorrei Trovarti

Vorrei trovarti per non lasciarti andare
vestire di calore i miei freddi momenti
Sciogliere il ghiaccio di questa lunga attesa.

Vorrei insieme arrivare al tramonto
a quella linea che confina con l'orizzonte
dove l'universo ci accoglierà come delle stelle

Dove tutto inizia e nulla ha fine
dove noi facciamo l'immenso
dove l'immenso siamo noi.

Vorrei trovarti per trovare me
per non perdermi nel vuoto
nella incompletezza, della quotidianità

Vorrei trovare te per ritrovarmi
per sentire la vita scorrere
per sentirmi viva dentro di te...
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Jaco Po Hò
    in Poesie (Poesie personali)

    Una morte economica

    In mente ancor non mi vien
    se in fin convien
    che con tanta foga
    un giovane cerchi la droga,
    che a caro prezzo
    diventa per ogni cosa il mezzo.
    Da quelli io son diverso
    perché non condivido il loro obiettivo perverso:
    se proprio mi volessi ammazzar,
    spero almeno di non dover pagar...
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Andrea Sargenti
      in Poesie (Poesie personali)

      Accadde Domani

      Camminando, lungo il ponte vecchio
      una sottile brezza
      accarezza questa mia speranza.
      Firenze oggi,
      ieri e domani.
      Mille anni son passati
      da quando ti ho vista mia città.
      Nei tuoi pensieri ho camminato,
      tra le tue braccia ho ambito.
      Accadrà che l'anima di ieri
      del tuo passato,
      illuminando il mio futuro,
      si riconosca nel mio io.
      Per ora attendo,
      rimango osservatore.
      Ecco

      le tue strade
      antiche di misteri,
      di sguardi,
      di occhi ancora lì
      tra i sospiri di un tempo
      mai passato.
      La tua vena, il tuo sangue
      in questo fiume rincorre l'infinito.
      Il tuo profumo di vecchio sentimento
      attraversa il mio ascoltare.
      Firenze, quanto sei lontana
      presente in quest'anima
      presente in questo cuore.
      Accadde domani
      che ieri, pensando al dopo
      ritoverò l'inizio di quel che sarà.
      Questo domani
      nell'oggi
      seguito da un passato
      presente nel futuro.
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Andrea Sargenti
        in Poesie (Poesie personali)

        Brividi

        Conosco l'attimo
        posto e riposto in un sogno
        che violento e magico
        travolge l'ultima paura.
        Conosco e credo
        un destino fatto di parole.

        Un brivido mi scuote
        con violento vivere
        e il silenzio afferra
        la pazzia di un cuore che ama.

        Cosa conosco io?
        Conosco l'estrema forza
        di un estremo pensare.
        Conosco l'emozione,
        la gioia,
        la paura,
        il dolore di un addio,
        la grandezza di un "per sempre",
        l'infinito di un tramonto,
        l'anima del vento
        e della pioggia.
        Conosco il cielo,
        anche se piccole
        son le mie mani
        per carpirne
        anche un solo frammento.
        Conosco il mare
        e l'antico suo mistero.
        Cosa conosco io?
        Nulla.
        Nulla è sufficientemente vero
        se non visibile e vivibile
        nel tuo viso.

        Un brivido mi avvolge,
        il cuore risponde
        alla gioia di un incontro.

        Di tutto questo
        cosa e quanto vivo?
        Cosa conosco?
        Conosco la magia del tuo sorriso,
        la forza travolgente
        del tuo sguardo,
        il profumo del tuo corpo
        che mi sveglia nella notte.
        Conosco il brivido
        che mi segue
        quando cerco le tue labbra
        e rincorre l'ambizione
        di un viverle in eterno.
        Conosco
        quel sentor di seta
        della tua pelle
        che rapisce le mie mani,
        non certo meritevoli
        di questa infinita grandezza.
        Conosco il tuo respiro,
        il battito vitale del tuo cuore,
        la dolcezza del tuo seno,
        la freschezza dei tuoi fianchi.
        Conosco le mie mani
        che ti cercano
        come un fiore cerca il sole,
        che ti sfiorano
        come l'alito di un sogno,
        che cercano pace
        nella sottile avventura
        dei tuoi capelli
        e nella calda emozione
        del tuo corpo.
        Conosco
        il brivido di passione
        e l'attesa
        di sentire
        anche solo la tua voce.
        Conosco la speranza,
        l'illusione,
        la realtà,
        la gelosia
        e la paura.
        Conosco il terrore
        di svegliarmi un giorno
        e non trovarti più.
        Conosco il sogno
        di svegliarmi ogni giorno
        rapito e avvolto dal tuo viso.

        Tutto questo
        conosco e vivo,
        tutto questo
        come un brivido infinito
        che mi accompagna e mi segue
        nel tempo e nella storia.
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Andrea Sargenti
          in Poesie (Poesie personali)

          Stazione di Bologna

          Ci sono viaggi
          che iniziano nell'anima
          e finiscono nel cuore.
          Immagini, fotografie
          colori, suoni.

          Ero lì, ricordo.
          Seduto ad aspettare,
          forse un treno
          o una risposta.
          I mie occhi
          continuavano a cercare
          attraversando nebbia
          di pensieri confusi.

          Un vecchio
          e la sua chitarra
          camminano insieme,
          entrambi silenziosi,
          entrambi stanchi
          di una vita fatta di paure.

          Due bambini in divisa
          in ansia per partire,
          i genitori
          non li guardano nemmeno,
          non si guardano nemmeno.

          Un uomo si avvicina
          e mi chiede quando parte
          il treno che lo porterà
          nel suo paese.
          Io non rispondo,
          lui chiede scusa e se ne và.

          Arriva un treno
          ma non si ferma.
          I due bambini
          salutano arrabbiati,
          non è il loro treno
          ma presto arriverà.

          C'è un odore strano
          nell'aria,
          fra poco
          di certo pioverà.

          Una ragazza si avvicina,
          mi chiede
          se si può sedere.
          Io la guardo
          e non rispondo,
          lei si siede.
          Arriva un'altro treno,
          è il suo.
          Si alza, mi guarda
          e va via.
          Mi chiedo chi fosse,
          da dove veniva,
          dove andava,
          cosa cercava.
          Anche i due bambini
          sono andati via,
          i genitori sono ancora lì,
          in un ultimo forzato saluto.

          Ecco, come pensavo
          piove.
          Mi raccolgo in un sospiro,
          appoggio la mia testa
          fra le mie mani fredde,
          chiudo gli occhi
          e ascolto.

          Un'altro treno.
          Nemmeno questo
          si è fermato.
          Riapro gli occhi,
          i due genitori sono ancora lì.
          Non capisco perché.
          Sono fermi
          uno di fronte all'altro,
          si guardano distanti.
          Vicino a loro,
          per dispetto,
          con cadenza ossessiva,
          cade una manciata di pioggia.
          Tutto ad un tratto,
          lui bacia lei,
          si volta e va via.
          Lei è rimasta lì tutta la notte.

          Ci sono viaggi
          che iniziano oggi,
          e si perdono nel passato.
          Ci sono viaggi mai iniziati.
          Ci sono addii ed incontri.
          Ci sono viaggi
          che non portano
          in nessun luogo.

          Sono stanco,
          sono ore che impietrito,
          rimango qui ad aspettare.

          La pioggia ormai
          si è fatta spazio nella mia mente.
          Mi alzo e cammino.
          E tardi, poche son le persone
          che ancora aspettano,
          poche e sempre più oscure.

          Un uomo in divisa
          mi ferma,
          mi chiede chi sono,
          cosa faccio,
          dove vado.
          "Aspetto" rispondo io.

          Una signora
          da lontano mi chiama.
          Vieni vieni... vieni a vedere.
          Mi avvicino,
          povera signora,
          vuole raccontarmi il mio futuro.
          Io sorrido e lei non capisce.
          Il mio futuro, povera signora.

          Che strana
          la solitudine,
          il pensare ossessivo alla vita,
          il rinchiudersi nell'ombra.
          Decido che non è qui
          ciò che cercavo.
          Saluto la stazione e vado via.
          Continuo il mio viaggio,
          alla ricerca di qualcosa
          o di qualcuno.
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Chiara Lattanzi
            in Poesie (Poesie personali)

            È quasi neve

            Bruciare di un amore folle
            sotto il sole di un Agosto rovente.
            Espandersi
            fino a non avere più confini.
            Respirare
            percepire la vita
            come se fosse racchiusa
            in quel solo e interminabile respiro.
            Poi l'Autunno
            porta piogge di inaspettate lacrime
            e ceneri di disilluse passioni.
            Si cerca riparo nel tepore delle proprie certezze
            e si aspettano quei vecchi confini
            come il ritorno da un lungo viaggio.
            Respirare
            l'aria pungente di Gennaio
            e sapere di aver perso solo un'Estate.
            Basta guardare fuori
            il cielo bianco aspetta il suo momento
            tutto può gelare
            ma c'è quasi pace
            è quasi neve.
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: Roberto Strati
              in Poesie (Poesie personali)

              Come un bambino

              Mi ritrovai seduto su una panchina del parco,
              la luce del sole schiaffeggiava gli alberi,
              mentre foglie, trasportate da un caldo venticello,
              mi colpivano gli abiti.
              Pensai a quelle foglie, come ai miei ricordi,
              ingiallite, come foto mangiate dal tempo,
              svolazzanti, come gli amori in cui avevo creduto e perso,
              rumorose nel cadere in terra, come il mio cuore di vetro.
              Volsi lo sguardo verso dei bambini che giocavano,
              le loro urla salivano alte, gioiose, innocenti,
              tanto che nemmeno gli uccellini parevano impauriti,
              un cane si perdeva dietro ad una palla...
              Come un bambino mi piacerebbe sorridere alla vita,
              guardare negli occhi degli adulti per trovarvi l'anima,
              stupirmi davanti alla magia della pioggia,
              saltare nelle pozzanghere credendo sia un lago.
              Abbracciare per sentire il tepore di un cuore che ama,
              stringere una mano per camminare sicuro,
              piangere per assaporare il gusto delle lacrime,
              vedendo attraverso di esse le persone amate.
              Legare ad un aquilone il mio sogno più bello,
              correre a perdifiato incontro ad un arcobaleno,
              carezzare chi se ne sta da solo,
              baciare chi perde l'anima dalle labbra.
              Vorrei un cuore puro, come un bambino,
              per cancellare ogni tristezza, ogni solitudine,
              per amare, amare solo e soltanto amare...
              Vota la poesia: Commenta
                Scritta da: Roberto Strati
                in Poesie (Poesie personali)

                Il Volo

                Vorrei avere due grandi ali bianche,
                per potermi alzare in volo,
                salendo sempre più verso la luce,
                saltellando sulle nuvole.
                Vorrei accompagnare una fiera aquila,
                per poter visitare le sommità delle tue montagne,
                puntare le onde del mare,
                per poter leggere le parole che il sole vi scrive.
                Vorrei lasciarmi cullare dal vento,
                per poter seguire la scia del tuo profumo,
                così unico da rivaleggiare e sopraffare
                le meravigliose essenze dei fiori del creato.
                Vorrei perdermi dietro ad un gabbiano,
                per poter scoprire i sogni che porta sulle ali,
                chiedergli i tuoi perché, conoscendoli,
                possa portarli io stesso dove possano essere esauditi.
                Vorrei poter volarti accanto, invisibile,
                per nutrirmi del tuo sorriso,
                per bere dalle tue lacrime, asciugandole,
                per gioire della melodia del tuo cuore.
                Vorrei poter far volare i miei sorrisi, i miei baci,
                affinché raggiungano il cuore dei bambini,
                perché tu, incontrandoli,
                possa rivedere me in loro...
                Vota la poesia: Commenta